«Le auto di oggi? Tutte uguali, solo Ferrari ha una visione»

Flavio Manzoni, responsabile del Centro Stile di Maranello: «L’Intelligenza Artificiale soffoca la fantasia perché non può immaginare il futuro»
November 25, 2025
«Le auto di oggi? Tutte uguali, solo Ferrari ha una visione»
Flavio Manzoni, Chief design officer di Ferrari/ ANSA
«Oggi le automobili sono tutte uguali nel design, c’è troppa omologazione con la tendenza a lavorare in modo conservativo e in alcuni casi riproporre il passato, inoltre l’Intelligenza Artificiale “soffoca” la fantasia perché non può immaginare il futuro...». Pensieri e parole accorate di Flavio Manzoni, uno che può insegnare design a tutto il mondo. E non solo perchè è il responsabile del Centro Stile Ferrari. Sessant’anni, un percorso entusiasmante, da Torino (Lancia e Maserati) a Barcellona (Seat), ancora a Torino (per il primo restyling della Fiat 500) chiamato dall’Avvocato Agnelli, passando poi al Gruppo Volkswagen (2006) per approdare nel 2010 alla Ferrari dove ha creato il nuovo Centro Stile e ha firmato modelli prestigiosi. Con lui la Ferrari ha vinto per quattro volte il Compasso d’Oro (per Ferrari F12 berlinetta, FXX K, Monza SP1, Purosangue).
Partendo dalle libertà stilistiche e dalla capacità di inventare e innovare, Flavio Manzoni spiega perché l’auto ha perso un po’ di quel fascino antico che l’ha resa pari a oggetti d’arte: «Oggi - dice - domina l’omologazione. I motivi sono molteplici e differenti: alcuni Costruttori hanno un atteggiamento conservativo, con gli stessi criteri per tutta la gamma, altri invece come i nuovi players hanno adottato l’intelligenza artificiale che “uccide” la fantasia creativa perché è uno strumento che rielabora ciò che già c’è ma non può immaginare un futuro diverso». L’omologazione del design ha reso lontani i tempi della grande scuola dei carrozzieri italiani e torinesi in particolare, gli stilisti dell’auto: «Abbiamo perso quello spirito visionario che avevano i grandi maestri. Non bisogna riproporre il passato, ma avere il coraggio di osare, di cercare nuove soluzioni. Non dobbiamo mai dimenticarci della capacità umana, di immaginare e di osare, di creare qualcosa di nuovo, che in pratica vuol dire parlare di innovazione».
Modelli omologati, gamme molto simili, e l’elettrificazione hanno inciso su ingombri, pesi e misure, ma proprio dall’innovazione tecnologica può arrivare lo stimolo per approfondire la ricerca stilistica: «Fare cose conservative è facile, più impegnativo e difficile è inventare qualcosa di nuovo in un momento in cui la complessità tecnologica e tecnica delle vetture è diventata molto elevata e bisogna fare i conti con una realtà che ti spinge sempre di più verso linguaggi complessi. Una spinta arriva da ingegneria e da tecnologie delle auto: cambiano spazi e modi di costruire, è un'opportunità per i designer».
Coraggio e fantasia, un invito a giovani designer chiamati tra il pubblico a visitare la mostra “Ferrari Design. Creative Journeys 2010-2025” al Mauto di Torino. «La Ferrari va controcorrente. Avere all’interno il Centro Stile ha favorito le sinergie tra i reparti, uno scambio tecnico importante tra chi si occupa di aerodinamica, ingegneri dediti a materiali e tecnologie, un passo decisivo per l’evoluzione. Per esempio, solo il diffusore aerodinamico richiede un lavoro pazzesco ma fondamentale: se guardi tutte le auto del mondo hanno qualcosa che sembra un diffusore ma non lo è. Quanti elementi fake che non servono a nulla hanno la macchine di oggi? In una Ferrari invece tutto quello che vedi serve, è funzionale».

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