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Il cardinale Zuppi legge la sua Introduzione al Consiglio permanente della Cei - Siciliani
Il grazie e il ricordo di papa Francesco, l’apprezzamento per le prime parole di Leone XIV. Il tutto con uno sguardo alla vita della Chiesa italiana, con il Cammino sinodale e l’impegno contro gli abusi sui minori, e al mondo, con un particolare appello a costruire percorsi di pace e potenziare “corridoi umanitari” in particolare a Gaza. L’introduzione del cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, con la quale ha aperto i lavori della sessione straordinaria del Consiglio permanente della Cei, che si svolge nella giornata di oggi, non ha dimenticato alcuni dei temi caldi che stanno interrogando la società italiana come le leggi sulla difesa della vita e quelle sul lavoro.
Il cardinale Zuppi ha voluto iniziare ricordando la figura di papa Francesco, «verso il quale la Chiesa italiana ha un forte debito». «Papa Francesco ha veramente saputo avvicinare la Chiesa alla gente» e le manifestazioni di cordoglio e di affetto nei giorni della sua morte sono «la rivelazione dell’attrazione che questo uomo di Dio ha esercitato». Spetta ora «a noi la responsabilità di cogliere le strade che ha aperto, le domande esplicite e implicite che oggi si manifestano».
E se il periodo della Sede Vacante e del successivo Conclave hanno fatto sperimentare «l’universalità reale della Chiesa», ricorda il presidente della Cei, «la molteplicità di sensibilità e preoccupazioni, comprensibilmente diverse, emerse nelle Congregazioni generali sono state motivo di ricchezza nella comunione, perché questa non omologa, non cancella le differenza, ma le valorizza e le armonizza nell’esercizio di vera collegialità». Da questo esercizio è nata l’elezione di Leone XIV. «Abbiamo trovano nelle parole del nuovo Vescovo di Roma un grande incoraggiamento a una rinnovata attenzione pastorale, fin dalla scelta stessa del nome che rivela la sensibilità alle sfide del mondo e della rivoluzione digitale nella quale siamo immersi». Inoltre dalle prime parole di Leone XIV nasce anche l’impegno a essere impegnati nella missione, a vivere la comunione. Gratitudine è stata espressa dal cardinale Zuppi anche per l’udienza che papa Leone XIV concederà alla Conferenza episcopale italiana il prossimo 17 giugno.
E proprio riprendendo le parole pronunciate pochi giorni fa da Leone XIV nella sua prima udienza generale sul tema della pace a Gaza, anche il presidente della Cei fa proprio l’appello a chiedere «il rispetto del diritto internazionale umanitario, l’ingresso di aiuti senza restrizione, l’apertura di corridoi umanitari e soprattutto la promozione di un dialogo che possa realizzare la soluzione “due popoli, due Stati “». Una pace giusta viene invocata anche per l’Ucraina, senza dimenticare «i tantissimi conflitti che insanguinano il pianeta». Per il cardinale Zuppi servono percorsi di pace, che potrebbero essere ripresi dall’esempio dei padri fondatori dell’Europa unità che aprirono «una architettura di pace, frutto di quei valori e della dolorosa consapevolezza che sono a fondamento dell’Europa». Percorsi di pace , progetti di pace che la Chiesa italiana è pronta a sostenere anche i fondi dell’8xmille, che già oggi sono utilizzati in tal senso. Nasce anche dalla consapevolezza di quanto siano importanti questi fondi per la costruzione di progetti di pace, l’auspicio del cardinale Zuppo che «si agisca a correzione, secondo gli impegni assunti, sugli interventi apportati unilateralmente dal governo, come anche da diversi altri precedenti, sul sistema dell’8xmille, ripristinandolo così come originariamente stabilito, nel rispetto della realtà pattizia dell’Accordo».
Non è mancato lo sguardo sul Cammino sinodale della Chiesa italiana, ancora in corso, e soprattutto sul senso del rinvio a ottobre delle conclusioni della Seconda Assemblea sinodale, per il cui lavoro il cardinale Zuppi ha ringraziato l’arcivescovo Erio Castellucci, che ne ha coordinato il lavoro. «Sin dall’inizio del percorso abbiamo chiesto partecipazione, è l’abbiamo avuta». E gli interventi assembleari e i lavori di gruppo «ci hanno permesso di scoprire una Chiesa appassionata e desiderosa di non disperdere l’esperienza di quattro anni. Va letta in quest’ottica anche la decisione dei vescovi di spostare l’Assemblea generale ordinaria da maggio a novembre, con il desiderio di non voltarsi di fronte al nuovo che avanza, per valorizzare il più possibile tutte le istanze del Cammino sinodale».
Corposo anche il capitolo dedicato dal presidente della Cei, Matteo Zuppi al tema della vita e della dignità della persona. «Esprimiamo il pressante auspicio che le recenti sentenze con le quali la Corte costituzionale è nuovamente intervenuta sulla vita umana al suo sorgere e nella fase conclusiva non conducano a soluzioni legislative che finiscono col ridimensionare l’infinita dignità della persona dal concepimento alla morte naturale» ha detto Zuppi nella sua Introduzione, sottolineando e ribadendo quanto espresso nella nota della Presidenza Cei lo scorso 19 febbraio che «si giunga, a livello nazionale, a interventi che tutelino nel miglior modo possibile la vita, favoriscano l’accompagnamento e la cura nella malattia, sostengano le famiglie nelle situazioni di sofferenza»; e l’invito accorato a dare «completa attuazione» alla «legge sulle cure palliative» affinché siano «garantite a tutti, in modo efficace e uniforme in ogni Regione, perché rappresentano un modo concreto per alleviare la sofferenza e per assicurare dignità fino alla fine, oltre che un’espressione alta di amore per il prossimo».
Attenzione alla vita resa fragile dalla malattia, ma anche a quella dei minori e degli adulti vulnerabili, che sono stati vittime di abusi. Il cardinale Zuppi assicura che in questo campo l’attenzione della Chiesa italiana «resta alta», rimandando alla presentazione domani, 28 maggio, della Terza Rilevazione delel attività territoriali promossa dal Servizio nazionale per la tutela dei minori. Dati che «chiedono un impegno crescente e ci spronano a proseguire in questo cammino di responsabilità e trasparenza per lavorare sulle criticità e implementare le buone prassi» dice Zuppi.
Ultimo tema, ma non per importanza, quello del lavoro, che «ha a che fare con il tema della vita e della dignità umana». Preoccupa il presidente della Cei il dato emerso dall’ultimo Rapporto annuale dell’Istat che evidenza come «il lavoro povero sia sempre più diffuso, tanto che oltre il 23% della popolazione è a rischio povertà o esclusione sociale. In sintesi, lavorare oggi non basta più per dirsi al riparo da una condizione di indigenza» constata amaramente il presidente della Cei, chiedendo «coraggiose politiche del lavoro, che sappiano tenere insieme l’esigenza di salari giusti e di produzioni coerenti con l’insegnamento della Dottrina sociale della Chiesa. Senza lavoro non c’è rispetto della dignità». Ma, avverte Zuppi, «non possiamo non ribadire che la produzione industriale che vuole riconvertire in armi alcune delle aziende in crisi non fa bene né alla nostra economia né al mondo».