martedì 20 febbraio 2024
Con oltre 740mila aziende agricole, 330mila imprese di ristorazione, 70mila industrie alimentari e quattro milioni di lavoratori, è il terzo mercato dell’Unione Europea
L'innovazione a servizio dell'agroalimentare

L'innovazione a servizio dell'agroalimentare - FoodSeed

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Con oltre 740mila aziende agricole, 330mila imprese di ristorazione, 70mila industrie alimentari e quattro milioni di lavoratori, il mercato agroalimentare italiano è il terzo più grande dell’Unione Europea e nel 2023 ha generato più di 65 miliardi di euro, pari al 3,8% dell’economia totale italiana. La recente "protesta dei trattori" ha messo in primo piano le difficoltà degli agricoltori italiani. Non solo il rischio dell'aumento dell'Irpef poi scongiurato. Anche i nuovi vincoli del Pac-Piano agricolo comunitario imposti da Bruxelles potrebbero dare un duro colpo alla nostra economia agroalimentare: si stimano perdite di fatturato di 2,5 miliardi di euro nel comparto dell'agricoltura e altri 700mila in quello dell'industria alimentare, oltre due volte il danno subito dall'Emilia-Romagna a seguito della drammatica alluvione del maggio 2023. Gli effetti negativi porteranno alla chiusura di quasi 25mila aziende agricole, soprattutto quelle di piccole e medie dimensioni, mettendo a rischio l'occupazione di 40mila lavoratori del settore. Questo è quanto emerge da uno studio di Susini Group Stp. La Puglia è la regione con il maggior numero di aziende agricole, oltre 275mila, seguita da Sicilia, quasi 219mila, terza la Calabria, quarta la Campania e quinto il Veneto. Soltanto in queste cinque regioni opera oltre il 54% delle aziende agricole italiane.

«La rotazione colturale, che consiste nell'alternare i tipi di coltivazioni su determinate aree per preservare la fertilità del terreno, l'obbligo di lasciare il 4% delle aree seminative non produttive e il benessere animale, che comporta ulteriori adempimenti e costi per la gestione degli allevamenti, hanno introdotto vincoli complessi e onerosi che gli agricoltori di tutta Europa sono costretti a sobbarcarsi. Il governo italiano, da parte sua, ha introdotto maggiori risorse economiche in agricoltura, grazie anche all'utilizzo del Pnrr, ma i costi da sostenere sono sempre più elevati a seguito del dissesto idrogeologico che obbliga i contadini a svolgere un enorme lavoro di manutenzione dei terreni. Occorre che sia trovata una soluzione condivisa da tutte le parti in gioco, perché il lavoro agricolo non riguarda soltanto l'aspetto economico del nostro Paese ma anche la tutela degli habitat e dei paesaggi, la conservazione del suolo, la gestione dei bacini idrici, il sequestro di anidride carbonica e la protezione della biodiversità. In poche parole, l'agricoltura interessa la nostra stessa esistenza», spiega Sandro Susini, consulente del lavoro e fondatore di Susini Group Stp.

Il sostegno alle pmi agricole

Partono le agevolazioni per le piccole e medie imprese agricole, della pesca e dell'acquacoltura, nonché delle imprese agromeccaniche, con lo scopo di favorire investimenti finalizzati all'incremento della produttività attraverso la diffusione delle migliori tecnologie disponibili per la digitalizzazione e l'utilizzo di soluzioni robotiche, di sensoristica e di piattaforme con infrastrutture 4.0. Dopo l'avvio del Fondo Innovazione 2023 sono stati concessi contributi per un valore di oltre 69 milioni di euro, pari a più del 90% dei 75 milioni di euro disponibili per il 2023. Le domande istruite sono state 1.106, delle 1.800 convalidate dalla piattaforma. La misura è finalizzata anche al risparmio dell'acqua, alla riduzione delle sostanze chimiche e all'utilizzo dei sottoprodotti.

