domenica 1 gennaio 2012
Il Papa ha celebrato ieri sera in San Pietro i Primi Vespri della solennità di Maria SS. Madre di Dio con il "Te Deum" di ringraziamento per l'anno appena trascorso. Richiamando la domanda radicale che il trascorrere del tempo solleva: «Quale senso possiamo dare ai nostri giorni? Quale senso, in particolare, possiamo dare ai giorni di fatica e di dolore?», ha sottolineato con forza: «A questa domanda c’è una risposta: è scritta nel volto di un Bambino che duemila anni fa è nato a Betlemme e che oggi è il Vivente, per sempre risorto da morte».
Il testo dell'omelia di Benedetto XVI
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Il Papa ha celebrato in San Pietro i Primi Vespri della solennità di Maria SS. Madre di Dio con il Te Deum di ringraziamento per l'anno appena trascorso.

Ampia è profonda la riflessione sviluppata dal Santo Padre, che già nelle prime parole ha richiamato la domanda radicale che il passaggio del calendario sollecita: "Un altro anno si avvia a conclusione mentre ne attendiamo uno nuovo: con la trepidazione, i desideri e le attese di sempre. Se si pensa all’esperienza della vita, si rimane stupiti di quanto in fondo essa sia breve e fugace. Per questo, non poche volte si è raggiunti dall’interrogativo: quale senso possiamo dare ai nostri giorni? Quale senso, in particolare, possiamo dare ai giorni di fatica e di dolore? Questa è una domanda che attraversa la storia, anzi attraversa il cuore di ogni generazione e di ogni essere umano". La risposta a questa domanda non è però disperata: "Ma a questa domanda c’è una risposta: è scritta nel volto di un Bambino che duemila anni fa è nato a Betlemme e che oggi è il Vivente, per sempre risorto da morte".

L'orizzonte di speranza dischiuso dalla nascita del Salvatore sana alla radice l'inquietudine dell'uomo: "Da quando il Salvatore è disceso dal Cielo, l’uomo non è più schiavo di un tempo che passa senza un perché, o che è segnato dalla fatica, dalla tristezza, dal dolore. L’uomo è figlio di un Dio che è entrato nel tempo per riscattare il tempo dal non senso o dalla negatività e che ha riscattato l’umanità intera, donandole come nuova prospettiva di vita l’amore, che è eterno."

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