lunedì 13 febbraio 2012
​La Radio vaticana ha riferito che «si è conclusa nel silenzio dei mass media una dolorosa vicenda di abusi che avrebbe voluto coinvolgere il Papa e la Santa Sede»: venerdì scorso, l'avvocato Jeff Anderson ha depositato una notifica di archiviazione relativa all'azione legale denominata "John Doe 16 v. Holy See".
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​La Radio vaticana ha riferito oggi che "si è conclusa nel silenzio dei mass media una dolorosa vicenda di abusi che avrebbe voluto coinvolgere il Papa e la Santa Sede": venerdì scorso, l'avvocato Jeff Anderson ha depositato presso la Corte distrettuale del Wisconsin una notifica di archiviazione relativa all'azione legale denominata "John Doe 16 v. Holy See". Si tratta del caso di un ragazzo disabile abusato da un sacerdote in una scuola per bambini sordomuti di Milwaukee: nell'istituto numerosi altri ragazzi erano stati abusati dallo stesso prete. La causa, denunciando la copertura degli abusi, spiega l'emittente pontificia, era intenzionata ad affermare la diretta responsabilità della Santa Sede sugli oltre 400mila sacerdoti sparsi nel mondo, quando questa, è noto - sottolinea in una dichiarazione l'avvocato della Santa Sede Jeffrey Lena - spetta ai rispettivi vescovi o superiori religiosi. Lena ricorda come Anderson abbia "orchestrato per la stampa un evento dai toni drammatici e ricco di colpi di scena che mirava a provocare nei mass media un'attenzione smodata e frenetica per la questione".

Si ricorda l'enfatico annuncio di informazioni che avrebbero dimostrato l'esistenza di un'"azione congiunta alivello mondiale" collegata ad abusi sessuali e diretta dalla Santa Sede. "Su una teoria tanto datata quanto smentita - afferma Lena - è stata creata appositamente per i mass media una sequenza di eventi che ha trasformato un fatto gravissimo - la violenza sessuale perpetrata ai danni di un minore - in uno strumento di affermazioni mendaci circa presunte responsabilità della Santa Sede".Leena sottolinea anche l'impegno della Chiesa nel contrasto degli abusi ricordando che "è stato il diritto canonico e non quello civile innanzitutto, a istituire per primo l'obbligo di denuncia" per queste vicende. Una causa come questa - prosegue l'avvocato Lena - "intentata contro la Santa Sede e tenuta insieme solo da una rete mendace di accuse infondate di complotti internazionali, in verità non è altro che una strumentalizzazione del sistema giudiziario e uno spreco di risorse"."Quello che non dobbiamo dimenticare - afferma ancora l'avvocato della Santa Sede - è il fatto che molti anni fa John Doe 16, un ragazzo solo e afflitto da disabilità, è stato oggetto di terribili abusi. Come Papa Benedetto XVI ha ripetutamente affermato, ogni abuso - sia esso perpetrato in istituzioni pubbliche o private, da qualunque persona, di qualunque credo o affiliazione religiosa - è un peccato e un crimine".

"È triste constatare - conclude Lena - come nelle mani di un avvocato troppo incline alle conferenze stampa e un altro che trascorre il proprio tempo a scrivere su Internet una rubrica faziosa con cui tenta di far passare per eroi se stesso e i suoi colleghi, la vera tragica situazione e la sofferenza di John Doe 16 siano diventate uno strumento di pubblico inganno".

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