Le imprese beneficiarie comunicheranno a Ismea l'ordine di acquisto del bene agevolato. La comunicazione potrà essere effettuata entro i primi giorni di marzo 2024 e, successivamente, le aziende potranno chiedere, entro dicembre 2024, la liquidazione del contributo. È prevista anche la possibilità di erogazione del saldo da parte di Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare direttamente al fornitore.

Possono essere ammesse alle agevolazioni del Bando Innovazione le pmi agricole, ittiche e agro-meccaniche, attive da almeno due anni, che effettuano investimenti compresi tra una soglia minima di 70mila euro (10mila per il settore ittico) e un massimo di 500mila euro. L'intensità del contributo varia a seconda del settore di operatività dell'impresa e dell'ammontare dell'investimento. Per le pmi agricole e della pesca è riconosciuta la possibilità di fruire della garanzia gratuita Ismea fino all'80% del valore nominale dell'eventuale finanziamento bancario. La dotazione finanziaria complessiva del Fondo ammonta a 225 milioni distribuiti nel triennio 2023-2025. Nel 2023 sono a disposizione i primi 75 milioni, di cui dieci riservati alle zone colpite dalle alluvioni di maggio 2023.

Il supporto della tecnologia, ma l'agricoltore resta al centro

In un mondo sempre più veloce, l'agroalimentare si trova a fare i conti con i tempi obbligati della natura. In un mondo che soprattutto dall'esterno appare ancora molto tradizionale, in realtà l'evoluzione tecnologica è all'ordine del giorno e ora l'Intelligenza Artificiale potrà dare una ulteriore accelerazione. Ma in questo percorso l'uomo fa e farà la differenza. xFarm Technologies, la tech company che punta alla digitalizzazione del settore agroalimentare, chiude il 2023 con l'espansione in nuovi mercati, raggiungendo il traguardo di oltre 300mila aziende agricole iscritte alla piattaforma, e con un team internazionale di più di 100 collaboratori.


Dopo aver avviato nuove collaborazioni e rinnovato importanti progetti nel 2023, il 2024 si profila come un anno segnato da nuovi, importanti sviluppi. Sono previste nuove assunzioni: si punta a rafforzare il team tecnologico, specie in ambito Ia-Intelligenza artificiale, così da rendere il prodotto sempre più performante ed evoluto; inoltre i nuovi membri del team contribuiranno al consolidamento in Italia e Spagna e all’ampliamento in nuovi mercati, Germania, Francia e Polonia in testa. Grazie a partner internazionali di rilievo l’espansione continuerà anche fuori dall’Europa, in particolare in Sudamerica e Asia.

Per rispondere alle nuove necessità dell’agricoltura contemporanea, impegnata a fronteggiare la crisi climatica in corso, xFarm Technologies si focalizza su un’innovazione a 360 gradi. Il suo impegno si articola lungo tutto l’arco del settore agroalimentare: oggi collabora con un ecosistema di più di 100 grandi aziende partner, con le quali sviluppa progetti di innovazione per l'efficientamento della filiera. Queste collaborazioni, che coinvolgono importanti aziende food, produttori di macchinari e attrezzature agricole ecc., promuovono un approccio all’agricoltura e alla zootecnica innovativo e ancora più consapevole, sostenibile ed efficiente nell’utilizzo degli input e di risorse preziose e limitate come acqua e suolo.

In particolare sono state potenziate nuove funzioni per la sostenibilità che permettono il calcolo e la riduzione delle emissioni, aspetto sempre più prioritario, specialmente nelle aziende food. Tra le innovazioni, già integrate nella piattaforma xFarm, che sfruttano le nuove tecnologie di Ia, spiccano modelli previsionali e sistemi di supporto alle decisioni, usati per proteggere al meglio le colture, ma anche algoritmi di image recognition per la conta automatica degli insetti o il riconoscimento tramite foto delle patologie. Avranno un ruolo molto importante anche le tecnologie di remote sensing, come droni e satelliti, sempre più impiegati in agricoltura per valutare lo stato di salute delle colture su zone molto ampie e agire di conseguenza, fornendo alle piante ciò che serve dove serve.

