lunedì 23 settembre 2013
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La comunità cristiana è sotto choc per la strage di ieri a Peshawar, nel nord del Pakistan. Unanime la condanna di leader religiosi - cattolici, protestanti, musulmani - che pregano per le vittime e per i loro familiari. In una nota della Conferenza episcopale (Pcbc), a firma del presidente monsignor Joseph Coutts - arcivescovo di Karachi - si esprime una "ferma condanna" nei "termini più forti" per quello che viene definito un attacco "vergognoso e codardo", un "attacco verso uomini, donne e bambini innocenti". Solidarietà e condanna viene espressa anche da altri leader cristiani e musulmani. Il vescovo di Islamabad/Rawalpindi monsignor Rufin Anthony parla di "evento terribile" per un Paese "piagato dal terrorismo". "Le minoranze vivono in condizioni di insicurezza a causa delle politiche governative" aggiunge il prelato, che invita i cristiani "a protestare in modo pacifico e a non provocare incidenti" a fronte di un momento in cui è "necessaria la massima unità".Oggi gli attivisti di Apma - come annunciato ieri da Paul Bhatti - terranno un'imponente (ma pacifica) manifestazione a Islamabad. Cordoglio viene espresso da Maulana Tahir Ashrafi, presidente del Consiglio degli ulema, il quale sottolinea la vicinanza "ai nostri fratelli e sorelle cristiani". "È vergognoso che il governo - aggiunge il leader musulmano - non riesca a proteggere le minoranze in Pakistan", la cui Costituzione prevede "la tutela dei loro diritti"."Chiediamo - conclude - che le minoranze siano protette". Di scena "devastante" parla infine padre Chand Gill, sacerdote a Peshawar, la cui parrocchia si trova poco distante dalla zona dell'attentato. "L'ondata di violenze e terrorismo - aggiunge - cresce inarrestabile". In varie città del Paese si sono tenute manifestazioni di protesta contro l'attacco kamikaze, rivendicato dalgruppo estremista islamico Jandullah, già noto in passato per attacchi contro la minoranza sciita e la morte di nove alpinisti stranieri - impegnati nella scalata dell'Himalaya - nel giugno scorso. Nel suo messaggio il presidente dei vescovi pakistani parla di gesto "vergognoso e codardo" ed esprime dolore per la predita di"così tante vite innocenti" e "solidarietà" alle famiglie. Il prelato annuncia inoltre, rende noto AsiaNews, la chiusura di tutti gli istituti educativi cristiani dal 23 al 25 settembre "in segno di lutto e protesta". Monsignor Coutts invoca inoltre "speciali preghiere" per "quanti sono stati martirizzati e i feriti", lanciando al contempo un appello all'intera comunità cristiana perché "mantenga la calma ed eviti gesti violenti". Egli si rivolge infineal governo, perchè "prenda tutte le misure necessarie per catturare i responsabili" e misure urgenti per "proteggere i luoghi di culto delle minoranze religiose" contro attacchi che hanno raggiunto "proporzioni allarmanti". 
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