lunedì 3 febbraio 2025
Se a livello di norme di diverso c'è solo la "tolleranza zero" per i recidivi, un test di Quattroruote dimostra in tema di sanzioni cosa accade bevendo uno o due bicchieri a pasto
Un controllo con l'etilometro

Un controllo con l'etilometro - foto Quattroruote

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Di fronte a un diffuso allarme per il presunto giro di vite che l’ultima riforma del Codice della Strada avrebbe portato in merito alla guida in stato di ebbrezza, il mensile specializzato Quattroruote risponde con un test specifico che ribalta alcune false opinioni. Ribadendo che a livello di norme di legge nulla cambia rispetto al passato se non che viene introdotta la tolleranza zero verso i recidivi, sul numero di febbraio da domani in edicola, dimostra, dati alla mano, qual è il reale tasso alcolemico dopo aver bevuto una o due dosi di alcol al pasto e che cosa effettivamente succede se ci si mette al volante.

Al test di Quattroruote, svoltosi nella pista di proprietà a Vairano (PV) - perciò in un contesto protetto e controllato - hanno partecipato due donne e due uomini, di età, altezza, peso e corporatura differenti. A ciascuno di essi sono state somministrate due dosi successive di una stessa bevanda alcolica (vino rosso fermo, prosecco, birra e gin), la prima al termine di un pranzo leggero e la seconda un’ora dopo la prima assunzione. Tali dosi sono servite per analizzare i dati delle tabelle affisse nei locali (fornite già nel 2007 dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Ministero della Salute) che indicano il tasso alcolemico atteso nel sangue in relazione al proprio peso corporeo dopo il consumo dei relativi quantitativi di bevande. A controllare lo svolgimento del test ed effettuare i rilevamenti tecnici è stata una pattuglia di agenti della Polizia Locale di Buccinasco (MI), che ha fornito anche l’etilometro ufficiale, impiegato quotidianamente su strada.

Tutti i partecipanti che hanno bevuto i due calici di vino (125 ml cad.), i due flute di prosecco (100 ml cad.) e i due bicchieri di birra (330 ml cad.) al pranzo sono rimasti all’interno della soglia di legge. Anche la persona che ha assunto il gin (40 ml cad.) ha registrato un dato negativo. Tale prova, spiega Quattroruote, ha in ogni caso evidenziato un effetto moltiplicatore della sostanza alcolica che va sempre tenuto presente: alla seconda misurazione, il tasso è infatti salito a 0,21 contro lo 0,08 della prima bevuta
(e quindi lo 0,16 atteso). Dunque, con l'avvertenza che ogni metabolismo è diverso, il classico calice a cena fuori o a casa di
amici non dovrebbe porre nessuno a rischio di sanzioni.

Quattroruote non si è fermata al piano giuridico. Oltre alla misurazione con l’etilometro, la redazione ha infatti voluto verificare se dopo aver assunto dell’alcol, e pur rientrando nei limiti di legge, i comportamenti alla guida dei quattro soggetti fossero cambiati. Lo ha fatto ripetendo un test statico - reso possibile da uno specifico strumento in dotazione del Centro Prove di Quattroruote che rileva i tempi di reazione, fondamentali per la sicurezza in strada - e un paio di esercizi dinamici, consistenti in un semplice parcheggio longitudinale e in uno slalom tra i birilli. Un test quest’ultimo senza pretese di valenza scientifica, ma in ogni caso molto realistico, che ha dimostrato come l’alcool sia in grado di abbassare i freni inibitori. Nello slalom, infatti, rispetto la performance pre-bevuta, quasi tutti i partecipanti hanno guidato a velocità maggiore e urtato alcuni degli ostacoli presenti, comportandosi in modo meno attento e più spavaldo.

Quattroruote ribadisce che, aldilà delle norme di legge che vanno sempre rispettate, il buon senso deve portare l’automobilista ad agire con consapevolezza e prudenza evitando di assumere alcol. Qualora, restando nei limiti consentiti, si voglia bere un bicchiere al pasto, il monito è di prestare la massima attenzione e guidare con una cautela maggiore del solito, evitando l’eccessiva confidenza, la sottovalutazione del rischio e la sopravvalutazione delle proprie capacità.

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