mercoledì 13 giugno 2018
Nel 2016 i battezzati cresciuti dell’1,1%. L’Africa è il continente «più dinamico». L'Italia fra i quindici Paesi più cattolici del pianeta. Diminuiscono preti, religiose e seminaristi
Una pellegrina con il Rosario in piazza San Pietro (foto Ansa)

Una pellegrina con il Rosario in piazza San Pietro (foto Ansa)

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Una Chiesa che seppur a piccoli passi cresce nel mondo anno dopo anno, che è sempre più aperta alle periferie, che fatica in Europa ma registra una particolare vivacità in Africa. Aumentano i cattolici battezzati nel pianeta, si amplia il numero dei vescovi, si assiste a «un’evidente contrazione nei religiosi non sacerdoti, nelle religiose professe e nei sacerdoti» ma anche nelle vocazioni presbiterali; però si impenna il numero dei diaconi permanenti che crescono con una media annua di quasi il 3%. A scattare la fotografia sulla Chiesa cattolica nel mondo è l’Annuarium Statisticum Ecclesiae, la cui redazione è curata dall’Ufficio centrale di statistica della Chiesa. L’ultimo volume, relativo al 2016, stampato dalla Tipografia vaticana, è in distribuzione in questi giorni insieme con l’Annuario Pontificio 2018. Un testo, quest’ultimo, da cui emerge che nell’ultimo anno sono state erette 6 nuove sedi vescovili e 4 eparchie; è stata elevata a sede metropolitana una diocesi e sono state elevate a diocesi 3 vicariati apostolici.


È però l’altro annuario che ci dice che i cattolici battezzati sono passati nel pianeta da 1.285 milioni nel 2015 a 1.299 milioni nel 2016, con un aumento dell’1,1%. Un dato di poco inferiore a quello della crescita della popolazione mondiale. Il che fa sì che la presenza “cattolica” non diminuisca che di pochi millesimi in dodici mesi: da 17,73 cattolici per 100 abitanti nel 2015 a 17,67 nell’anno successivo. Come spiega L’Osservatore Romano, la distribuzione dei cattolici è variegata. L’Africa ne raccoglie il 17,6% e si caratterizza per una diffusione della Chiesa assai esuberante: in sei anni si è avuto un aumento del 23,3%. Si consolida la posizione dell’America a cui appartiene il 48,6% di fedeli. Di questi il 57,5% risiede nell’America del Sud, il 14,1% nell’America del Nord e il 28,4% nell’America centrale. Moderatamente crescente l’incidenza nel mondo cattolico del continente asiatico che, con un peso di oltre il 60% della popolazione del pianeta, si mantiene attorno all’11% dal 2010 al 2016. L’Europa, pur ospitando quasi il 22% della comunità cattolica mondiale, rimane l’area meno dinamica, con una crescita nel periodo 2010-2016 pari ad appena lo 0,2%. I cattolici dell’Oceania, infine, sono poco più di 10 milioni e risultano lievemente in crescita. Quindici i Paesi più “cattolici”, dove vive il 64% battezzati mondiali. Quattro si trovano in Africa (Repubblica Democratica del Congo, Nigeria, Uganda e Angola), quattro in America (Brasile, Messico, Stati Uniti e Colombia), due nel continente asiatico (Filippine e India) e i cinque sono europei (Italia, Francia, Spagna, Polonia e Germania).


In sei anni il numero dei vescovi è aumentato del 4,88%: nel 2016 sono 5.353. Tuttavia l’America centrale e meridionale e l’Asia registrano un incremento più consistente in confronto alle altre aree geografiche, come il Nord America e l’Europa. Il totale dei sacerdoti ammonta a 414.969: il 67,9% appartiene al clero diocesano mentre il 32,1% è religioso. Comunque va rilevato che la percentuale dei preti diocesani è aumentata di circa un punto rispetto a quella del 2010. I sacerdoti religiosi, salvo qualche eccezione di incremento come l’Africa, l’area asiatica sud-orientale e l’America centro-continentale, sono in decrescita con punte di qualche rilievo nel Nord America e in Europa.


I diaconi permanenti costituiscono il gruppo dei chierici che si accresce con maggior vigore: nel 2016 sono 46.312 e hanno una ripartizione che regista il minimo in Asia e il massimo in America. Le religiose professe erano 722mila nel 2010 e sono 659mila nel 2016 (con un meno 8,7%) ma restano «una realtà non trascurabile» tanto da «affiancare, quando addirittura non sostituire, l’azione dei sacerdoti». In sei anni calano dell’1,8% i seminaristi con «motivi di preoccupazione» in Europa e America dove la diminuzione appare molto evidente mentre Asia e Africa vanno nella direzione opposta.

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