lunedì 30 giugno 2014
Nella prima fase di gestione degli esuberi del nuovo piano industriale 2014-18, i sindacati sono riusciti a ottenere l'impegno a creare nuova occupazione. Prevista anche la stabilizzazione di 670 apprendisti.
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È stato raggiunto, dopo tre giorni di trattativa ininterrotta, l'accordo tra sindacati e Unicredit sulla prima fase di gestione degli esuberi del nuovo piano industriale 2014-18. I sindacati, afferma una nota della Fabi, sono riusciti a ottenere da parte dell'azienda l'impegno a creare nuova occupazione, con la garanzia di assunzione per 800 giovani e la stabilizzazione di 670 apprendisti, il riconoscimento straordinario del premio aziendale per tutti i lavoratori, nonostante i risultati di bilancio fortemente negativi, e infine e a condividere forme di incentivi equi e innovativi anche per i 2.400 pensionamenti previsti entro il 2018, in una prima fase volontari. A margine dell'intesa è stato inoltre sottoscritto un protocollo sulle prospettive di rilancio che stabilisce tempistiche certe e linee guida sulle quali si svilupperà il confronto sulle altre materie non ancora del tutto disciplinate, a cominciare dalla questione degli inquadramenti, del welfare e dell'equità sociale che da tempo è al centro dell'attenzione dei rappresentanti dei lavoratori. "In un momento di grande difficoltà per il Paese e soprattutto per il settore, credo si sia riusciti con responsabile senso pratico a sottoscrivere un accordo decisamente dignitoso, equilibrato e di prospettiva, che guarda anche al futuro, con la garanzia di nuovi posti di lavoro per i giovani", commenta Mauro Morelli, segretario nazionale della Fabi. "Crediamo - aggiunge - che sia stata un elemento fondamentale per la positiva conclusione della trattativa la compattezza dimostrata dalle organizzazioni sindacali, che sono riuscite a respingere in maniera decisa le posizioni ricattatorie dell'azienda, inizialmente determinata a finanziare le uscite imponendo ai lavoratori pesanti sacrifici, come il taglio di istituti fondamentali della contrattazione. Questo accordo è la dimostrazione che l'abbandono di pregiudizi ideologici porta a risultati comunque soddisfacentianche per i lavoratori e dovrebbe essere occasione di riflessione e forse esempio per altri tavoli negoziali".
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