lunedì 12 febbraio 2018
Un accordo che rende operative le regole già esistenti per rendere più flessibile l'accesso al credito e al tempo stesso tutelare gli istituti di credito in caso di mancato pagamento
Vincenzo Boccia, Andrea Orlando, Paolo Gentiloni, Pier Carlo Padoan, Giovanni Sabatini alla firma dell'accordo Abi-Confindustria

Vincenzo Boccia, Andrea Orlando, Paolo Gentiloni, Pier Carlo Padoan, Giovanni Sabatini alla firma dell'accordo Abi-Confindustria

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Garanzie più flessibili per le imprese e tempi di recupero dei crediti più veloci per le banche. È questo il doppio binario su cui si muove l’accordo siglato ieri a Palazzo Chigi dal presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia e dal direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini, alla presenza del presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni e dei ministri dell’Economia, Pier Carlo Padoan e della Giustizia, Andrea Orlando. Un passaggio cruciale nel percorso di modernizzazione delle relazioni tra banche e imprese. Punto cruciale l’utilizzo di due misure introdotte due anni fa, ma rimaste sino ad oggi inapplicate, il cosiddetto Patto Marciano alle imprese e il Pegno mobiliare non possessorio a garanzia di finanziamenti bancari, introdotti dal decreto legge 59 del 4 maggio 2016. L’obiettivo di queste nuove forme di garanzia è quello di migliorare l’accesso al credito per le imprese e rafforzare la ripresa economica. Ma anche di ridurre i rischi a cui è stato esposto il sistema bancario con la crisi economica iniziata nel 2008.

Di fatto il patto Marciano prevede che la banca possa escutere (vale a dire espropriare) il bene posto a garanzia del finanziamento (non l’abitazione principale) in caso di inadempienza protratta per sei mesi, senza passare dal giudice. Il ministero dell’Economia stima che il nuovo strumento possa ridurre di circa tre anni (dagli attuali 7-8) i tempi medi di escussione delle garanzie. Tuttavia sino ad oggi nessuna banca lo ha applicato per paura di perdere clienti. Adesso si punta a superare questa empasse introducendo delle clausole più vantaggiose per le imprese, ad esempio l’allungamento dei mutui immobiliari aziendali fino a 30 anni e la possibilità di estendere la garanzia sul credito ad altri beni rispetto a quelli originariamente indicati. In questa direzione va anche la possibilità (tramite lo strumento del Pegno mobiliare non possessorio) di ottenere finanziamenti legati agli immobili dell’impresa che saranno considerati strumentali, quindi essenziali per lo svolgimento dell’attività, e non elementi di patrimonio.

«Occorre dare ossigeno alle imprese dal punto di vista del credito e proseguire nel consolidamento del sistema bancario» ha detto il premier Gentiloni. Per il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan si sta assistendo ad un «ritorno alla normalità del sistema bancario» con la forte caduta delle sofferenze bancarie testimoniata dal bollettino di Bankitalia che evidenzia il crollo degli npl dagli 86 miliardi del 2016 ai 64 dell’anno scorso. Anche il direttore generale di Abi Giovanni Sabatini ha sottolineato come le nuove misure di garanzia del credito aiuteranno «lo smaltimento degli npl delle banche già in atto». Per Confindustria si tratta di misure molto importanti che vanno nella direzione di una ripresa sostenuta dalla politica negli ultimi anni. «Il successo del nostro governo è il successo del nostro Paese» ha detto il presidente Vincenzo Boccia mettendo l’accento sulla crescita degli investimenti privati del 30% e delle esportazione del 7% dovuti a provvedimenti come Industria 4.0 e Jobs Act. Un appello a proseguire sulla strada delle riforme, a meno di un mese dal voto, che Gentiloni ha subito raccolto e rilanciato. «L’Italia ha bisogno di tutto tranne che di andare fuori strada e buttare alle ortiche quanto fatto». Anche, anzi soprattutto, in tema di sostegno alle imprese.<+RIPRODUZ_RIS>

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