mercoledì 22 agosto 2012
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​Settemila fedeli d’inverno, quarantamila d’estate: sono i numeri delle tre parrocchie di San Vincenzo, cittadina balneare sulla costa degli Etruschi, a sud di Livorno. Siamo in diocesi di Massa Marittima-Piombino e in parte nella provincia di Grosseto. Una diocesi a forte «vocazione turistica», una di quelle che in Toscana inglobano gran parte della fascia costiera: nel caso specifico da Bolgheri a Follonica, isola d’Elba compresa.La bella Massa Marittima, con la stupenda Cattedrale di San Cerbone, è una città in lento spopolamento. Il centro vitale della diocesi si è spostato verso il mare. Tant’è che il vescovo Carlo Ciattini sta dando vita ai poli pastorali di Piombino e di Portoferraio ad affiancare la storica sede massetana. Con tanto di uffici, archivio, cappella, biblioteca e sala riunioni che stanno per essere inaugurate a Piombino, poco distante dalla casa che le suore di Madre Teresa aprirono vent’anni fa per dedicarsi alla preghiera e all’adorazione eucaristica in una città industriale e portuale non molto sensibile al richiamo religioso. Si trattava della prima comunità in Italia del ramo contemplativo delle Missionarie della carità. Adesso le otto suore presenti rappresentano una ricchezza spirituale senza pari.Ma se Piombino è diventata la città più importante della diocesi, è nel resto del territorio che si concentra la «pastorale estiva», all’Elba come a Follonica o a San Vincenzo dove le rammentate tre parrocchie, dalla più piccola nella frazione di San Carlo alla più recente nella parte nuova e alta del paese (Sant’Alfonso), si dividono i turisti lasciando il maggior numero (oltre 30mila) alla parrocchia storica, San Vincenzo Ferreri, il cui territorio, tutto sul mare, ospita un numero elevatissimo di alberghi, villaggi, agriturismi e campeggi. «Tutte le domeniche, tra festive e prefestive, celebriamo dieci Messe», spiega il parroco monsignor Domenico Corona accogliendoci nella chiesa quasi interamente affrescata dal pittore sanvincenzino, oggi affermato nel mondo, Giampaolo Talani.Monsignor Corona, originario di Pavia, con studi a Roma, laureato in Teologia morale, ma ordinato nella diocesi maremmana, è a San Vincenzo da poco più di dieci anni, dopo un’esperienza pastorale prima all’Elba e poi a Piombino: «La stagione qui inizia intorno a Pasqua, quando la domenica le presenze alla Messa si quadruplicano, per poi arrivare a luglio e agosto con le Messe nei villaggi, in pineta, a Riva degli Etruschi, all’Euroturist, al Garden Club e in parrocchia, anche dopocena. A volte arriviamo a distribuire persino 4mila comunioni. E poi c’è l’adorazione eucaristica, tutti i giovedì, dopo cena, con almeno 200 persone per volta, anche tanti giovani». Chiesa aperta in ogni caso tutte le sere fin verso mezzanotte e appuntamento fisso dell’estate: un triduo mariano con la presenza della statua della Madonna di Lourdes o di Fatima, con tanto di processione e fiaccolata per le vie del paese in mezzo a migliaia di turisti. Ogni agosto viene avviata anche una raccolta speciale per sostenere le oltre cento adozioni a distanza attivate in Benin, in Africa. Infine, quasi sottovoce, il parroco di San Vincenzo Ferreri accenna a quello che definisce un «un monastero invisibile» presente in parrocchia, con 140 persone che tutti i giorni, a ore, pregano per il Papa.
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