martedì 23 novembre 2010
Secondo l'ambasciatore italiano a Islamabad la vicenda della possibile grazia per la donna cristiana condannata a morte «è ben avviata, ma ci vorrà ancora qualche giorno per ottenere la sua eventuale liberazione». Il cardinale Bertone ha ricordato che il Vaticano ha posto il problema dell'abrogazione della legge sulla blasfemia. E giovedì il responsabile vaticano per il dialogo interreligioso sarà in Pakistan.
- Estrema blasfemia di Giuseppe Anzani
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L'AMBASCIATORE ITALIANO A ISLAMABADLa vicenda della possibile grazia per Asia Bibi, la madre di cinque figli cristiana condannata a morte per blasfemia, "è ben avviata, ma ci vorrà ancora qualche giorno per ottenere un suo eventuale rilascio". Lo ha dichiarato oggi l'ambasciatore d'Italia a Islamabad, Vincenzo Prati. "Grazie all'iniziativa italiana - ha sottolineato il diplomatico - la sorte di questa donna da un anno e mezzo in carcere è stata portata a conoscenza dell'opinione pubblica mondiale, e ovviamente poi l'autorevole intervento pontificio ha contribuito a che le autorità pachistane se ne occupassero a fondo". "Sono in permanente contatto con il ministro delle Minoranze, il cristiano Shahbaz Bhatti - ha proseguito - che mi ha confermato che la procedura di esame della grazia ha suoi tempi tecnici e che saranno quindi necessari ancora alcuni giorni". Lo stesso Bhatti, comunque, ha reso noto che domani riceverà la famiglia di Asia Bibi a cui comunicherà gli ultimi sviluppi della situazione.Nei giorni scorsi Asia Bibi è stata visitata anche dal governatore della provincia del Punjab, Salman Taseer, che ha detto che il caso di blasfemia non sussisteva, suscitando comunque le proteste di settori fondamentalisti. "Questo tema è destinato comunque a restare sotto i riflettori - ha ancora detto Prati - perché giovedì verrà in visita qui in Pakistan il cardinale Jean-Louis Tauran", presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso". Insomma, ha concluso l'ambasciatore, "precediamo verso la direzione buona. Va detto che questo caso interessa l'Italia non solo perchè si tratta di una donna cristiana, ma perchè ci teniamo a mantenere buone le relazioni fra Italia e Pakistan, un paese che è a noi molto vicino".IL CARDINALE SEGRETARIO DI STATOIntanto il Segretario di stato vaticano, card. Tarcisio Bertone, ha rivolto oggi un appello per Asia Bibi. "Noi speriamo che questa credente cristiana che ha già sofferto tanto venga liberata", ha detto Bertone a margine dell'inaugurazione dell'anno accademico 2010-2011 della Pontificia università lateranense.Il Segretario di Stato vaticano ha accennato all'imminente viaggio del cardinale Tauran e ha spiegato che sia da parte del Vaticano sia da parte di numerosi governi "è stato posto il problema"  dell'abrogazione della legge sulla blasfemia, vigente in Pakistan, "proprio perché i cittadini e tra questi i credenti cristiani non possono essere accusati di reati che non hanno consistenza".IL VESCOVO DI FAISALABADPer salvare la vita di Asia "sarebbe meglio celebrare il processo all'Alta Corte per dimostrare che è innocente. La grazia presidenziale non prova la sua innocenza". Lo ha detto invece mons. Joseph Coutts, vescovo della diocesi di Faisalabad (Pakistan), partecipando a Montecitorio alla presentazione di un'iniziativa bipartisan per chiedere la grazia per Asia Bibi. Il vescovo si è detto infatti preoccupato perchè, se graziata, la donna sarebbe considerata ancora colpevole di blasfemia dai fanatici musulmani e quindi in pericolo di vita. "Sono molto toccato e molto grato agli italiani - ha poi aggiunto - per aver sollevato questo caso e per la loro solidarietà " nei confronti di Asia e dei cristiani in Pakistan. 
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