venerdì 25 gennaio 2013
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​La bomba derivati scoppiata in settimana a Siena ha fatto emergere comprensibili preoccupazioni nel vasto popolo di correntisti, obbligazionisti e azionisti di Monte dei Paschi. Rocca Salimbeni è difatti tra le maggiori banche italiane, con sportelli diffusi su tutto il territorio, migliaia di azionisti e ancora di più bond holder. Il crac di un istituto di credito è un caso piuttosto raro, tuttavia anche nel Bel Paese i casi di difficoltà più o meno marcate non sono mancate neppure negli ultimi anni. Dal Banco Emiliano Romagnolo al Credito Commerciale Tirreno. A giudizio di gestori e analisti, comunque, il danno è più di immagine, mentre numericamente è gestibile nonostante per Mps si parli di un rosso 2012 di due miliardi di perdite. Insomma il default è visto come decisamente improbabile mentre appare verosimile l’ipotesi per cui alla fine e di fatto Mps torni a vedere lo Stato come azionista di maggioranza non riuscendo a ripagare i Monti bond.AZIONISTI
La posizione più a rischio è evidente­mente quella degli azionisti, che nel gi­ro di un paio di anni, come ricorda Domenico Bacci, segretario del Siti, il sindacato per la tu­tela dell’investimento, hanno visto il proprio investimento collassare dell’80% per condotte su cui sono state aperte indagini da parte della Pro­cura della Repubblica. E ovviamente il rischio è l’azzeramento del capitale. Su questa base il Siti sta preparandosi alla costituzione di parte civi­le e a richiedere il risarcimento dei danni. Più miti consigli vengono da broker e analisti per cui tutto sommato, e dopo la caduta a picco delle ul­time tre sedute, tanto vale aspettare che la bufe­ra passi prima di prendere profitto. Certo, alme­no per ora nessuno si spinge a suggerire di acquistare il titolo della Rocca. Ma in Borsa è sem­pre e solo questione di tempo.CORRENTISTI
Salvi infine in ogni caso i correntisti. Dal 1987 è infatti attivo il fondo in­terbancario di tutela dei depositi che garanti­sce fino a 100.000 euro, rimborsabili in venti giorni lavorativi (prorogabili altri dieci) per de­positante delle banche italiane, delle succursali di queste negli altri Paesi comunitari, nonché delle succursali in Italia di banche comunitarie ed extracomunitarie consorziate. Certo il disa­gio di un conto bloccato (come accaduto lo scorso anno per banca network) non è da e­scludersi, ma salvo ipotizzare un default siste­mico per i correntisti i rpoblemi dovrebbero essere limitati.OBBLIGAZIONISTI
Diverso il caso del popolo dei bond per cui il rischio di una situazione di allarme simile, nella stragrande maggioranza dei casi (ovvero per i titolari di bond senior), è limitato ad una maggiore volatilità ma, salvo de­fault finora ritenuti improbabili, non mette a re­pentaglio il capitale investito.
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