sabato 27 maggio 2023
Nel distretto aerospaziale campano si lavora ai prototipi destinati a rivoluzionare trasporti e mobilità. Carrino: «Siamo in grado di elaborare proposte su scala mondiale»
Un rendering di Hyplane, progetto di jet ipersonico

Un rendering di Hyplane, progetto di jet ipersonico - Distretto aerospaziale campano

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Voli ipersonici che consentiranno di coprire la tratta Napoli-New York in due ore, taxi volanti che cambieranno il panorama delle nostre città. Senza dimenticare la trattativa in corso con il patron di Amazon, Jeff Bezos, che guarda sempre più all’aerospazio come a un settore in cui investire e di cui servirsi in futuro per rendere sempre più veloce la consegna delle merci, grazie ai droni. È a questi progetti che si sta lavorando nel Distretto aerospaziale campano, nato 11 anni fa, primo in Italia per numero di addetti (13mila addetti, circa 55mila considerando quelli indiretti e l’indotto) e il secondo per valore prodotto (al primo posto c’è l’industria aerospaziale lombarda).

ostituito da 192 soci, 27 grandi imprese (tra cui Leonardo, Avio Aero, Mbda, Magnaghi), 19 università e centri di ricerca specializzati, 140 piccole e medie imprese, da quasi un secolo l’aerospazio è tra i settori più floridi dell’economia campana e dell’intero Mezzogiorno. Proprio in Campania fu progettato e costruito, negli anni ’50 del secolo scorso, il primo aereo supersonico italiano: l’Aerfer Sagittario 2, un caccia monomotore, costruito nello stabilimento Aerfer di Pomigliano.

«Quando abbiamo deciso di dare il via ai nostri nuovi progetti – racconta il presidente del Distretto aerospaziale campano, Luigi Carrino –, ci siamo detti: “Perché l’Italia deve rinunciare a fare proposte, in un momento in cui altri progetti simili sono in fase più o meno avanzata in diverse parti del mondo?” Le nostre aziende sono perfettamente in grado fare la loro parte e di elaborare le loro proposte su scala mondiale. In Italia e in Campania vi sono infatti quelle competenze aeronautiche e spaziali necessarie a elaborarle e svilupparle».

Il progetto più ambizioso a cui lavorano le imprese aerospaziali campane è Hyplane. Nato in collaborazione con l’Università Federico II di Napoli, il progetto darà vita a un aereo ipersonico per sei passeggeri capace, spiega Carrino, di «coprire una tratta come Napoli-New York in sole due ore, volando fino a cinque volte la velocità del suono e raggiungendo un’altitudine anche di 100 chilometri: dovremo abituarci presto a voli del genere, a voli suborbitali e alla crescita del turismo spaziale ».

Il Distretto aerospaziale campano ha voluto dire la sua anche sulla progettazione di taxi volanti, di cui già esistono sperimentazioni in Italia e nel resto del mondo. Si conta di far partire i primi test nel giro di tre o quattro anni. « Non si tratta di elicotteri, ma di veri e propri autoplani a decollo e atterraggio verticale, privi di eliche esterne – dunque diverso dal taxi volante in fase di sperimentazione presso l’aeroporto di Fiumicino –, e pertanto più sicuro durante tutte le fasi del volo. I rotori interni sono alimentati da motori elettrici, dunque a bassissimo impatto acustico. In sostanza, si tratterà di un mezzo molto simile alle auto che circolano a terra.

Partirà non solo dagli aeroporti, ma anche da strutture più leggere come i vertiporti, piattaforme per il decollo e atterraggio verticale che sorgeranno nelle nostre città e a cui dovremo presto abituarci nel prossimo futuro ». Riguardo alla trattativa in corso con Bezos, Carrino non si sbilancia, ma dice: « Non dobbiamo meravigliarci se in futuro lo spazio apparterà sempre più ai privati, che si si tratti di Elon Musk o di Jeff Bezos. E non dobbiamo meravigliarci nemmeno se cercano in Campania e in altre parti d’Italia dei partner commerciali e dei fornitori».

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