mercoledì 26 giugno 2013
​Falabretti (Cei): Casa Italia sarà un riferimento sicuro.
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Attenzione e fiducia. Con questo spirito – lo stesso che anima i vescovi brasiliani – la Chiesa italiana segue l’evolversi della situazione a Rio de Janeiro, dove, come in molte altre città del Paese, ancora non si placano le proteste dei manifestanti, a meno di un mese dall’inizio della Gmg. «Abbiamo un contatto quotidiano con il Comitato organizzatore locale e con gli uffici del Consolato italiano: monitoriamo gli avvenimenti e seguiremo tutte le indicazioni che ci verranno fornite dalle autorità competenti», assicura don Michele Falabretti, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile (Snpg) della Cei sottolineando che «Casa Italia sarà aperta per dare assistenza e permettere a tutti i pellegrini che arriveranno dalle nostre diocesi di avere un punto di riferimento sicuro». Nei giorni del raduno mondiale, inoltre, Casa Italia – quartier generale tricolore allestito nella parrocchia di San Paolo Apostolo a Copacabana – sarà anche la sede dell’unità distaccata del Consolato italiano. «Siamo attenti a ciò che avviene e speriamo che tutto si risolva. Pensiamo infatti che la Chiesa, con la sua capacità di ascolto e di dialogo con lo Stato, giochi un ruolo favorevole e che la Gmg possa svolgersi in un clima di tranquillità, anche perché la gran parte dei manifestanti è pacifica», aggiunge padre Eric Jacquinet, responsabile della sezione giovani del Pontificio Consiglio per i laici. «Come è successo a Madrid con gli "indignados" – continua – anche a Rio andiamo a testimoniare la fede in un contesto ferito e in difficoltà. Questo tuttavia ha un senso e può rappresentare un fatto provvidenziale». Secondo Jacquinet, alla dovuta «prudenza» occorre affiancare il coraggio di «legare la dimensione dell’evangelizzazione con quella dell’impegno sociale a favore dei poveri». Non a caso, ricorda, «nel 1987 alla Gmg di Buenos Aires, che si teneva in un momento delicato dopo 30 anni di dittatura, Giovanni Paolo II chiese ai giovani di favorire la riconciliazione tra annuncio e missione sociale».Con la piena consapevolezza di quanto sta avvenendo Oltreoceano e allo stesso tempo con l’entusiasmo e la vivacità che contraddistinguono la vigilia di un incontro mondiale, la spedizione azzurra – oltre 7.000 ragazzi – si prepara ad approdare in terra carioca. Per vivere un’esperienza che è prima di tutto «un incontro con Cristo», osserva Jacquinet che è intervenuto ieri alla riunione dei responsabili dell’animazione delle catechesi organizzata dal Snpg. Nei 15 luoghi (sui 273 totali) che ospiteranno le catechesi in italiano, infatti, i ragazzi troveranno un’équipe di animatori che li accoglierà e li preparerà ad ascoltare la riflessione del vescovo. «Sete di speranza, sete di Dio», «Essere discepoli di Cristo» ed «Essere missionari: "andate"» sono i tre temi intorno ai quali si concentreranno le catechesi che, come è ormai tradizione, faranno da preludio al botta e risposta tra il vescovo e i giovani prima della celebrazione della Messa. Quelle del 24, 25 e 26 luglio si preannunciano dunque mattinate molto dense: i diversi gruppi raggiungeranno la parrocchia o la sede assegnata dal Comitato organizzatore locale, e lì – novità rispetto alle edizioni precedenti delle Gmg – faranno colazione. Poi, alle 9,30, gli animatori daranno il via a un tempo che – con canti scelti, preghiere, testimonianze – favorirà un clima di comunione, ascolto e attenzione. «È importante che la liturgia non sia percepita e vissuta come qualcosa di estrinseco alla proposta complessiva», raccomanda don Franco Magnani, direttore dell’Ufficio liturgico nazionale, evidenziando che «la sfida per gli educatori è quella di superare una concezione debole del rito e realizzare liturgie nobili, belle e semplici che sappiano custodire il senso del mistero e contemporaneamente siano intelligibili per i giovani». Perché, attraverso la cura e la preparazione, le catechesi diventino un’opportunità da cogliere per guardarsi dentro, scambiare esperienze e crescere nella fede. Oltre che per accostarsi al sacramento della Riconciliazione. Data la difficoltà degli spostamenti e la reale possibilità che per alcuni sia troppo complicato raggiungere il parco dove saranno allestiti i confessionali, i giorni delle catechesi saranno anche un’occasione propizia per potersi confessare. E vivere dunque al meglio la Gmg carioca. <+copyright>
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