lunedì 22 aprile 2024
Siglato un accordo per la realizzazione di un maxi-impianto con il metodo Esp che consente di produrre lamitati sottili eliminando le emissioni di carbonio
Acciaio verde, il gruppo cinese Zhongshou sceglie tecnologia Arvedi
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I cinesi scelgono la tecnologia italiana per rendere green la produzione di acciaio. Il gruppo Zhongshou Special Steel ha commissionato una linea Arvedi Esp a Primetals Technologies per il suo stabilimento di Luanzhou, nella provincia di Hebei.

L'accordo è stato siglato dalle parti a Vienna il 17 aprile alla presenza dei rappresentanti governativi cinesi e austriaci. Le sedi di Primetals Technologies in Austria, Cina e Germania forniranno l'intera gamma di componenti meccanici, nonché le soluzioni elettriche e di automazione. La piena operatività dell'impianto è prevista per la fine del 2025.

L’acciaio è un materiale naturalmente sostenibile, poiché il 100% dell’acciaio rottamato può essere riciclato, non perdendo le sue proprietà. Ma si può fare un passo in più: vale a dire una produzione che consenta un taglio di emissioni di Co2 significativo. La tecnologia Arvedi ESP è l'unica ufficialmente certificata per la colata e la laminazione di lastre sottili a zero emissioni di carbonio ed è la più efficiente dal punto di vista energetico per produrre nastri e laminati a caldo di alta qualità.

Zhongshou ha scelto Arvedi ESP per la transizione dal percorso convenzionale. Si tratta del nono impianto del suo genere in Cina e il più potente sul mercato a oggi. Questo grazie al suo design, composto da una macchina di colata lunga, quattro banchi di laminazione ad alta riduzione e cinque banchi di laminazione di finitura. L'impianto laminerà il trefolo appena colato a partire da uno spessore di 130 millimetri. Questo consentirà di rifornire il mercato dei prodotti di base ad alti tassi di produttività, nonché nicchie di mercato che hanno bisogno di acciaio a bassa lega ad alta resistenza come il settore automobilistico, con spessori di bobina compresi tra 0,7 e 12,7 millimetri.

L'impianto Arvedi ESP incorpora sistemi elettrici e di automazione avanzati, con i più recenti modelli di software di automazione e sistemi di controllo tecnologici per ottenere un'eccezionale qualità del prodotto.La tecnologia Esp trasforma in un ciclo estremamente compatto l’acciaio, prodotto al forno elettrico o dal convertitore, in rotoli di acciaio di qualità e spessori sottili che gli impianti convenzionali non erano in grado di produrre o producono a costi non competitivi. Realizza la trasformazione diretta dell’acciaio liquido, in soli 180 metri e in 15 minuti, tramite colata e laminazione in linea, sfruttando il contenuto energetico dell’acciaio liquido e la sua elevata plasticità alle alte temperature.

"Abbiamo un obiettivo chiaro: essere all'avanguardia nella produzione di acciaio verde sia sul mercato nazionale sia su quello internazionale e, allo stesso tempo, essere in grado di competere sui mercati protetti dalle regole del Carbon Border Adjustment", ha dichiarato il presidente di Zhongshou, Zheng Ting Wen. "Attualmente i produttori di acciaio di tutto il mondo - ha affermato Andreas Viehböck, responsabile delle tecnologie upstream di Primetals Technologies - si stanno preparando a decarbonizzare i loro percorsi produttivi. Zhongshou compie un passo decisivo in questa direzione con l'investimento nel dodicesimo impianto ESP al mondo, che consentirà all'azienda di raggiungere zero emissioni di CO2 nella fase di colata e laminazione".

Il gruppo Arvedi (con quartier generale a Cremona) può vantare la prima acciaieria al mondo a zero emissioni nette di anidride carbonica, come testimoniato dall’ente internazionale Rina. L'attestato consente all'acciaieria, da settembre 2022, «di fornire acciaio al carbonio prodotto negli stabilimenti di Cremona e Trieste emettendo contestualmente il certificato di zero emissioni nette di CO2 per tutte le tipologie e lavorazioni di acciaio». Un risultato ottenuto grazie a un piano di decarbonizzazione lanciato nel 2018 con ingenti investimenti in impianti, tecnologia, ricerca e sviluppo: solo per la riconversione industriale dell'area a caldo del sito di Trieste lo sforzo è stato di 260 milioni di euro.

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