Il vescovo Hinder conferma che al momento non si hanno notizie certe del sacerdote salesiano Tom Uzhunnalil, che si trovava presso la residenza assaltata dai terroristi e risulta tuttora scomparso: “supponiamo che sia ancora nelle mani degli assalitori, e gli apparati yemeniti stanno cercando di trovarlo, ma finora le ricerche non hanno avuto esito” ha spiegato il vicario apostolico. Intanto suor Sally, la madre superiora della comunità, nativa del Kerala e scampata alla strage, si prepara a lasciare lo Yemen. Circa un anno fa, quando in quel Paese è esploso il conflitto tra le forze governative e i ribelli Huthi, il vescovo Hinder ricorda di essersi confrontato con le suore sull'opportunità della loro permanenza in uno scenario divenuto a alto rischio. “Loro” ricorda il vicario apostolico dell'Arabia meridionale “mi dissero che non c'era niente da discutere: non sarebbero andate via, qualsiasi cosa fosse capitata, perché desideravano rimanere accanto a quelli che erano stati loro affidati. Era evidente che da parte di quelle suore inermi non si trattava di una esibizione di eroismo, ma solo del loro desiderio di seguire Cristo. Ho rispettato la loro scelta, e sono certo che il loro martirio porterà frutto, anche per le vite dei cristiani che vivono nella Penisola arabica”. Nelle foto dei corpi straziati delle vittime, si vede che al momento della strage le su ore indossavano grembiuli da cucina sopra il loro abito religioso.
Le reazioni e il cordoglio in India
A Calcutta, nella casa madre, le suore Missionarie della Carità hanno celebrato una Eucaristia in suffragio delle loro consorelle uccise in Yemen. Anche i vescovi indiani, riuniti nella loro assemblea plenaria a Bangalore fino al 9 marzo, sempre riferendosi al massacro avvenuto il 4 marzo a Aden, in Yemen, hanno espresso: “Preoccupazione, sdegno e dolore per il vile attacco”. Nel quale sono state uccise quattro religiose che appartenevano alla Congregazione delle Missionarie della Carità, e una di loro è suor Anselma, indiana, della diocesi di Gumla, nello stato indiano di Jharkhand. I vescovi - come riportato dall'agenzia Fides - si sono riuniti in una speciale preghiera per le vittime, esprimendo profonde condoglianze alla Congregazione fondata da Madre Teresa di Calcutta: «Questi attacchi brutali ai missionari cristiani da parte di menti malvagie non scoraggeranno il nostro impegno a servire i poveri e gli ammalati» hanno aggiunto i vescovi indiani che hanno «auspicato il pronto rilascio del salesiano indiano padre Tom Uzhunnalil, sequestrato e tuttora nelle mani dei terroristi che hanno compiuto il massacro».