martedì 25 ottobre 2016
L'Ad della banca ha presentato il piano industriale 2016-2019: aumento da 5 miliardi, via 28 miliardi di sofferenze, taglio di 500 filiali e 2.600 esuberi per ritrovare l'utile
Un momento della presentazione del piano di Mps (Credit Twitter @acabrini)

Un momento della presentazione del piano di Mps (Credit Twitter @acabrini)

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Non ci sono i soci arabi, cinesi o americani di cui si mormorava nelle ultime settimane nel piano di rilancio 2016-2019 del Monte dei Paschi di Siena presentato martedì dall’amministratore delegato Marco Morelli. C’è invece un massiccio progetto per liberarsi delle sofferenze, un aumento di capitale da 5 miliardi di euro da approvare all’assemblea del prossimo 24 novembre e da completare entro la fine dell’anno e tagli su personale e filiali per riportare in utile la banca toscana.

La riduzione delle sofferenze di Mps

La parte più attesa del piano era quella sulle sofferenze. Morelli prevede di cedere 27,6 miliardi di euro di cattivi prestiti a una società veicolo di cartolarizzazione incaricata di comprarli in media al 33% del loro valore (circa 9,1 miliardi).

I soldi per l’acquisto arriveranno tramite tre canali: 6 miliardi di euro da investitori di mercato interessati a comprare le sofferenze senior e senior mezzanine, quelle più garantite. Quaestio, la società del fondo Atlante, dovrebbe invece comprare le sofferenze meno garantite junior mezzanine per 1,6 miliardi, i crediti più problematici, le junior notes, sarebbero invece assegnati agli azionisti che avranno i titoli della banca prima del prossimo aumento di capitale. Altri 900 milioni di euro di sofferenze sul leasing saranno venduti separatamente.

In questo modo il rapporto tra sofferenze e crediti totali scenderebbe dal 35,5 al 18,6%.

L’aumento di Mps entro il 7 o l’8 dicembre

L’aumento di capitale da 5 miliardi, ha spiegato Morelli, «idealmente partirebbe i primi sette o otto giorni di dicembre». Parte di questi soldi potrebbe venire dallo scambio volontario tra obbligazioni subordinate di Mps e nuove azioni della banca. Per il resto i 5 miliardi dovranno venire dal mercato. A garanzia dell’operazione Mps ha firmato un accordo cosiddetto di pre-underwriting con un gruppo di banche, in maggioranza straniere: Jp Morgan e Mediobanca, Banco Santander, Citigroup, Credit Suisse Securities (Europe) Limited, Deutsche Bank, Goldman Sachs International e Merrill Lynch International e Banco Bilbao Vizcaya Argentaria, Commerzbank, Ing, Jefferies, e Société Générale.

L’operazione dovrà passare però dall’approvazione dell’assemblea, fissata per il 24 novembre.

Il nuovo modello di business di Mps

La cessione delle sofferenze e l’aumento di capitale sono le basi fondamentali per il rilancio della banca che nei primi nove mesi dell’anno ha perso 849 milioni di euro (750 milioni di rosso dipendono dalla svalutazione dei crediti deteriorati) e che solo nell’ultimo trimestre ha registrato un calo di 6,6 miliardi di euro della raccolta per l panico estivo dei mercati e il pessimo risultato degli stress test.

Il piano punta a ritrovare gli utili già nel 2018 per poi arrivare all’obiettivo di 1,1 miliardi di profitti nel 2019. Merito, secondo le previsioni di Morelli, di una risalita dei ricavi e di una riduzione dei costi. Sul versante dei risparmi, in particolare, il piano prevede per i prossimi tre anni il taglio di 500 filiali, dalle attuali 2mila a 1.500, e di 2.600 dipendenti, che dovrebbero ridursi da 25.200 a 22.600.

La reazione dei mercati

Il titolo Mps, che nelle precedenti sei giornate di Borsa aveva quasi raddoppiato il suo valore, martedì ha vissuto una giornata da montagne russe. Sospesa per eccesso di rialzo pochi minuti dopo l’apertura è arrivata a toccare un +20% per poi crollare ed essere di nuovo bloccata essendo sprofondata a -23%. In chiusura Mps ha perso 15%, tornando sotto i 30 centesimi.


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