Il Papa: l'usura è peccato grave e rende schiave le persone
di Redazione
Leone XIV alla Consulta nazionale antiusura: ci sono sistemi finanziari usurari che possono mettere in ginocchio interi popoli e pratiche mercantili che provocano la fame

L'usura è «un peccato grave, a volte molto grave». Lo ha sottolineato Papa Leone XIV questa mattina, durante l'udienza concessa ai membri della Consulta nazionale antiusura. «Quanto è lontano da Dio l’atteggiamento di chi schiaccia le persone fino a renderle schiave!» ha sottolineato il Pontefice, che ha poi ricordato come il fenomeno fosse già presente nelle Sacre Scritture. L'usura «rimanda al tema della corruzione del cuore umano. È una storia dolorosa e antica, già attestata nella Bibbia. I profeti, infatti, hanno denunciato l’usura, insieme allo sfruttamento e ad ogni forma di ingiustizia nei riguardi dei poveri». Secondo Papa Prevost, siamo di fronte a un fenomeno, che «non è riducibile a mera questione di contabilità; l’usura può portare crisi nelle famiglie, può logorare la mente e il cuore al punto da indurre a pensare al suicidio come unica via d’uscita».
La dinamica negativa dell’usura si manifesta a diversi livelli. «C’è un’usura che apparentemente sembra voler aiutare chi è in difficoltà economiche, ma che ben presto si rivela per quello che è: un macigno che soffoca. Ne pagano le conseguenze soprattutto le persone fragili, come chi è vittima del gioco d’azzardo. Essa colpisce però anche chi deve affrontare momenti difficili, come ad esempio cure mediche straordinarie, spese impreviste oltre le possibilità proprie e della famiglia. Ciò che dapprima si presenta come un aiuto, in realtà, a lungo andare, diventa un tormento».
Il Papa ha poi fatto riferimento alle storture del sistema finanziario, quando ha evocato «sistemi finanziari usurari» che «possono mettere in ginocchio interi popoli. Ugualmente, non si possono trascurare quanti nei commerci usano pratiche usurarie e mercantili che provocano la fame e la morte dei loro fratelli in umanità».
La tradizione del Giubileo ebraico che stabiliva la liberazione degli schiavi e la restituzione dei terreni ogni 50 anni è stata in questo senso evocata dal Papa, che ha definito parlando ai partecipanti all'evento, «tanto preziosa l'azione di chi, come voi, si impegna per disincentivare l'usura e cercare di porre fine a tale pratica». «La domanda che ritorna - ha poi aggiunto - è sempre la stessa: i meno dotati non sono persone umane? I deboli non hanno la stessa nostra dignità? Quelli che sono nati con meno possibilità valgono meno come esseri umani, devono solo limitarsi a sopravvivere? Dalla risposta che diamo a queste domande dipende il valore delle nostre società e da essa dipende pure il nostro futuro. O riconquistiamo la nostra dignità morale e spirituale o cadiamo come in un pozzo di sporcizia».
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