
Una turista fotografa l’immagine di papa Leone XIV pubblicata sull’Osservatore Romano uscito in edizione straordinaria dopo la sua elezione papale - Ansa
L’elezione di Leone XIV e i suoi primi giorni di pontificato hanno acceso la fantasia del web, scatenando un’ondata virale di meme e ironie che hanno invaso i social network, le chat private e persino le vignette sui quotidiani. Il Papa è stato subito ritratto con aureola a Led e sandali Birkenstock, accompagnato dallo slogan: “Finalmente un Papa sinodale, ma comodo”. Essendo nato a Chicago, Robert Francis Prevost ha ispirato immagini in cui appare con la maglia dei Bulls e la tonaca svolazzante mentre schiaccia a canestro come Michael Jordan. In un altro meme posa al fianco dei Blues Brothers, “in missione per conto di Dio”, con l’inevitabile hashtag #HabemusPapam. L’ironia ha investito anche la politica. Crozza ha definito il Pontefice americano un vero e proprio «impacchettatore di politici», e i meme si sono moltiplicati: dalla tiara papale con la scritta “Make Vatican Great Again” in stile anti-Trump, fino a una parodia del Ponte sullo Stretto: Leone XIV auspica sì che si costruiscano ponti di dialogo fra popoli e nazioni, ma tutt’altra cosa è il collegamento tra Reggio Calabria e Messina. Il sogno vagheggiato dal ministro italiano delle Infrastrutture Salvini in un meme è demolito dal nuovo Pontefice ricorrendo a complicatissimi calcoli algoritmici, nonché adducendo prove che si appoggiano su normative antisismiche e questioni di statica per l’ancoraggio dei pilastri. Il tutto, naturalmente, in riferimento alla laurea in matematica del Papa, altro tema gettonatissimo. Alla classica domanda “A cosa può mai servire una laurea in matematica?”, un meme risponde mostrando la figura del Pontefice affacciato alla Loggia. In un’altra vignetta molto raffinata, Leone XIV annuncia solennemente la formula y = ax² + bx + c , spiegando con aplomb agostiniano che si tratta di una parabola.
Non mancano i meme più scontati: dalla somiglianza fisica con l’allenatore Claudio Ranieri o addirittura il presidente Sergio Mattarella, fino a chi associa il nome Leone al figlio di Fedez e Chiara Ferragni (Leone, appunto), scadendo in trovate già viste e poco brillanti.
Dietro l’esplosione di creatività c’è forse un bisogno più profondo. La rete sembra cercare leggerezza, evasione, una risata liberatoria di fronte al bombardamento quotidiano di notizie su guerre, femminicidi, crisi politiche e disillusioni sociali, che creano nell’opinione pubblica reazioni di ripulsa, disagio e financo di disinteresse per la politica e di chiusura in un individualismo esasperato. Forse ridere – anche del sacro – non è irriverente, ma umano. Un piccolo gesto di resistenza e di speranza, un modo per affrontare la complessità del presente con lo spirito di chi non ha smesso di cercare senso, anche tra un meme e l’altro.
Attenzione alle fake news
C'è un'avvertenza, però. Non è infatti terminata la moltiplicazione di testi falsamente attribuiti al Pontefice, che avevano punteggiato il pontificato di papa Francesco. A essi si sono aggiunti i video realizzati con l’intelligenza artificiale: un’ulteriore sfida per i mezzi di comunicazione vaticani, chiamati a una nuova modalità di risposta rispetto a questi contenuti. Dal 10 maggio, su molte pagine e in varie lingue, è comparso un testo, che ha le tipiche caratteristiche di questi falsi pronunciamenti papali: punta all’emotività, fa vaghi riferimenti a Dio, si ammanta di autorevolezza facendo collegamenti con l’esperienza missionaria da vescovo di papa Prevost. I commenti a questo appello che in italiano inizia con «Fratelli, sorelle… Parlo a voi, soprattutto a coloro che non credono più, non sperano più, non pregano più, perché pensano che Dio se ne sia andato» sono generalmente di persone commosse, sia credenti sia che non si dichiarano tali, o di utenti che rendono grazie a Dio per un papa che parla al cuore della gente, per non parlare dei classici “Amen” da tastiera.
Un’altra di queste fake news rientra nel filone dei racconti motivazionali: riguarda un incontro che Leone XIV avrebbe avuto nella Sala Clementina con le Guardie Svizzere alla fine della giornata di sabato 10, quindi due giorni dopo l’elezione. In questo appuntamento avrebbe raccomandato alle Guardie di recitare la preghiera a san Michele arcangelo (quella voluta da papa Leone XIII) e di non aver paura di annunciare il Vangelo. Neanche di questo il Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede, al pari di nessun altro mezzo di comunicazione vaticano, ha fatto alcuna menzione. Il sito specializzato snopes.com presenta poi un intero filone dedicato a Leone XIV: dalle notizie palesemente inventate per far ridere, come quella secondo cui il Papa ha trascorsi da jazzista oltre che da tennista (con tanto di nome d’arte, Bobby Prev), a quelle più marcatamente politicizzate, come del resto il video che ha suscitato la risposta di Vatican Media.
In esso, le immagini filmate dell’incontro con i rappresentanti dei media, svolto in Aula Paolo VI il 12 maggio, sono state ritoccate tramite la tecnica del morphing, per far pronunciare al Papa un discorso a sostegno di Ibrahim Traoré, militare e attuale presidente del Burkina Faso: lungo circa 36 minuti, è stato caricato su YouTube dall’account “Pan African dreams”. Si sta però creando un vero e proprio filone di pseudo-racconti vaticani, con protagonisti i Papi e i cardinali, spesso mediante animazioni realizzate con l’AI. La replica vaticana si è resa necessaria: «Vale la pena di ricordare, vista la circolazione su diversi social media di testi attribuiti al nuovo Papa senza l’indicazione della fonte, che tutti i discorsi, gli interventi, i testi di Leone XIV sono consultabili integralmente sul sito Vatican.va. Mentre le notizie sulla sua attività e i suoi videomessaggi sono consultabili in tempo reale sul sito del portale Vatican News, vaticannews.va, disponibili nelle diverse lingue, come pure sul sito del quotidiano vaticano L’Osservatore Romano, osservatoreromano.va». Di fronte a una disinformazione tale, è decisivo il «mandato di educare al senso critico» di cui il Papa faceva riferimento nel discorso – questo invece autentico – pronunciato nell’udienza del 17 maggio ai Membri della Fondazione «Centesimus Annus Pro Pontifice».