Latte Sano brucia le tappe sugli obblighi Ue: dal 2026 una confezione "vegetale"

Una nuova linea di confezionamento (parte di un piano d'investimenti da 7 milioni) nell'impianto di Rieti, da 50 anni nel gruppo lattiero-caseario
November 11, 2025
Latte Sano brucia le tappe sugli obblighi Ue: dal 2026 una confezione "vegetale"
Un’azienda rigorosamente 100% “made in Lazio”. È l’esaltazione dell’azienda di prossimità Fattoria Latte Sano, che ha uno dei suoi due poli produttivi a Rieti, nell’Alto Lazio, lungo le sponde del fiume Velino: è qui che festeggia i 50 anni dall’ingresso nel gruppo la Centrale del Latte di Rieti (Clar), nata a sua volta nel 1955. Una presenza consolidata che l’azienda vuole ora rafforzare con 7 milioni d’investimenti entro fine 2026, finalizzati (ma nello stabilimento della Muratella, alle porte di Roma) ad accrescere la capacità di stoccaggio e ad anticipare i nuovi obblighi ambientali europei (che scatteranno per tutti dal 2030): sarà installata una nuova linea di confezionamento per il latte bio, che avrà una confezione integralmente riciclata e anche di origine vegetale.  
È qui che nascono tutti i prodotti caseari di questo terzo operatore del latte fresco in Italia (i suoi prodotti sono diffusi in 18 regioni) e primo in assoluto nel Lazio, esaltati dalla raccolta interamente locale (sono 30 i conferitori di zona, che all’inizio refrigeravano i recipienti proprio nelle acque del fiume): dalla trasformazione fino al confezionamento e alla distribuzione, tutto il processo avviene “in house”, all’interno cioè del caseificio di uno stesso gruppo aziendale, caso unico nell’intera regione. Non a caso il fiordilatte e la caciotta Latte Sano sono dal 2005 prodotti agricoli tradizionali laziali (Pat), tra i primissimi ad aderire al disciplinare previsto.
Con 10,5 milioni di litri di latte lavorati nel 2024, di cui il 70% destinati a prodotti caseari, la produzione dello stabilimento reatino si è attestata sulle 250 tonnellate di ricotta e le 80 di formaggi. Punta di diamante è il fiordilatte con mille tonnellate prodotte l’anno, pari a circa 80mila confezioni per il “consumer” e 20.000 per il mondo “horeca” (alberghi e ristorazione). La produzione si suddivide nelle varie tipologie destinate ad alimentari, ristoranti, mense e GDO, nonché quella destinata alle pizzerie con la versione julienne ed i filoni, appositamente studiati per questo canale di vendita.
«La produzione "in house" ci permette la customizzazione di alcuni prodotti - spiega Simone Aiuti, vice direttore generale di Fattoria Latte Sano - e cioè di creare formaggi ad hoc, per tipologie e pezzature, adattandole alle richieste di pizzaioli e addetti ai lavori. Il tutto perseguendo sempre metodi di lavorazione tradizionali, utilizzando solo latte fresco locale pastorizzato, fermenti, caglio e sale. E nei quali il fattore umano svolge ancora un ruolo fondamentale, visto che a monitorare il dosaggio degli ingredienti e i tempi giusti di caseificazione rimane sempre il casaro. L’attenzione per le materie prime è un impegno fondamentale. Quello dei latticini è un mercato del quale il consumatore sa molto poco: così come è poco noto, ad esempio, che spesso le mozzarelle usate nel mondo delle pizzerie sono prodotte con materia prima di origine non italiana».
«Con l’ingresso nel gruppo della Centrale del Latte di Rieti già negli anni Settanta, abbiamo voluto completare la nostra offerta, integrandola con una gamma di prodotti caseari che il mercato richiedeva - spiega il presidente Marco Lorenzoni -. L’azienda reatina può essere considerata oggi un autentico simbolo della nostra filosofia “produttività a km. di prossimità” e rappresenta, per la provincia, un modello di economia circolare virtuosa: acquisendo la materia prima da produttori locali, offrendo quindi lavoro a personale del posto e commercializzando le proprie produzioni in ambito regionale, il denaro generato da tale attività permane all’interno del territorio che lo genera».
 

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