Papa Leone agli ucraini: «Perseverate nella fede nonostante la guerra»

Stamattina l'udienza giubilare in piazza San Pietro alla presenza dei 20mila catechisti arrivati per il Giubileo: «seminate il seme del Vangelo anche in mezzo a sfide difficili»
September 26, 2025
Papa Leone agli ucraini: «Perseverate nella fede nonostante la guerra»
Papa Leone esorta a pregare «affinché il caro popolo ucraino» perseveri «con fortezza nella fede e nella speranza, nonostante il dramma della guerra». L’occasione è la beatificazione del sacerdote Pietro Paolo Oros, dell’Eparchia di Mukachevo, ucciso nel 1953 in odio alla fede, che si celebra oggi a Bilki, in Ucraina e che stamattina Prevost ha ricordato al termine dell’udienza giubilare in piazza San Pietro. Davanti a lui, a riempire la piazza, migliaia di pellegrini da tutto il mondo, tra i quali 20mila catechisti che stanno vivendo i giorni del Giubileo a loro dedicato.
Educare alla relazione con Gesù
«Poiché siete voi a formare gli altri nella fede», ha detto il Pontefice rivolgendosi ai catechisti, provenienti da 115 Paesi differenti, «tenete a mente l’importanza di insegnare loro a coltivare la relazione con Gesù». Con un saluto speciale a chi ogni giorno si occupa dell’evangelizzazione nelle parrocchie del mondo, ha chiesto che, nel servizio, «non manchi mai il coraggio e la dedizione nell’annunciare la buona novella di Gesù, in modo particolare ai bambini». Nel ricordare l’esempio di Sant’Ambrogio, poi, che è stata al centro della catechesi del Papa, accanto al tema «Sperare è intuire», ha incoraggiato a rispondere «con semplicità e disponibilità» alla chiamata «che ciascuno riceve in modo personale, e a preparare la strada al Regno di Dio».
Il sensus fidei dei piccoli
Sulla scia delle meditazioni del sabato, in questo anno giubilare in cui le udienze del Papa con i fedeli vedono spesso due appuntamenti durante la settimana, stamattina il Papa ha declinato un'altra sfumatura del verbo “sperare” e l’ha accostata a una figura di santità. Il Giubileo, ha detto, «ci rende pellegrini di speranza, perché intuiamo un grande bisogno di rinnovamento che riguarda noi e tutta la terra» ed è proprio il la capacità di “intuire” che interroga i credenti, perché «questo verbo descrive un movimento dello spirito, una intelligenza del cuore che Gesù ha riscontrato soprattutto nei piccoli, cioè nelle persone di animo umile». I dotti, invece, ha aggiunto, «spesso intuiscono poco» perché «presumono di conoscere» ma non hanno il “sensus fidei”, «che è come un “sesto senso” delle persone semplici per le cose di Dio».
L'intuizione del popolo su Sant'Ambrogio
Come per il tempo presente, in cui la provocazione della “speranza” resta la sfida centrale per ogni cristiano, anche nel periodo in cui ha vissuto Sant’Ambrogio, ha ricordato il Papa, nel quarto secolo a Milano «la Chiesa era lacerata da grandi conflitti». Quel momento della storia della Chiesa, così complesso, ha mostrato «come la speranza possa venire dalla capacità del popolo di intuire». Infatti, ha raccontato, «l’elezione del nuovo vescovo si stava trasformando in un vero e proprio tumulto», e a intervenire fu l’autorità civile, il governatore Ambrogio, «che con una grande capacità di ascolto e mediazione portò tranquillità». In quel caso, la tradizione vuole che «un bambino si alzò a gridare: “Ambrogio vescovo!”», e da lì tutto il popolo con lui, per Ambrogio che non era neppure battezzato. Il popolo però «intuisce qualcosa di profondo di quest’uomo e lo elegge - ha aggiunto -. Allora lui comprende che quella è una chiamata di Dio e diventa cristiano facendo il vescovo!».
Diventare cristiani «sulla propria strada»
Sull’esempio del Santo patrono di Milano, il Papa ha suggerito di chiedere proprio la grazia di «diventare cristiani mentre si vive la chiamata ricevuta», da madri, padri, imprenditori, operai, insegnanti, preti, religiose. Ognuno è chiamato a diventare «cristiano» sulla propria strada. «Intuire», dunque, «è il fiuto dei piccoli per il Regno che viene» e, come frutto del Giubileo, Prevost ha chiesto l’aiuto, per tutti, a «diventare piccoli secondo il Vangelo per intuire e per servire i sogni di Dio».
Trasmettere il Vangelo anche tra sfide difficili
E proprio con i bambini, spesso anche con i semplici, i fragili e gli ultimi, si trovano a lavorare nelle parrocchie i catechisti, per trasmettere la fede e la Parola di Dio. Un servizio che ha bisogno di preghiera e rapporto personale con il Signore, elementi che rafforzano ciascuno, ha sottolineato il Papa, «nell’importante ministero di seminare il seme del Vangelo nei cuori dei giovani» mentre si affrontano, spesso, anche «sfide difficili». Trentanove candidati, domani, durante la Messa celebrata da papa Leone sul sagrato della basilica di San Pietro alle ore 10, riceveranno il ministero di catechista. «Chiediamo al Signore - ha concluso il Papa - che sappiamo intuire la sua presenza nella nostra vive, e seguendo le sue orme, serviamo con generosità la Chiesa, irradiando speranza».
I saluti del Papa dopo l’udienza
Il Pontefice, al termine della catechesi, ha salutato tutti i pellegrini di lingua inglese presenti in piazza, in particolare quelli arrivati da Inghilterra, Australia, Indonesia, Kuwait, Thailandia e Stati Uniti. Poi ha rivolto un saluto a tutti i fedeli di lingua tedesca, spagnola, portoghese e polacca, arrivati a Roma per il Giubileo dei catechisti.
Un caloroso benvenuto il Papa lo indirizzato ai fedeli di lingua italiana, in particolare a quelli delle diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno, con il vescovo Mariano Crociata, di Acerenza, con l’arcivescovo Francesco Sirufo, di Vicenza, con il vescovo Giuliano Brugnotto. A loro ha chiesto di sforzarsi di «crescere radicati nell’ascolto della Parola di Dio e nella preghiera personale e comunitaria», per «trovare energia e luce per camminare con vigore verso una più incisiva testimonianza cristiana». Un ultimo saluto, poi, lo ha rivolto al gruppo del Rinnovamento nello Spirito della diocesi di Salerno-Campagna-Acerno, alla vicaria di Fossombrone, ai militari della 46^ Brigata aerea di Pisa, alla Federazione autonoma bancari italiani e alll’Ordine delle Professioni infermieristiche di Arezzo.

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