giovedì 2 maggio 2019
Un lavoratore italiano su tre (32,5%) afferma che non vi è il minimo interesse da parte della propria azienda in merito al suo stato psicologico/emotivo. Il 15% si sente giornalmente "sotto pressione"
Stress e lavoro, indagine sul benessere mentale
COMMENTA E CONDIVIDI

Obiettivi da raggiungere, orari di lavoro infiniti, richieste continue da soddisfare: spesso il lavoro può creare dei veri e propri disagi psicologici, dettati da ansia e stress. Se poi a questi vengono aggiunti i problemi personali, la situazione può solo peggiorare. L'indagine Workforce View 2019 di Adp esplora il modo in cui i dipendenti percepiscono le problematiche più attuali sul posto di lavoro e il futuro del lavoro. In Italia è stato intervistato un campione di 1.400 lavoratori.

Uno su tre (il 32,5%) ha affermato che non vi è il minimo interesse da parte dell’azienda per cui lavora in merito al proprio benessere e stato psicologico/emotivo. il 36,9% afferma invece che vi è un interesse, ma molto superficiale. Solo uno su cinque (il 22%) crede vi sia abbastanza attenzione, ma è solo l’8,2% che afferma che l’interesse è forte e reale.

«È molto preoccupante vedere quanti dipendenti non si sentono a loro agio nell'aprirsi sulle proprie difficoltà. I problemi di salute mentale e psicologica sono spesso responsabili dell'assenteismo sul posto di lavoro e non c'è motivo per cui non dovrebbero essere trattati allo stesso modo di una malattia fisica, piuttosto che qualcosa di cui vergognarsi. La maggior parte delle aziende vuole davvero supportare i dipendenti, ma parlare dell'argomento non è sempre facile – dichiara Virginia Magliulo, general manager Adp Italia -. Un buon inizio è dare l'esempio: se i dipendenti vedono figure di alto profilo che si aprono su questioni come stress e salute mentale, ciò li aiuta a capire che anche loro possono farlo. Guidando i dipendenti in modo aperto e aiutandoli a sentirsi a proprio agio nell'affrontare eventuali problemi che stanno vivendo, le aziende possono creare una forza lavoro più motivata».

Alla domanda “a chi ti rivolgeresti in azienda per parlare di un tuo eventuale problema di ansia o stress, o psicologico?”, il 25% dei dipendenti italiani ha risposto che non ne parlerebbe con nessuno, solo il 15% con il proprio capo mentre il 60% coi colleghi. Questo potrebbe significare che molti dipendenti stanno perdendo il supporto di cui hanno bisogno per far fronte ai propri problemi psicologici sul lavoro.

Il 15% degli intervistati ha poi dichiarato di subire stress tutti i giorni, il 20% di subire una pressione eccessiva almeno due-tre volte a settimana, l’8,7% arriva a 4-6 volte a settimana. Solo il 13% dice di stare bene e di non subire ansia o stress. Questa percentuale sale al 25% per gli over 55 mentre nella fascia 25-34 anni scende all’8%.

I settori con il livello di stress maggiore sono: vendita al dettaglio, ristorazione e tempo libero e servizi finanziari, tutti con un lavoratore su cinque che prova quotidianamente dello stress.

«L’organizzazione Mental Health Europe avverte come la promozione di una salute mentale positiva sul luogo di lavoro possa iniziare con la creazione di una cultura di apertura, dove il “come stai?” diventi un normale argomento di conversazione. Occorre poi che l’azienda prenda un impegno serio a livello di governance promuovendo attività in questo campo, ad esempio con report e test che vadano a indagare sulla salute dei dipendenti, formando i datori di lavoro e i manager in modo che si studino, all’interno dell’azienda, dei percorsi personalizzati per i lavoratori che stanno vivendo un periodo difficile e hanno necessità di supporto», conclude Magliulo.

Il quadro è simile nei altri Paesi europei, con i dipendenti polacchi che sono i più stressati quotidianamente a lavoro (25%). Analogamente, i dipendenti dei Paesi Bassi sostengono di non provare mai dello stress (22%), una percentuale notevolmente superiore rispetto alla Germania, dove solo il 4% segnala questo livello di tranquillità sul posto di lavoro. Sempre a livello europeo, la fascia demografica 16-34 dichiara non avrebbe nessun problema ad ammettere con capo o colleghi di avere un problema di stress o psicologico (78%), mentre tra gli over 55 la percentuale scende al 61%.




© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: