Santo Sepolcro (foto d'archivio Ansa)
Dopo quello della struttura dell’edicola che racchiude la tomba di Gesù, vi sarà una seconda fase nei lavori di restauro del Santo Sepolcro a Gerusalemme. Ad annunciare questa importante novità sono state l’altra sera le tre confessioni cristiane che hanno per tradizione secolare la giurisdizione sul luogo più venerato dai cristiani in Terra Santa. Il patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme Teofilo III, il Custode di Terra Santa fra Francesco Patton e il patriarca armeno Nourhan Manoughian hanno siglato un’intesa che prevede l’avvio di una seconda fase di lavori nella rotonda della basilica del Santo Sepolcro.
Come si ricorderà il primo intervento si era concluso due anni fa, con la rimozione della gabbia metallica realizzata nel 1947 per puntellare l’edicola dopo un terremoto. Risolti i problemi di statica che avevano consigliato l’intervento, la tomba di Gesù era stata così restituita ai colori dei marmi del suo rivestimento ed è stata già ammirata da centinaia di migliaia di pellegrini. Le fragilità, però, non sono state del tutto risolti: era infatti nota la necessità di un intervento anche sulle fondamenta dell’edicola stessa, erose dall’umidità del sottosuolo della Basilica. Di qui l’intesa su questa seconda fase dei lavori che comprenderà il sollevamento dell’intero pavimento della rotonda per eliminare le infiltrazioni ma anche per procedere a un livellamento, risolvendo così il problema delle parti oggi sconnesse.
L’accordo prevede una prima fase di studio della situazione che comincerà da settembre e durerà circa un anno. A differenza del precedente intervento, svoltosi sotto la supervisione della National Technical University di Atene, a coordinare la seconda fase del restauro saranno due istituzioni accademiche scientifiche italiane, di cui non sono stati ancora resi noti i nomi. «Stiamo finalizzando gli accordi», ha spiegato a VaticanNews il Custode di Terra Santa fra Patton. La tipologia di restauro dovrebbe però comportare meno difficoltà nel garantire senza interruzioni l’afflusso dei pellegrini al Santo Sepolcro.
La nuova fase dei lavori ha un grande significato anche dal punto di vista ecumenico: come ha sottolineato il Custode Patton conferma il «reale rapporto di collaborazione, di fiducia e di fraternità» che esiste oggi tra le diverse confessioni cristiani a Gerusalemme. Va infine sottolineato che - come sempre avviene nei Luoghi Santi - i lavori di ristrutturazione costituiranno un’occasione importante anche per le indagini archeologiche.
Sollevare il pavimento della rotonda permetterà di indagare nuovi segmenti dei resti della basilica costantiniana - quella fatta costruire all’inizio del IV secolo dall’imperatrice Elena sul luogo della Risurrezione di Gesù. Già negli Sessanta l’archeologo francescano Virgilio Corbo aveva compiuto dei sondaggi in questo senso, trovando materiale importante. Inoltre i nuovi strumenti a disposizione degli archeologi di oggi potrebbero offrire la possibilità di capire meglio anche come doveva essere strutturata l’intera necropoli all’interno della quale si trovava la tomba di Gesù.
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