Sostegno agli agricoltori che si traduce anche in un’opera di formazione continua, tramite i progetti xFarm Education e xFarm Academy, per facilitare la transizione digitale e permettere di sfruttare al meglio le opportunità offerte dall’agricoltura 4.0. Il primo progetto si svolge al fianco di più 100 scuole e Università per formare i professionisti di domani; il secondo è un percorso on line totalmente gratuito e aperto a tutti, composto da cinque lezioni in diretta, che nel 2023 ha visto anche un focus sugli ultimi trend del settore.


Le start up innovative nell'agroalimentare
Non sorprende dunque che emergano tante nuove realtà imprenditoriali che mirano a rinnovare un settore così strategico per il nostro Paese: a oggi, sono circa 340 le start up attive nel settore Agri-Foodtech, un mercato che in Italia ha ricevuto un investimento pari a 167 milioni di euro nel 2023, contro i 152 milioni dell’anno precedente (+9,8%) .

Il Nord domina incontrastato il panorama delle start up in Italia: circa un terzo (30,5%) ha sede in Lombardia, seguita a ruota da Emilia-Romagna (11,1%) e poi da Piemonte, Veneto e Lazio, da cui ne provengono a parimerito circa il 10%. Inoltre, il 50% delle startup totali è nato tra il 2022 (25,3%) e il 2023 (22,8%): un fenomeno partito nel 2018 (7,6%) che, dal 2021 ha registrato una vera e propria impennata (19,1%), fino a toccare l’apice nel 2022. Un aumento, non solo dovuto al crescente interesse nel ricorrere all’innovazione per fornire risposte alle consistenti sfide della filiera agroalimentare e ai cambi nelle tendenze di consumo, ma anche alla nascita di iniziative di supporto dell’ecosistema e di nuovi strumenti di investimento per le realtà emergenti.

Guardando alla composizione delle start up, team compatti da 1 a 5 dipendenti per circa il 69% del campione, fino a un massimo di 6-10 dipendenti per il 13%. Società con un'età media di 35,6 anni, agili, ancora da plasmare e sviluppare nel tempo, non senza la presenza fondamentale dei talenti femminili: ben il 32% delle startup è stata fondata da una o più founder donne, una variabile molto positiva se si considera che la media nazionale delle imprenditrici si attesta solo al circa il 10% del totale, mentre quelle con team misti non superano il 16% . Questa osservazione non solo evidenzia la presenza di donne in ruoli chiave all'interno del settore delle tecnologie alimentari, ma suggerisce anche che l'industria ha un fascino particolare e impegna attivamente le quote rosa.

Sono quattro le categorie individuate da Eatable Adventures nell'analisi dello stato del Foodtech in Italia: Agritech (tecnologie applicate all’agricoltura), Produzione e Trasformazione Alimentare, Retail&Distribuzione (robotica applicata, piattaforme di analisi retail, nuovi canali di vendita) e Restaurant Tech&Delivery ( piattaforme di prenotazione e gestione; robot di cucina).

Le start up si concentrano principalmente nel segmento Produzione e Trasformazione Alimentare (36%), seguito dall’Agritech (22.3%), Restaurant Tech&Delivery (22%) e infine Retail&Distribuzione (19.6%). Quasi la metà delle startup (il 43%) attive nella Produzione e Trasformazione Alimentare si concentra sulla realizzazione di nuovi prodotti con ingredienti innovativi, mentre tra quelle attive nell’Agritech il 33% ha sviluppato nuovi sistemi di coltivazione o sistemi di automazione delle colture (31.5%).

Altro dato interessante è che il 66% del campione sviluppa internamente le proprie tecnologie, senza avvalersi di collaborazione con terze parti: solo il 12% ha cooperato con le università, il 2% con poli tecnologici e il 13% con altre aziende esterne. Ciò significa che circa il 70% delle startup mostra un livello di sviluppo autonomo notevolmente elevato, evidenziando una solida maturità tecnologica.

