giovedì 18 novembre 2010
Il segretario generale della Cei fa il punto a a dieci anni dalla legge che ha regolato il settore. La presenza delle scuole cattoliche fa risparmiare ogni anno allo Stato cinque miliardi e mezzo di euro, a fronte di un contributo pubblico di cinquecento milioni, ma le sovvenzioni continuano a calare. A rischio una libertà fondamentale e garantita in tutta Europa: quella di educazione.
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La parità scolastica è "un valore che non interessa solo la scuola cattolica", ma "è patrimonio di tutti i cittadini". A ribadirlo è stato mons. Mariano Crociata, segretario generale della Cei, introducendo la presentazione del XII Rapporto sulla scuola cattolica, a dieci anni dalla legge sulla parità. "Anche se talvolta l’opinione pubblica è indotta a confondere il tutto con la parte, riconducendo la rivendicazione della parità a un affare della Chiesa – ha puntualizzato il presule – in realtà la parità scolastica interessa l’intera collettività", perché "la libertà di educazione non è una prerogativa confessionale, né il diritto di un gruppo sociale, ma è una libertà fondamentale di tutti e di ciascuno". In Italia, invece, "il cammino verso la parità è stato lungo e contrastato, e tanta strada resta ancora da percorrere perché le enunciazioni di principio si esprimano adeguatamente nella prassi". Nel nostro Paese "la presenza delle scuole paritarie fa risparmiare ogni anno allo Stato cinque miliardi e mezzo di euro a fronte di un contributo dell’amministrazione pubblica di poco più di cinquecento milioni". Risparimo dovuto al fatto che lo Stato perché non deve provvedere in proprio all’istruzione di quel milione e più di alunni che beneficiano dell’offerta educativa delle paritarie. Senza contare che "in Europa la libertà effettiva di educazione costituisce sostanzialmente la regola". Il segretario generale della Cei non ha mancato di sottolineare gli "aspetti problematici", che riguardano soprattutto l’applicazione concreta della legge n. 62/2000. In primo luogo, "la realizzazione del tutto inadeguata della libertà di educazione della famiglia". In particolare, "non è garantita l’attuazione del diritto costituzionale di uguale trattamento degli studenti delle scuole paritarie e il finanziamento viene rimesso alla discrezionalità del momento politico, così che resta incerta la definizione annuale della quantità e della modalità delle sovvenzioni". "Paradigmatica", in questo senso, è la disposizione dell’inserimento di studenti con handicap "senza fornire i mezzi adeguati per abbattere le barriere architettoniche e per pagare il sostegno per i ragazzi". Sul piano applicativo, infine, rimane "l’incertezza della pur ridotta disponibilità finanziaria, dovuta anche ai ritardi spropositati nell’erogazione dei fondi".Mons. Crociata si è espresso anche sul "buono scuola". "Nonostante il modesto rilievo economico – ha osservato - tale provvedimento ha un’importante valenza giuridica, in quanto per la prima volta sancisce in maniera esplicita il diritto dei genitori, anche a livello economico, alla libertà effettiva di scegliere la scuola corrispondente alle proprie convinzioni". Per la Cei, quindi, "finanziamento alla scuola, buono scuola e detrazioni fiscali costituiscono nel breve termine strategie ugualmente adottabili dalla legislazione statale per garantire, attraverso un’adeguata modulazione, le risorse necessarie alle scuole paritarie".
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