«Le auto di oggi? Tutte uguali, solo Ferrari ha una visione»
Flavio Manzoni, responsabile del Centro Stile di Maranello: «L’Intelligenza Artificiale soffoca la fantasia perché non può immaginare il futuro»

«Oggi le automobili sono tutte uguali nel design, c’è troppa omologazione con la tendenza a lavorare in modo conservativo e in alcuni casi riproporre il passato, inoltre l’Intelligenza Artificiale “soffoca” la fantasia perché non può immaginare il futuro...». Pensieri e parole accorate di Flavio Manzoni, uno che può insegnare design a tutto il mondo. E non solo perchè è il responsabile del Centro Stile Ferrari. Sessant’anni, un percorso entusiasmante, da Torino (Lancia e Maserati) a Barcellona (Seat), ancora a Torino (per il primo restyling della Fiat 500) chiamato dall’Avvocato Agnelli, passando poi al Gruppo Volkswagen (2006) per approdare nel 2010 alla Ferrari dove ha creato il nuovo Centro Stile e ha firmato modelli prestigiosi. Con lui la Ferrari ha vinto per quattro volte il Compasso d’Oro (per Ferrari F12 berlinetta, FXX K, Monza SP1, Purosangue).
Partendo dalle libertà stilistiche e dalla capacità di inventare e innovare, Flavio Manzoni spiega perché l’auto ha perso un po’ di quel fascino antico che l’ha resa pari a oggetti d’arte: «Oggi - dice - domina l’omologazione. I motivi sono molteplici e differenti: alcuni Costruttori hanno un atteggiamento conservativo, con gli stessi criteri per tutta la gamma, altri invece come i nuovi players hanno adottato l’intelligenza artificiale che “uccide” la fantasia creativa perché è uno strumento che rielabora ciò che già c’è ma non può immaginare un futuro diverso». L’omologazione del design ha reso lontani i tempi della grande scuola dei carrozzieri italiani e torinesi in particolare, gli stilisti dell’auto: «Abbiamo perso quello spirito visionario che avevano i grandi maestri. Non bisogna riproporre il passato, ma avere il coraggio di osare, di cercare nuove soluzioni. Non dobbiamo mai dimenticarci della capacità umana, di immaginare e di osare, di creare qualcosa di nuovo, che in pratica vuol dire parlare di innovazione».
Modelli omologati, gamme molto simili, e l’elettrificazione hanno inciso su ingombri, pesi e misure, ma proprio dall’innovazione tecnologica può arrivare lo stimolo per approfondire la ricerca stilistica: «Fare cose conservative è facile, più impegnativo e difficile è inventare qualcosa di nuovo in un momento in cui la complessità tecnologica e tecnica delle vetture è diventata molto elevata e bisogna fare i conti con una realtà che ti spinge sempre di più verso linguaggi complessi. Una spinta arriva da ingegneria e da tecnologie delle auto: cambiano spazi e modi di costruire, è un'opportunità per i designer».
Coraggio e fantasia, un invito a giovani designer chiamati tra il pubblico a visitare la mostra “Ferrari Design. Creative Journeys 2010-2025” al Mauto di Torino. «La Ferrari va controcorrente. Avere all’interno il Centro Stile ha favorito le sinergie tra i reparti, uno scambio tecnico importante tra chi si occupa di aerodinamica, ingegneri dediti a materiali e tecnologie, un passo decisivo per l’evoluzione. Per esempio, solo il diffusore aerodinamico richiede un lavoro pazzesco ma fondamentale: se guardi tutte le auto del mondo hanno qualcosa che sembra un diffusore ma non lo è. Quanti elementi fake che non servono a nulla hanno la macchine di oggi? In una Ferrari invece tutto quello che vedi serve, è funzionale».
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