Guardando alle tecnologie più impiegate, l'Ia emerge come quella predominante, utilizzata dal 42,86% delle startup intervistate; seguono a ruota il machine learning, con un tasso di utilizzo del 37,14% e le biotecnologie con uno del 32,38%.

Per proteggere la proprietà intellettuale delle innovazioni create, elemento fondamentale per garantire la competitività sul mercato, oltre la metà delle startup (54,3%) implementa la registrazione di marchi nel proprio modello di business e il 40% possiede almeno un brevetto, mentre il 19% si affida al segreto commerciale.

Investimenti in Italia: lo stato dell’arte

Da una parte, a livello globale, gli investimenti nel Foodtech hanno registrato, nel secondo trimestre del 2023, un calo pari a circa il 61% rispetto all’anno precedente, dovuto principalmente ai conflitti geopolitici e alla crisi economica che hanno colpito a 360° tutti i settori. Dall’altra, invece, il mercato italiano emerge tra i più dinamici e in crescita con un +9% rispetto al 2022: nel 2023, infatti, le startup italiane hanno raccolto 167 milioni di euro (43% in fase seed; 32,3% in fase pre-seed), un dato che evidenzia la fiducia degli investitori nazionali e internazionali nel potenziale di crescita del segmento.

Non solo: tra gli investimenti di primo piano in Italia, spiccano anche i programmi di formazione sostenuti da realtà come Cdp Venture Capital Sgr e la stessa Eatable Adventures con Foodseed, il primo acceleratore nazionale nell’ambito foodtech italiano che, nel 2023, ha selezionato e accelerato sette realtà emergenti Made in Italy, destinando a ciascuna un investimento iniziale di 170 mila euro - con possibilità di incremento fino a ulteriori 500mila euro per le più performanti. Un programma pioniero che ha attirato l’interesse di primari partner di settore che hanno appoggiato l’iniziativa, tra cui Amadori e Cattolica, Business Unit di Generali Italia.

Sono sette le start up italiane selezionate per la I edizione dell’Acceleratore FoodSeed. Dopo uno screening su oltre 250 candidature, presentano soluzioni concrete alle principali sfide che colpiscono l’industria alimentare, sia a livello nazionale che globale. I progetti sono pronti a portare sul mercato soluzioni a forte impatto positivo sui comparti FoodTech e Agritech italiani: dal “cioccolato non cioccolato” ai sistemi di prevenzione contro lo stress idrico, passando per la fermentazione avanzata tramite onde sonore e la creazione di prodotti biologici in grado di estendere la shelf life dei prodotti. Le start up hanno ricevuto ciascuna un investimento iniziale di 170mila euro - con possibilità di incremento fino a ulteriori 500mila euro per le più performanti – e hanno beneficiato di un percorso di accelerazione di sei mesi per consolidare la propria proposta imprenditoriale.

L’acceleratore offre infatti un programma di coaching e mentoring che supporta le startup nel costruire relazioni e opportunità di networking in un’ottica di Open Innovation, per favorire la collaborazione di queste nuove imprese con le realtà tradizionali esistenti, facilitando la ricerca di investitori che credono nell’importanza dell’innovazione per affrontare le sfide cruciali in termini di sostenibilità nel settore alimentare, cuore pulsante dell’economia italiana.

