lunedì 20 gennaio 2025
Ogni settimana uno spazio dedicato alla riflessione personale con l'aiuto di testimoni della fede e maestri spirituali. Oggi il mistico tedesco Angelus Silesius sulla ricerca di Dio
A volte piangere ci aiuta a fare luce dentro di noi

A volte piangere ci aiuta a fare luce dentro di noi - ICP

COMMENTA E CONDIVIDI

Chi cerca trova, dice un’antica massima. Ed è vero. Si tratta però di usare le coordinate giuste. Nel senso che non bastano la volontà e la tenacia, si tratta di orientarsi bene nelle pieghe dell’esistenza quotidiana. Vale anche per la vita dello spirito. Ciascuno di noi, infatti, è un mendicante d’infinito, perennemente alla ricerca del proprio posto del mondo, che significa anche aprire o chiudere le porte alla presenza di Dio. Ma dove trovarlo? Ovunque verrebbe voglia di dire, ma si tratterebbe di una risposta, per quanto giusta, banale. Ecco allora l’importanza di percorrere le strade giuste, che passano dalla rinuncia al proprio orgoglio e all’autosufficienza, dal non idealizzare neppure la cultura e i successi professionali. Anzi, spesso, la via più diretta per trovare Dio, osserva in questa preghiera il prete e poeta tedesco Angelus Silesius (1624-1677), passa dalle lacrime, dalla forza di affrontare il buio, dal coraggio di gettare via le chiavi della propria vita per affidarsi al Padre.

«Ho cercato Dio
con la mia lampada così brillante
che tutti me la invidiavano.
Ho cercato Dio negli altri.
Ho cercato Dio
nelle piccolissime tane dei topi.
Ho cercato Dio nelle biblioteche.
Ho cercato Dio nelle università.
Ho cercato Dio
col telescopio e con microscopio.
Finché mi accorsi che
avevo dimenticato quello che cercavo.
Allora, spegnendo la mia lampada,
gettai le chiavi, e mi misi a piangere...
e subito, la sua Luce fu in me..».


© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: