mercoledì 25 novembre 2015
Quasi un ragazzo su due (47%) tra i 16 e 25 anni sceglie un determinato percorso di studi perché spinto dall’interesse e dalla passione per le materie che andrà a intraprendere. Il 26% decide in funzione dei propri obiettivi professionali e per il 17% la via è indicata dai genitori (nella foto Andrea Malacrida, ad di Adecco Italia).
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La passione muove ancora le scelte di studio dei giovani italiani. Quasi un ragazzo su due (47%) tra i 16 e 25 anni sceglie un determinato percorso di studi perché spinto dall’interesse e dalla passione per le materie che andrà a intraprendere. Il 26% decide in funzione dei propri obiettivi professionali e per il 17% la via è indicata dai genitori.  Questi sono solo alcuni dei dati emersi da un’indagine Adecco, che ha analizzato le ambizioni di 829 giovani. Spesso Il lavoro della propria vita è quello che permette di ottenere stabilità economica, opinione condivisa dalla maggior parte dei giovani. Per l’11% “guadagnare molti soldi” è il principale obiettivo, anche se lo stimolo di crescita e il piacere nel fare la propria professione rimangono i valori e le ambizioni trainanti rispettivamente per il 47 e 30% degli intervistati. I ragazzi vedono nella voglia di imparare, nella determinazione e nel senso di responsabilità le prime tre attitudini più importanti per trovare il lavoro al quale si ambisce, ma, incredibilmente, pongono la conoscenza dell’inglese al 17° posto, fattore che precede di una sola posizione la cura del proprio aspetto. L’economia è il settore di studio che attrae il 14% dei giovani intervistati, seguito dall’ingegneria industriale e dell’informazione (11%) e dalle scienze matematiche, informatiche e tecnologiche, prima scelta per l’8% dei ragazzi. Le materie umanistiche (scienze storiche, filosofiche, psicologiche) e artistiche rappresentano la scelta di studio, e di vita, per il 6% delle persone comprese tra i 16 e i 25 anni. "La voglia di imparare, di mettere passione e ricevere stimoli dai propri studi e dal proprio lavoro – commenta Andrea Malacrida, amministratore delegato Adecco Italia – non può che farci guardare al futuro con ottimismo. Al contempo emerge dalla ricerca uno scollamento dalla quotidiana realtà lavorativa e l’idea che molti giovani, negli anni di studio, si fanno del mondo del lavoro. Il tema della conoscenza della lingua inglese, percepita ancora come skill di secondo piano ne è un esempio lampante. Istituzioni e società come Adecco hanno la possibilità e il dovere di aiutare i ragazzi a ricalibrare già in giovane età alcuni elementi della propria formazione che diventeranno poi fondamentali nell’effettiva ricerca della propria professione".
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