Foreverland: il cioccolato del futuro sulle tavole degli italiani
Nata dall’intuizione di quattro giovani ragazzi, Foreverland porta sul mercato un prodotto rivoluzionario, alternativo, sostenibile e Made in Italy: il cioccolato senza cacao. Una soluzione per un settore che sta mettendo a dura prova il nostro Pianeta tra deforestazione, stress idrico, inquinamento per emissioni di carbonio e per consumo di CO2 e sfruttamento di oltre 1,5 milioni di bambini. È proprio partendo da questa imponente sfida che Foreverland crea Freecao, una svolta per il settore dolciario che, utilizzando la carruba - un legume tipico dell’area mediterranea di cui l’Italia è tra le maggior produttrici al mondo - può realmente produrre il cioccolato del futuro a basso impatto ambientale e sociale per sostenere il nostro sistema, pesare meno sulla coltivazione del cacao e aiutare l’ecosistema di imprese locali del settore. Grazie a sistemi di reverse engineering, trattamenti enzimatici e tecniche di fermentazione e tostatura, Freecao riduce dell'80% le emissioni di CO2 e del 90% il consumo di acqua rispetto alla produzione di cacao. Privo dei 9 principali allergeni, tra cui latte e frutta a guscio, non contiene glutine, caffeina né ingredienti artificiali, oltre a contare il 50% in meno di zuccheri rispetto al cioccolato al latte tradizionale; è quindi più sano per le persone.


Per il benessere del pascolo? Regrowth e il monitoraggio da remoto degli allevamenti
La mancanza di strumenti adeguati da parte delle aziende per la gestione degli allevamenti estensivi e l’insufficienza dei prodotti disponibili, ha portato alla luce Regrowth. Direttamente da Teramo arriva uno strumento di PLF (Precision Livestock Farming) per le aziende di produzione estensiva che consente ai contadini di monitorare da remoto la propria fattoria. Regrowth propone un sistema in grado di ridurre di circa il 60% le perdite di animali grazie a un’identificazione precoce delle malattie. E per il benessere del pascolo? Grazie a specifici protocolli, Regrowth è in grado di rilevare precocemente anche il sovra pascolamento causato da una cattiva gestione del gregge e dei pascoli. Non solo, i loro protocolli mirano a stimolare l'aumento della biodiversità del suolo, il sequestro di CO2, il ritegno idrico e molto altro. Infine, per facilitare la comunicazione sulla gestione del proprio allevamento, Regrowth rende i dati delle aziende agricole trasparenti e protetti da protocolli antimanomissione. Il team di Regrowth sta parallelamente adattando il suo sistema anche agli allevamenti intensivi per garantire una gestione ottimizzata e monitorare il livello di benessere degli animali.

Stress idrico e spreco d’acqua: ci pensa Soonapse
Tra cambiamento climatico, spreco d’acqua e assenza di mezzi innovativi che aiutino i contadini a comprendere lo stato di salute del suolo, il settore agricolo chiama aiuto. Soonapse, startup romana, ha sviluppato il primo Decision Support System (DSS) progettato specificamente per l’IoT. Un sistema AI Dual in grado di interpretare il cambiamento climatico e fornire previsioni con un’accuratezza del 99% consentendo agli agricoltori di ottimizzare l’utilizzo dell’acqua e non solo. Coniugando le informazioni di contesto, con gli eventi (ovvero i dati raccolti da sensori, droni e satelliti) e le previsioni, è possibile ad esempio prevedere lo stato dell'acqua in qualsiasi suolo/coltura per i 5 giorni successivi. Si parla di Smart o Precision Irrigation e si tratta di un modello predittivo che considera tutte le coltivazioni agricole, in grado di dare consigli anche sulla migliore coltivazione in base alla stagionalità. Ad oggi non esiste una tecnologia che garantisca questo livello di precisione. Con esperienza nel settore vitivinicolo, Soonapse sta portando le sue tecnologie anche a servizio degli enologi consentendo loro di migliorare la qualità della produzione tramite il controllo dei processi agricoli.

Un olio ozonizzato per un’agricoltura più sostenibile: la proposta di Agreen Biosolutions
Entro il 2030, le normative italiane (Piano Nazionale di Azione) ed europee (from Farm to Fork) ridurranno del 50% l'uso di pesticidi chimici e aumenteranno del 60% la superficie agricola coltivata con strumenti biologici rispetto a oggi. Purtroppo, il mercato non offre un numero sufficiente di prodotti in grado di proteggere le piante e replicare i comuni fitosanitari, sia in termini di efficacia che di costi. Il mercato agricolo ha, dunque, bisogno di un’alternativa che abbia la stessa efficacia e che sia comparabile a livello di costi. Direttamente da Udine, Agreen Biosolutions propone una soluzione per aiutare la transizione verso un’agricoltura più sostenibile: si tratta di un olio ozonizzato a concentrazione variabile di ozono, da applicare nei campi agricoli, in grado di garantire un effetto preventivo e/o curativo. Questo olio, certificato come “corroborante” e dall’effetto biostimolante e fitosanitario, consente di eliminare l’utilizzo di pesticidi chimici oltre che garantire un notevole risparmio economico agli agricoltori. Un prodotto dal valore unico in grado di stimolare il raccolto e proteggerlo.

From farm to Fork: Trusty a favore della trasparenza sulla tracciabilità dei prodotti
Per garantire trasparenza sulla catena di approvvigionamento alimentare, Trusty propone servizi di tracciabilità industriale in ambito ambientale, sociale e di corporate governance. La startup di Pescara ha sviluppato una piattaforma basata su blockchain, con una dashboard personalizzabile per ogni industria. Il sistema può essere utilizzato anche per integrare le informazioni provenienti dalle autorità ed emettere certificazioni di tracciabilità. Trusty segue l'intero ciclo di vita dei prodotti alimentari, from Farm to Fork, fornendo agli stakeholder della filiera informazioni affidabili e accurate sull'origine, la qualità e la sicurezza dei prodotti. I servizi della startup sono compatibili con alcune normative, come quella europea in merito alla Deforestation Free e di Smart Label. Un sistema di tracciabilità come questo può risolvere diversi problemi legati alla sicurezza alimentare e al monitoraggio delle emissioni di sostanze inquinanti durante la produzione. Partendo da filiere lunghe e complesse come quella del Cacao, del caffè e di altri prodotti tropicali, la startup può realmente contribuire a creare fiducia tra consumatori e produttori per un sistema alimentare più sostenibile.

Per aumentare la shelf life dei prodotti, AgreeNET
Contro lo spreco alimentare - uno dei maggiori problemi della catena alimentare - a tutela delle nostre materie prime e a sostegno dell’export italiano che pesa enormemente sul Pil nazionale, AgreeNET propone un materiale innovativo a base biologica e biodegradabile per l'imballaggio alimentare. AgreeNET ha ideato un Pod da inserire all'interno del packaging dei prodotti: grazie alle sostanze naturali che emette - componenti funzionali normalmente prodotte dalle piante per proteggersi da microrganismi patogeni - il Pod è in grado di allungare la shelf life dei prodotti anche di 20 giorni aiutando così i produttori alimentari a risolvere o a limitare il problema dello spreco alimentare.

Fermentazione avanzata grazie alle onde sonore
E se la terapia del suono diventasse utile anche per il comparto industriale? L’intuizione arriva direttamente da Perugia: Hypesound, la startup scelta dal programma di accelerazione ha sviluppato So'Sweep, un dispositivo che riproduce onde sonore per la fermentazione avanzata, in grado di accelerare la crescita dei microrganismi, aumentandone la produzione fino al 300%, riducendo tempi e costi. Al momento, Hypesound si sta concentrando nell'ottimizzazione della produzione di alghe, in particolare in Spirulina e Chlorella, ma le applicazioni della tecnologia coinvolgono l’intero settore delle biotecnologie.

Progetto per valorizzare i tecnologi alimentari

Avviare un progetto di comunicazione per valorizzare il ruolo dei tecnologi alimentari all'interno dell'industria per far comprendere al grande pubblico e agli addetti ai lavori la loro importanza per l'intero sistema agroalimentare. È l'obiettivo del protocolli di intesa siglato da Federalimentare e il Consiglio dell'Ordine nazionale dei tecnologi alimentari (Otan) che prevede, tra l'altro la partecipazione ad eventi e Fiere nazionali come Cibus e Tuttofood. «I tecnologi svolgono un ruolo poco conosciuto, ma assolutamente fondamentale per preservare nel tempo la qualità e la sicurezza degli alimenti - sottolinea il presidente di Federalimentare Paolo Mascarino -. Una scienza che ha cominciato a svilupparsi all'inizio del XIX secolo facendo passi da gigante e ci consente di usufruire di beni e servizi che ora ci sembrano normali, ma che un tempo erano impensabili, come la refrigerazione, il packaging sterile, il latte in polvere o il caffè decaffeinato, tanto per fare alcuni esempi».

