venerdì 22 maggio 2020
Risale al 17 maggio del 1980 la nomina a pastore della Chiesa di Fossano del poi cardinale che guidò la diocesi di Asti dal 1989 al 1999 e l'arcidiocesi di Torino dal 1999 al 2010
Giovanni Paolo II abbraccia il neocardinale Severino Poletto, era il 21 febbraio 2001

Giovanni Paolo II abbraccia il neocardinale Severino Poletto, era il 21 febbraio 2001 - Ansa

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Una storia esemplare, e straordinaria: non sono molti infatti i vescovi che arrivano a celebrare i 40 anni di ordinazione, ma il cardinale Severino Poletto ha tagliato il traguardo domenica scorsa, 17 maggio: venne ordinato per la Chiesa di Fossano nel 1980 di cui fu prima vescovo coadituore e dal 29 ottobre dello stesso anno poi titolare della diocesi piemontese . Era stato nominato il 3 aprile dello stesso anno; e il 13 aprile si ritrovò con gli altri vescovi del Piemonte a Torino, per partecipare alla memorabile giornata con san Giovanni Paolo II.

La vicenda del cardinale e della sua famiglia è esemplare perché rappresenta quella di tante generazioni di immigrati dal Veneto, dall’Emilia e più tardi dal Sud che raggiunsero il Piemonte trovando lavoro e una nuova «casa». Con i suoi 10 fratelli e sorelle Severino (classe 1933, ordinato prete nel 1957) si stabilì nel Casalese, e nel Seminario di quella diocesi iniziò il cammino che lo portò, dalla parrocchia operaia di Oltreponte, a guidare le diocesi di Fossano, Asti (1989) e infine Torino (1999). Venne creato cardinale nel 2001, con il titolo di San Giuseppe al Trionfale.

Nel capoluogo subalpino si trovò subito ad animare l’ostensione della Sindone nell’anno del Giubileo, già programmata dal cardinale Saldarini insieme a quella del 1998. Nel corso di quell’ostensione, fra molti altri gesti significativi, piace ricordare l’incontro di tutti i preti missionari «fidei donum» della diocesi, riuniti per la prima volta insieme a Torino: un segnale di mondialità, per una Chiesa che ha sempre dato moltissimo all’evangelizzazione. Poi il cardinale Poletto lanciò un programma articolato, attraverso la Lettera pastorale «Costruire insieme», contenente il progetto per un decennio, con missioni specifiche destinate ai ragazzi, ai giovani, alle famiglie, agli anziani. Un «annuncio» a tutto il popolo di Dio per rendere manifesta la fede; e un cammino che si concluse con la «restituzione della fede», con il pellegrinaggio presso la tomba di Pietro a Roma, nel 2008.

Confermato da Benedetto XVI, guidò un’altra ostensione della Sindone nel 2010. Ha promosso e realizzato il complesso del Santo Volto, firmato dall’architetto Mario Botta, dove si trovano la nuova chiesa parrocchiale, il centro congressi e gli uffici della Curia. In città tutti ricordano il grande impegno profuso per il mondo del lavoro, negli anni più difficili della crisi Fiat e della morte dei fratelli Giovanni e Umberto Agnelli. Fra le realtà più significative avviate dal cardinale vi fu, nel 2000, il convegno sul futuro di Torino. «Già allora – ricorda – erano leggibili i segnali di una crisi dell’industria che sarebbe poi esplosa negli anni successivi, in particolare nel settore dell’auto e del suo indotto. Era fondamentale che la Chiesa di Torino fosse presente su questo fronte. E il contributo che nacque da quel convegno fu il ‘Forum’ che riuniva imprenditori e intellettuali, docenti universitari e sindacalisti… Non c’era in allora nessuno spazio di confronto comune, e la diocesi offrì questo luogo di riflessione, proseguito con incontri regolari lungo tutti gli anni del mio episcopato». In forme diverse anche il suo successore, Cesare Nosiglia, ha continuato questo «servizio» della Chiesa alla città.

L’arcivescovo Nosiglia aveva previsto anche un incontro del cardinale con i preti torinesi alla Consolata, fissandolo per lo scorso 16 maggio. E un altro incontro era stato promosso a Crea con la sua diocesi d’origine, Casale Monferrato. «Il virus – dice ora Poletto – non ha reso possibili questi incontri di persona, ma ho sentito comunque l’affetto e la vicinanza di tanti. Siamo uniti nella preghiera al Signore, e nel grazie per i suoi doni».

Oggi il cardinale vive a Testona, ai piedi della collina di Moncalieri, in una casa della diocesi, e continua il suo ministero nei corsi di Esercizi e nel «lavoro» nella chiesa parrocchiale vicina alla sua residenza. Auguri, Eminenza, e ad multos annos!

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