sabato 6 novembre 2021
Le congregazioni da lui fondate aprono un periodo di celebrazioni in vista del 25° della beatificazione del presule che si occupò degli italiani all’estero. A Como e Piacenza-Bobbio le prime Messe
Scalabrini, un anno speciale per il vescovo dei migranti
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«Fare patria dell’uomo il mondo»: è questo il tema scelto per l’Anno Scalabriniano in preparazione alla memoria del 25° anniversario della beatificazione di Giovanni Battista Scalabrini, avvenuta il 9 novembre 1997 per volontà di san Giovanni Paolo II.

Venerato nella Cattedrale della diocesi di Piacenza-Bobbio, di cui fu eletto vescovo a soli 36 anni, il presule di origini comasche (era nato a Fino Mornasco l’8 luglio 1839) fu colpito dalle folle di emigranti che partivano verso le Americhe e per la loro cura pastorale fondò nel 1887 la congregazione dei Missionari di San Carlo e otto anni dopo quella femminile delle Missionarie, visitandone le comunità nel 1901 negli Stati Uniti e in Brasile nel 1904. Si spense prima di compiere 66 anni, il 1° giugno 1905.

Per i suoi figli e figlie spirituali che vengono chiamati comunemente scalabriniani, questo anniversario è «un impegno a farlo conoscere, parlare di lui, raccontare della sua passione per i migranti affinché altri sentano la stessa passione e intervengano, a tutti i livelli, nella Chiesa e nella società, a favore di questi fratelli e sorelle che la vita ha sradicato e disperso. È infine un appello a chiedere la sua intercessione per la missione che la Chiesa ha affidato ai nostri Istituti, per la crescita nella fede di coloro con cui condividiamo la Parola, per la promozione dell’accoglienza di quanti sono lontani dalla propria terra e famiglia», scrivono nella Lettera di indizione con il patrocinio della diocesi di Piacenza-Bobbio, padre Leonir Chiarello e suor Neusa de Fatima Mariano, superiori generali rispettivamente dei Missionari scalabriniani e scalabriniane, insieme a Regina Widmann, responsabile generale delle Missionarie secolari scalabriniane. Che aggiungono: «Cogliamo questa circostanza per intensificare la preghiera e le iniziative affinché il beato Giovanni Battista Scalabrini sia proclamato santo, per rendere gloria a Dio e far risplendere con maggior rilievo la sua testimonianza di vescovo missionario, voce di chi voce non ha, aiuto per chi è nel bisogno, ispiratore per chi sente di dare la sua vita a Cristo a fianco di migranti, rifugiati e marittimi».

Appoggiano l’iniziativa, con il patrocinio della diocesi di Piacenza-Bobbio, anche le comunità dei migranti e i gruppi dei laici scalabriniani, impegnati in ambito ecclesiale, culturale, sociale. Numerosi gli eventi in programma da domani, con un’anticipazione ieri sera all’Auditorium Carducci di Como, dove si è svolto l’incontro su «L’attualità del pensiero del beato Scalabrini sull’emigrazione», con gli interventi - fra gli altri - di monsignor Angelo Riva, direttore de "Il Settimanale" della diocesi di Como, l’inviato di "Avvenire" Nello Scavo e padre Mario Toffari, scalabriniano e vicepostulatore. Domani nella parrocchia comasca di San Bartolomeo, dove il beato fu parroco, alle 10 Messa concelebrata da padre Gianni Borin, vicario generale degli scalabriniani; seguirà alle 15 la Messa con gli immigrati. In Duomo, alle 18, la preghiera dei Vespri con i religiosi della diocesi.
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