venerdì 13 settembre 2013
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Attenti a questi delegati. Entrano nel Tea­tro Regio, seguono i saluti di rito, le in­troduzioni, annotano appunti, se ne stan­no assorti. Pensano. Da oggi pomeriggio di­ranno la loro nelle otto assemblee tematiche. E attenti, perché sono tutti, assolutamente tut­ti persone esperte e competenti, che alla pa­storale sociale e familiare, alle associazioni, al­la vita della loro diocesi dedicano tanto tem­po e tante energie. C’è chi per venire a Torino ha affidato i figli al­la nonna. O forse, avendo i figli 17 e 13 anni, hanno affidato la nonna a loro… Ida Trolla e Gilberto Giambuzzi sono i responsabili della Pastorale familiare della diocesi di Lanciano-Ortona, in Abruzzo. Oggi si divideranno: Ida seguirà il tema delle 'alleanze educative', Gil­berto quello della 'pressione fiscale'.
La pla­tea è corale e varia. Così, a pochi metri, c’è Mas­simo Fogliato, cuneese, della Coldiretti pie­montese: «Associamo tante famiglie, cono­sciamo i loro problemi, soprattutto le difficoltà del rapporto tra vita familiare e lavoro. Alla Set­timana sociale vorremmo portare questo mes­saggio: è necessario trovare il modo di coniu­gare solidarietà e impresa per un’economia più equa». Il fiorentino Gianni Fini è il presidente del Fo­rum toscano delle associazioni familiari, che ha prodotto un documento: «Notiamo un gran desiderio di comunità. E allora è necessario rafforzare il collegamento tra le due reti: la re­te degli organismi ecclesiali impegnati nel so­ciale, dalla Caritas alla San Vincenzo, e la rete del volontariato familiare d’impronta cristia­na ». Sull’altro versante dell’Appennino, Rober­ta Guerrieri è la responsabile della casa di spi­ritualità per le famiglie dell’arcidiocesi di Mo­dena- Nonantola: «Da queste giornate mi a­spetto proposte concrete, per far crescere le fa­miglie e consentir loro di stare meglio». Il pro­blema maggiore delle tante famiglie che in­contra ogni anno? «La fragilità dei legami, la sta­bilità precaria». La pastorale familiare è mas­sicciamente rappresentata.
L’arcidiocesi cala­brese di Rossano-Cariati ha inviato ben otto coppie. In particolare, Maria Immacolata Ma­ringola insegna nella scuola primaria: «L’idea che mi piacerebbe portare nella mia assemblea tematica è che la famiglia è al centro dei pro­cessi educativi, e non può non incontrarsi con la scuola, per una sana alleanza». C’è poi chi è a Torino in vista di impegni futu­ri. La salesiana suor Emilia Di Massimo, di Ro­ma, è stata inviata alla Settimana sociale dal suo Consiglio ispettoriale. Prossimamente terrà dei corsi di formazione all’Università Cattoli­ca. Chi la sua formazione la sta per completa­re è invece Paolo Zanandreis, di Chiavari (Ge­nova). Lasciato il suo impiego da ragioniere, cin­que anni fa è entrato in Seminario. Il vescovo della sua diocesi, monsignor Alberto Tanasini, gli ha chiesto di partecipare alla Settimana so­ciale, seguendo in particolare il tema dell’inse­rimento dei giovani nel mondo del lavoro.
A crescere molto negli ultimi anni è stato il pro­getto Policoro, con la sua rete di formatori e le tantissime esperienze imprenditoriali giovani­li. È la Chiesa che pensa e opera. Il pugliese don Pasquale Cotugno è il garante di Policoro della sua diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano, dove è anche il referente per il presidio territo­riale di Libera: «Vorrei seguire in particolare l’immigrazione e il welfare». Per il Policoro, l’avvocato siciliano Mauro Sandro, vicepresi­dente della Pastorale sociale della diocesi di Nicosia, segue i progetti di microcredito: «Con lo sportello informa-giovani organizziamo in­nanzitutto la formazione, affidata a commer­cialisti, avvocati e altri esperti, che forniscono le basi del creare impresa; poi, ai giovani che si dimostrano pronti, grazie alla collaborazione della Banca di credito cooperativo, procuria­mo un primo finanziamento». Formarsi e o­perare, in perfetto stile Policoro. «Ascoltare, apprendere e condividere» è il mo­tivo per cui è presente a Torino il presidente del­l’Aipec (Associazione italiana imprenditori per una economia di comunione), Livio Bertola, che ricorda come la sua sia «un’associazione di imprenditori, professionisti e aziende che in­tendono porre come valore aggiunto del pro­prio modo di lavorare la persona».
Nel Teatro Regio, in piedi, quasi controllare che tutto funzioni a puntino c’è don Daniele Bor­tolussi, responsabile della Pastorale sociale e del lavoro di Torino. A lui è toccato in particolare curare l’organizzazione della Settimana socia­le. È sereno e contento: «Con le istituzioni lo­cali la collaborazione è stata ottima. Una pia­cevole sorpresa».
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