martedì 20 febbraio 2024
L'accordo tra Stati membri UE e Parlamento Europeo apre la strada a certificazioni volontarie per la rimozione di CO2. L'obiettivo è incentivare tecnologie innovative e carbon farming
Contro il greenwashing certificazioni europee per la rimozione della CO2

Ansa

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Accordo tra Stati membri Ue e Parlamento Europeo sul regolamento per certificazioni volontarie della rimozione di anidride carbone (CO2). Rimane a questo punto la conferma formale del Consiglio Ue (Stati membri) ed Europarlamento perché la normativa possa entrare in vigore.

"La certificazione – commenta la Commissione Europea in una nota – darà slancio a tecnologie innovative di rimozione e di carbon farming (la rimozione nel quadro agricolo ndr) che contribuiscono agli obiettivi climatici, ambientali e di inquinamento zero dell’Ue". Interessati sono quattro tipi di attività di riduzione. La rimozione industriale permanente, con lo stoccaggio di CO2 per vari secoli; prodotti per lo stoccaggio temporaneo di CO2 ma di lunga durata (almeno 35 anni), ad esempio strutture costruite in legno; stoccaggi temporanei di anidride carbonica attraverso il carbon farming in agricoltura (ad esempio con il ripristino delle foreste e del suolo, gestione dei terreni umidi, prati di alghe e simili); riduzione delle emissioni dal suolo.

Starà alla Commissione presentare entro il 2026 un rapporto di fattibilità delle attività di certificazione, che dovranno comunque fondarsi su quattro criteri: quantificazione, essere qualcosa di aggiuntivo, stoccaggio di lunga durata e sostenibilità. Stati membri ed Europarlamento hanno aggiunto alla proposta iniziale della Commissione un registro a livello Ue, che dovrà entrare in vigore quattro anni dopo l’entrata in vigore del regolamento.

Secondo la Commissione, "rimozioni certificate di Co2 possono essere la base di nuove opportunità economiche e possono essere monetizzata con schemi privati e sostegni del settore pubblico, oltre a generare vantaggi commerciali: i consumatori potrebbero voler premiare pratiche favorevoli all’ambiente". L’accordo "è un passo avanti verso il riconoscimento del ruolo dell’agricoltura nella mitigazione dei cambiamenti climatici" commenta Confagricoltura, che però critica la mancata inclusione della riduzione delle emissioni di metano.



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