
Alessandro Minutella - Arcidiocesi di Palermo
I vescovi della Conferenza episcopale del Piemonte (Cep) prendono posizione sull'attività di Alessandro Maria Minutella e fra’ Celestino della Croce che, pur senza titolo, portano avanti ministeri sacerdotali e servizi di apostolato.
Il caso è stato uno dei temi dell'assemblea della Conferenza episcopale di Piemonte e Valle d'Aosta, al termine della quale (si è conclusa il 14 gennaio a Villa Lascaris a Pianezza, in provincia di Torino) è stata diffusa una nota in cui i vescovi riferiscono che Minutella e fra Celestino della Croce (don Pietro Follador), pur essendo stati, il primo scomunicato nel 2018 e dimesso dallo stato clericale nel gennaio 2022, e il secondo sospeso dal vescovo nel 2023, «nelle scorse settimane hanno inaugurato e “benedetto” un centro denominato Casa Betania a Savigliano (Torino) e hanno svolto e svolgono celebrazioni e attività di predicazione anche in altri luoghi nelle nostre diocesi».
Minutella, sacerdote a Palermo, aveva creato la comunità Piccola Nazareth a Carini e si era scagliato contro la chiesa di Papa Francesco e l'arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice, che ne aveva dichiarato la scomunica «per il delitto di eresia e per il delitto di scisma».
Follador aveva ricevuto la sospensione dal vescovo di Patti (Messina), Guglielmo Giombanco, «a motivo dei suoi continui atteggiamenti pubblici di non comunione con la Chiesa Cattolica, con il Santo Padre Francesco e con il Vescovo diocesano, senza manifestare alcun segno di ravvedimento».
«Pur ritenendosi il “piccolo resto cattolico” (gruppo fondato da Minutella, ndr) – si legge nella nota -, né il signor Minutella, né i sacerdoti o i consacrati e le consacrate che con lui agiscono, sono in comunione con la Chiesa cattolica, il Papa e i vescovi: di conseguenza, non sono autorizzati a presiedere o animare celebrazioni dei sacramenti o altre funzioni liturgiche, così come non è loro permesso di tenere predicazioni o incontri di catechesi. Inoltre, quelli tra loro che sono sacerdoti non possono assolvere validamente dai peccati nel caso in cui fossero stati privati della debita facoltà, eccetto il caso di pericolo di morte».
I vescovi della Conferenza episcopale del Piemonte (regione ecclesiastica in cui è compresa la Valle d’Aosta) auspicano dunque che, «non solo i sacerdoti, i diaconi, i consacrati e le consacrate, ma anche tutti i fedeli e le fedeli delle nostre Diocesi possano essere consapevoli del pericolo che corrono seguendo insegnamenti che non hanno fondamento, e soprattutto aderendo e partecipando a queste e simili manifestazioni e celebrazioni che feriscono la comunione ecclesiale».
Sempre nel comunicato della Conferenza episcopale regionale si è data notizia che durante i lavori dell’assise i presuli hanno iniziato a riflettere sulle indicazioni da dare alle cancellerie delle Curie in merito alle richieste di certificazioni che pervengono agli archivi diocesani.
Inoltre, hanno nominato – si legge sempre nella nota della Cep - don Marco Ghiazza, del clero dell’arcidiocesi di Torino, assistente regionale del Settore Adulti dell’Azione Cattolica per un quinquennio. I vescovi hanno poi condiviso le iniziative delle varie diocesi in questa fase finale del Cammino sinodale italiano.