«Gran parte di ciò che arriva sulle nostre tavole è il frutto di una ricerca continua che, partendo dalla nostra migliore tradizione alimentare, è riuscita a valorizzarla e attualizzarla, rendendola più rispondente alle esigenze della società - afferma Laura Mongiello, presidente di Otan - mantenendo saldi i principi della sicurezza, della salute e della soddisfazione e del gusto, oggi, grazie all'industria, possiamo acquistare alimenti di elevata qualità, accessibili nel prezzo, facili da conservare, pratici da utilizzare e rispettosi dei criteri che li rendono buoni non soltanto per noi ma anche per l'ambiente".

Nasce "Mediterranea" per lo sviluppo delle filiere

Unione Italiana Food - tra le maggiori associazioni di rappresentanza dell’alimentare in Europa con oltre 900 marchi che finiscono sulle tavole di tutto il mondo - e Confagricoltura – la più antica organizzazione che rappresenta il 45% della produzione agricola nazionale - siglano un’alleanza che unisce mondo della trasformazione industriale e settore primario, mettendo al centro il modello mediterraneo e le sue filiere. Nasce così l’associazione Mediterranea, una compagine che esprime un valore di 106 miliardi di euro (56 miliardi per l’industria e 49,2 miliardi per la parte agricola, incluso il valore aggiunto) e offre lavoro a oltre 650mila addetti, coinvolgendo 2/3 delle imprese agricole italiane. Il presidente di Mediterranea è Massimiliano Giansanti, il vicepresidente Paolo Barilla.

L’iniziativa affonda le radici sul successo del “Protocollo d’intesa grano duro-pasta”, con l’obiettivo di estendere il modello ad altre filiere rappresentate da Unione Italiana Food e Confagricoltura fra cui, ad esempio, quello del pomodoro o del grano tenero nelle sue declinazioni di prodotto, quali pane, pizza e dolci. L’alleanza riporta in auge le attività del Consorzio per la promozione della dieta mediterranea che anni fa realizzava, insieme con Ice, campagne di promozione e informazione al consumatore valorizzando all’estero le eccellenze italiane del food. Un’esperienza positiva che dal 2017 a oggi ha consentito di raddoppiare sia il numero dei contratti di coltivazione tra pastai e mondo agricolo e cooperativo (da 6mila a più di 12mila), sia la superficie agricola oggetto di accordo (200mila ettari, più del 15% dell'intera superficie agricola nazionale vocata a grano duro). Dagli accordi di filiera provengono oggi oltre 700mila tonnellate di grano duro italiano che hanno garantito all’industria molitoria il grano “giusto” per la produzione di semole adeguate alle esigenze dell’industria pastaria e agli agricoltori italiani un’equa remunerazione, al riparo dalle oscillazioni del mercato, con premi di produzione legati al raggiungimento di specifici parametri qualitativi e di sostenibilità. Un progetto fondamentale che Unionfood e Confagricoltura intendono ora replicare su larga scala con Mediterranea.

Tra le attività previste dall’associazione, elaborare elementi, notizie, informazioni e dati relativi alla dieta mediterranea; organizzare ricerche e studi, dibattiti e convegni su temi economici e sociali di interesse; progettare e organizzare iniziative e campagne promozionali e di comunicazione per la conoscenza e diffusione della dieta mediterranea, agendo così anche come soggetto di raccolta fondi pubblici e privati destinati agli obiettivi associativi; ideare e realizzare ogni altra azione e iniziativa volta a supportare la dieta mediterranea, le sue filiere produttive o i suoi singoli prodotti, ingredienti e nutrienti.


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