venerdì 15 giugno 2012
L’invito dell’arcivescovo di New York, il cardinale Timothy Dolan a «continuare a esaminare la coscienza e a lavorare duramente per riconquistare la credibilità» e la fiducia dei fedeli.​
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​Negli ultimi dieci anni la Chiesa cattolica americana ha compiuto passi enormi sulla via della prevenzione degli abusi sessuali sui minori e del sostegno alle vittime; come risultato, bambini e ragazzi sono più sicuri nelle parrocchie e nelle scuole cattoliche. Ma i vescovi Usa devono continuare a vigilare per assicurarsi che le vittime e le loro famiglie ricevano l’attenzione che meritano, e che il clero sia preparato a riconoscere eventuali problemi. È in larga parte positivo il rapporto sugli interventi messi in atto nelle diocesi americane a dieci anni dall’approvazione della «Carta per la protezione dei bambini e dei giovani». La revisione, compiuta da una commissione laica presieduta da Al J. Notzon III e presentata all’assemblea generale della Conferenza episcopale statunitense ad Atlanta, è il risultato di mesi di indagini, interviste e verifiche compiute diocesi per diocesi. E sottolinea come negli ultimi anni i vescovi siano riusciti a passare da una risposta strettamente “legale”, fatta di difese in tribunale, di cause per la protezione dei sacerdoti accusati e di offerte di patteggiamenti in denaro, a una risposta “pastorale”, che mette in primo piano il dialogo con le vittime, la collaborazione con le autorità e la trasparenza ne confronti dell’intera comunità cattolica. «Nel lungo termine la reazione strettamente legale ha causato sofferenza – ha spiegato Notzon – ha provocato danni d’immagine ed è costata molto in denaro. La lezione che la Chiesa ha imparato è chiara: dobbiamo trattare chi muove accuse con compassione e attenzione. Non è solo la soluzione migliore, ma anche l’approccio più in linea con la missione spirituale della Chiesa».Il rapporto mette in luce che oggi tutte le 195 diocesi Usa hanno uno o più «coordinatori per l’assistenza alle vittime», che tutte hanno implementato procedure per la risposta alle accuse, e che tutte hanno commissioni che aiutano il vescovo a decidere se e quando rimuovere un esponente del clero dal ministero sacerdotale. La Conferenza ha inoltre abolito il ricorso a patteggiamenti confidenziali con le vittime, preferendo la denuncia alle autorità civili competenti.Notzon ha reso noto che negli ultimi quattro anni il numero degli abusi venuti a galla è progressivamente diminuito, e che tutti si riferiscono a incidenti avvenuti in passato, secondo un arco temporale reso noto da uno studio indipendente della John Jay University. I casi sono infatti iniziati negli anni Sessanta, hanno raggiunto un picco negli anni Settanta e hanno cominciato a calare nel 1980. E «le nuove accuse non hanno modificato questo arco», ha spiegato.Ma molti vescovi hanno lamentato che molti cattolici e l’opinione pubblica in generale rimangono convinti che l’abuso continui e che i vescovi non facciano nulla per fermarlo. Un problema che rivela come la Chiesa Usa non abbia ancora riconquistato del tutto la fiducia dei fedeli e, come ha spiegato l’arcivescovo di New York e presidente della Conferenza episcopale Usa, cardinale Timothy Dolan, «debba continuare a esaminarsi la coscienza e a lavorare duramente per riconquistare la credibilità». Per questo, ha concluso Notzon, «è importante che i vescovi continuino ad aderire con scrupolo alla Carta, perché quei pochi casi che non vengono riportati rapidamente alle autorità fanno subito notizia e screditano l’impegno di tutti».Negli ultimi anni i vescovi hanno compiuto controlli di background e condotto corsi di formazione per quasi due milioni e 300mila fra preti, diaconi, educatori e dipendenti delle diocesi, oltre il 99 per cento. Lezioni su come riconoscere e prevenire gli abusi sono state offerte anche a oltre cinque milioni di bambini. Fra le misure preventive da portare avanti i vescovi hanno anche sottolineato l’importanza di monitorare la salute fisica, spirituale e intellettuale dei sacerdoti e di evitarne l’isolamento sociale, istituendo un processo di incontro e dialogo approfondito con il capo della diocesi o un suo rappresentante almeno una volta all’anno.Notzon ha anche annunciato una più stretta collaborazione con istituzioni non religiose per l’infanzia e la gioventù, dove vari studi hanno messo in evidenza una possibile incidenza di abusi sessuali maggiore che all’interno della Chiesa cattolica. Il dipartimento all’Educazione americano, ad esempio, ha da poco avviato un’indagine delle scuole pubbliche. «Lo scopo finale è proteggere i bambini in tutta la società – ha concluso Notzon – e la Chiesa è disposta ad aiutare, offrendo la sua dolorosa esperienza, chiunque voglia ascoltarla».
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