martedì 3 novembre 2020
Tutti i rider hanno regolare contratto e contributi pagati, ricevono un fisso per il turno coperto più una retribuzione per ogni consegna effettuata
Piano di espansione per la start up di consegne di cibo a domicilio

Piano di espansione per la start up di consegne di cibo a domicilio - Alfonsino

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Il nome rammenta un affidabile amico di famiglia o di quartiere che porta a casa il pranzo o la cena. Ed è proprio questa la mission di Alfonsino Delivery, la start up del food delivery che mira a creare un legame umano, quasi affettivo, tra chi consegna e chi ordina e riceve il cibo a domicilio. Nasce a Caserta nel novembre del 2016, da una necessità e dall’intuizione tre giovani: Carmine Iodice, 36 anni, Domenico Pascarella, 36 anni e Armando Cipriani 29 anni, accortisi che nella propria città mancava un servizio di consegna a domicilio tra i ristoratori e gli abitanti erano costretti ad uscire per recarsi al solito take away sotto casa. Ma se i grandi colossi del food delivery puntano a coprire principalmente le grandi città italiane, per fornire un servizio di consegne a domicilio ai piccoli centri (dai 50mila ai 250mila abitanti), è Alfonsino Delivery, che permette di ordinare dai migliori ristoranti, trattorie, sushi bar dei piccoli centri in modo semplice, via chat su Facebook Messenger oppure attraverso la classica App e ricevere il proprio pasto in 30 minuti. «Alfonsino nasce per offrire un approccio più “umano” e più vicino alle esigenze delle comunità locali e agli abitanti delle piccole città spesso non coperte da alcun servizio di delivery “in quanto le grandi multinazionali del settore hanno poco interesse ad essere così capillari - spiega Pascarella -. Alfonsino vuole essere un food delivery sostenibile sia nelle modalità di coinvolgimento dei rider, che sono regolarmente assunti dall’azienda, sia nel coinvolgimento dei ristoratori all’interno della piattaforma, andando a supportare una categoria, quella dei ristoratori, tra le più colpite dalla situazione attuale e che necessitano di strumenti nuovi, ma di facile implementazione, per sopperire alla perdita di clientela degli ultimi mesi».

A oggi Alfonsino conta circa 943 ristoranti affiliati, numero che entro la fine di marzo 2021 dovrebbe salire a quota 1.500 e copre 300 città circa e sei regioni. Mentre i rider assunti sono 700 e i clienti attivi sono 250mila. Le norme di contenimento della pandemia da Covid-19 approvate dal governo stringono ancora una volta le maglie sul settore della ristorazione. E i proprietari di trattorie, pizzerie, self-service, pub, pasticcerie, gelaterie e rosticcerie non nascondono i loro timori per un ritorno al lockdown una fase che, secondo lo studio di Bain & Company, nel periodo marzo-metà maggio, ha creato nel mondo della ristorazione, una perdita di fatturato pari a quattordici miliardi di euro. «In questo momento particolare il digital food delivery rappresenta allo stesso tempo un valido strumento per rispondere alle esigenze dei clienti dei piccoli centri, meno propensi ad uscire di casa per andare al ristorante e una soluzione ad una situazione difficile per i ristoratori che possono così continuare la loro attività, senza violare le regole imposte dai nuovi provvedimenti volti a contenere la diffusione dei contagi da Coronavirus», aggiunge il cofondatore di Alfonsino. Grazie ad Alfonsino pizza, kebab, hamburger, sushi e tanto altro giungono direttamente a domicilio in pochi minuti, prenotando in modo rapido e immediato in due modi: tramite la chat di Facebook, senza credenziali, grazie al chatbot nativo sviluppato in-house dalla startup; oppure scaricando l’app di Alfonsino disponibile gratuitamente su App Store e Google Play Store dove si ha anche, la possibilità di tracciare in tempo reale il rider che consegnerà il pasto, dalla presa in carico all’assistenza dedicata post consegna.

La particolarità di Alfonsino risiede anche nelle modalità di ingaggio dei rider che vengono assunti direttamente dall’azienda. La start up vuole assumere entro la fine del 2022 3mila nuovi collaboratori, per un totale di 3.700 rider su tutto il territorio nazionale, che consegneranno il cibo a domicilio in scooter o auto, proprio per raggiungere anche le abitazioni più distanti, mantenendo però il raggio di copertura del servizio che è di 4,5 chilometri dal centro città. «Una scelta in controtendenza, quella di assumere i rider, fortemente voluta per dare al servizio un forte caratterizzazione di “familiarità” umanizzando il rapporto tra il rider e il cliente - sottolinea Pascarella - Tutti i nostri rider hanno regolare contratto e contributi pagati, ricevono un fisso per il turno coperto più una retribuzione per ogni consegna effettuata. È un grosso impegno che ci siamo presi: tre persone del nostro team sono impegnati full time nell’attività di selezione e formazione dei rider, ma sono sicuro che questa sia la strada giusta per creare un servizio diverso, sostenibile e che possa creare un impatto sociale ed economico importante nei piccoli centri». In un’ottica di sviluppo del servizio, la ricerca di rider sul territorio è sempre attiva. Con Alfonsino il fattorino può scegliere data ed orario di lavoro selezionando il turno direttamente in app. I rider ricevono pagamenti settimanali, driver kit gratuito e guadagnano un fisso per ogni turno preso.

Per candidarsi basta compilare il form sul sito: https://alfonsino.delivery/driver.

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