Educazione e pace: cosa ha detto il Papa agli studenti

Udienza nell'ambito del Giubileo del mondo educativo. Indicati come esempi san Pier Giorgio Frassati e san Carlo Acutis. "Siate operatori di pace"
October 30, 2025
Educazione e pace: cosa ha detto il Papa agli studenti
Il Papa riceve gli studenti durante il Giubileo del mondo educativo / VATICAN MEDIA
«Non siete solo destinatari dell’educazione, ma i suoi protagonisti». Le parole di Leone XIV arrivano forti e chiare alle migliaia di studenti di tutto il mondo riuniti nell’Aula Paolo VI (e anche in piazza San Pietro) per l’udienza loro riservata nell’ambito del Giubileo del mondo educativo. «Oggi avete dimostrato che gli ultimi saranno primi» ha scherzato il Papa sottolineando che gli studenti sono stati ricevuti per primi rispetto agli altri attori del Patto educativo globale, che è stato lanciato cinque anni fa da papa Francesco e che Leone XIV ha rilanciato nella sua recente lettera apostolica “Disegnare nuove mappe di speranza”.
E proprio alla luce di questo nuovo Patto educativo, il Pontefice ha chiesto agli studenti di allearsi «per aprire una nuova stagione educativa, nella quale tutti - giovani e adulti - diventiamo credibili di verità e di pace. Siete chiamati a essere persone di parola e costruttori di pace». Compito impegnativo, ma Leone XIV indica agli studenti un modello di riferimento: san Pier Giorgio Frassati, canonizzato agli inizi di settembre. «Questo giovane coniò due frasi che ripeteva spesso, quasi come un motto: “Vivere senza fede non è vivere, ma vivacchiare” e “Verso l’alto”. Abbiate l’audacia di vivere in pienezza. Non accontentatevi delle apparenze o delle mode». Ecco allora l’invito a «tendere costantemente “verso l’alto”, accendendo il faro della speranza nelle ore buie della storia». Dunque, protagonisti, con lo sguardo rivolto verso l’alto e operatori di pace. Ma lo sguardo rivolto in alto significa anche rivolgere il proprio interesse e attenzione verso le “stelle-guida» che sono «i genitori, gli insegnanti, i sacerdoti, i buoni amici. Bussole per non perdervi nelle vicende liete e tristi della vita. Come loro, siete chiamati a diventare a vostra volta luminosi testimoni per chi vi sta accanto. Ma, come dicevo, una stella da sola resta un punto isolato. Quando si unisce alle altre, invece, forma una costellazione, come la Croce del Sud. Così siete voi: ognuno è una stella, e insieme siete chiamati a orientare il futuro. L’educazione unisce le persone in comunità vive e organizza le idee in costellazioni di senso». E ancora un invito «Non fermatevi, allora, a guardare lo smartphone e i suoi velocissimi frammenti d’immagini: guardate al Cielo, guardate verso l’alto».
Nel suo discorso il Papa ha anche voluto sottolineare tre aspetti - tre “sfide” - emerse proprio dalla indicazioni dei giovani: aiutarli nell’educazione della vita interiore, l’educazione al digitale, e l’educazione alla pace. «Sono rimasto veramente colpito da questa richiesta – ha detto il Papa riferendosi all’educazione alla vita interiore –. Non basta avere grande scienza, se poi non sappiamo chi siamo e qual è il senso della vita. Senza silenzio, senza ascolto, senza preghiera, perfino le stelle si spengono» e possono addirittura sfociare «in episodi di disagio, violenza, bullismo, sopraffazione, persino a giovani che si isolano e non vogliono più rapportarsi con gli altri. Penso che dietro a queste sofferenze ci sia anche il vuoto scavato da una società incapace di educare la dimensione spirituale, non solo tecnica, sociale e morale della persona umana».
Sull’educazione al digitale, Leone XIV ricorda agli stessi ragazzi che «ci vivete dentro, e non è un male: ci sono opportunità enormi di studio e comunicazione. Non lasciate però che sia l’algoritmo a scrivere la vostra storia. Siate voi gli autori: usate con saggezza la tecnologia, ma non lasciate che la tecnologia usi voi». E poco dopo, ricordando la figura di san Carlo Acutis - «Un ragazzo che non si è fatto schiavo della rete, usandola invece con abilità per il bene» - invita i giovani a «non essere turisti della rete, siate profeti nel mondo digitale».
Infine l’educazione alla pace, tema molto caro anche a Leone XIV, che proprio con il saluto “la pace sia con voi” ha iniziato il suo dialogo con i fedeli poco dopo la sua elezione lo scorso 8 maggio. «Vedete bene quanto il nostro futuro venga minacciato dalla guerra e dall’odio che dividono i popoli. Questo futuro può essere cambiato? Certamente! Come? Con un’educazione alla pace disarmata e disarmante. Non basta, infatti, far tacere le armi: occorre disarmare i cuori, rinunciando a ogni violenza e volgarità. In tal modo, un’educazione disarmante e disarmata crea uguaglianza e crescita per tutti, riconoscendo l’uguale dignità di ogni ragazzo e ragazza, senza mai dividere i giovani tra pochi privilegiati che hanno accesso a scuole costosissime e tanti che non accesso all’educazione». Uno scenario di cui il Papa evidenzia i rischi anche nella sua prima lettera apostolica sull’educazione , firmata in San Pietro lunedì scorso prima dell’inizio della Messa che ha aperto il Giubileo del mondo educativo, che si concluderà domani con la Messa durante la quale sarà proclamato Dottore della Chiesa, san John Henry Newman, il quale «diceva che il sapere si moltiplica quando viene condiviso e che è nella conversazione delle menti che si accende la fiamma della verità. Così la vera pace nasce quando tante vite, come stelle, si uniscono e formano un disegno. Insieme possiamo formare costellazioni educative, che orientano il cammino futuro».

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