Oggi la festa di san Giovanni Paolo II. Leone XIV: la sua voce ancora attuale

Oggi all'udienza generale il Papa ha ricordato il predecessore, nel giorno della memoria liturgica, a 47 anni dall'inizio del Pontificato
October 22, 2025
Oggi la festa di san Giovanni Paolo II. Leone XIV: la sua voce ancora attuale
Giovanni Paolo II il giorno dell'elezione il 16 ottobre 1978 / SICILIANI
«Esattamente 47 anni fa, in questa piazza, egli ha esortato il mondo ad aprirsi a Cristo. Questo appello è valido ancora oggi: tutti siamo chiamati a farlo nostro»: un ricordo associato a un appello per rendere omaggio a san Giovanni Paolo II stamattina ha concluso l'udienza generale di Leone XIV in piazza San Pietro. Il Pontefice, salutando i fedeli polacchi presenti alla consueta catechesi del mercoledì, si è soffermato sulla figura del predecessore morto 20 anni fa, il 2 aprile 2005. Un omaggio giunto proprio nella data in cui la liturgia celebra la memoria del Polacco e nel quale si ricorda l'inizio del pontificato di Karol Wojtyla, avvenuto il 22 ottobre 1978.
«Alla Sede di Pietro a Roma sale oggi un Vescovo che non è romano - disse Giovanni Paolo II nell'omelia di inizio del pontificato -. Un Vescovo che è figlio della Polonia. Ma da questo momento diventa pure lui romano. Sì, romano! Anche perché figlio di una nazione la cui storia, dai suoi primi albori, e le cui millenarie tradizioni sono segnate da un legame vivo, forte, mai interrotto, sentito e vissuto con la Sede di Pietro, una nazione che a questa Sede di Roma è rimasta sempre fedele. Oh, inscrutabile è il disegno della divina Provvidenza!»
«Fratelli e Sorelle! Non abbiate paura di accogliere Cristo e di accettare la sua potestà! - continuò ancora  Wojtyla - Aiutate il Papa e tutti quanti vogliono servire Cristo e, con la potestà di Cristo, servire l’uomo e l’umanità intera! Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa “cosa è dentro l’uomo”. Solo lui lo sa!»
Anche papa Francesco volle ricordare l'attualità del messaggio lasciato da Giovanni Paolo II il giorno in cui lo proclamò santo assieme a Giovanni XIII il 27 aprile 2014: «San Giovanni XXIII e san Giovanni Paolo II hanno avuto il coraggio di guardare le ferite di Gesù, di toccare le sue mani piagate e il suo costato trafitto. Non hanno avuto vergogna della carne di Cristo, non si sono scandalizzati di Lui, della sua croce; non hanno avuto vergogna della carne del fratello (cfr Is 58,7), perché in ogni persona sofferente vedevano Gesù. Sono stati due uomini coraggiosi, pieni della parresia dello Spirito Santo, e hanno dato testimonianza alla Chiesa e al mondo della bontà di Dio, della sua misericordia». I due Pontefici, proseguiva Bergoglio, «sono stati sacerdoti, e vescovi e papi del XX secolo. Ne hanno conosciuto le tragedie, ma non ne sono stati sopraffatti. Più forte, in loro, era Dio; più forte era la fede in Gesù Cristo Redentore dell’uomo e Signore della storia; più forte in loro era la misericordia di Dio che si manifesta in queste cinque piaghe; più forte era la vicinanza materna di Maria».
Prevost fu priore generale degli agostiniani dal 2001: i suoi primi quattro anni circa in questo ruolo coincisero con l'ultimo periodo del pontificato di Giovanni Paolo II. Come ricorda Il Nuovo Giornale, settimanale della diocesi di Piacenza-Bobbio, in questi anni ci fu un incontro particolare tra Wojtyla e il futuro Leone XIV: nel novembre del 2004, infatti, le spoglie mortali di Sant’Agostino giunsero nella cappella privata di Giovanni Paolo II. A scortarle, come richiesto dalla Santa Sede, fu un ristretto gruppo di testimoni tra i quali padre Robert Francis Prevost, in qualità di priore generale degli agostiniani, padre Giustino Casciano, in quel tempo rettore della basilica di San Pietro in Ciel d’Oro, e don Siro Cobianchi, delegato del vescovo pavese.

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