Sarà beato Shaw, imprenditore argentino. Due nuovi venerabili italiani
Il Papa ha autorizzato i decreti che riguardano la beatificazione dell'industriale sudamericano, alcuni martiri della Guerra civile spagnola e la venerabilità di altri tre testimoni

I decreti del Dicastero delle cause dei santi di cui oggi papa Leone XIV ha autorizzato la promulgazione presentano alla Chiesa nuovi segni di come il popolo di Dio sia capace di riconoscere gli esempi di santità al proprio interno, tanto da chiedere che vengano riconosciuti ufficialmente e da ricorrere alla loro intercessione. L’unico decreto relativo a un miracolo riguarda Enrique Ernesto Shaw, nato a Parigi ma argentino di nazionalità, vissuto nella Buenos Aires di metà Novecento, impegnato nell’Azione Cattolica, padre di nove figli e, soprattutto, dirigente d’impresa. Papa Francesco, da cardinale arcivescovo di Buenos Aires, ha avviato l’inchiesta diocesana sulle sue virtù eroiche, che lui stesso da Pontefice ha riconosciuto col Decreto del 24 aprile 2021. Aveva parlato di lui nell’intervista all’emittente messicana Televisa a due anni dall’elezione al soglio di Pietro: «Sto portando avanti la causa di beatificazione di un ricco imprenditore argentino, Enrique Shaw che era ricco, ma santo. Una persona può avere denaro. Dio il denaro lo concede perché lo si amministri bene. E quest’uomo lo amministrava bene. Non con paternalismo, ma facendo crescere quelli che avevano bisogno del suo aiuto». Invece il miracolo preso in esame per la beatificazione riguarda la guarigione, avvenuta nel 2015, di Matías, un bambino di cinque anni, da “danno encefalico diffuso grave e ipertensione endocranica o intracranica della fossa posteriore”. Shaw è stato elogiato recentemente anche da papa Leone XIV, nel suo messaggio ai partecipanti alla 31ª Conferenza Industriale Argentina: «Comprese che l’industria non era soltanto un ingranaggio produttivo, né un mezzo per accumulare capitale, ma una vera comunità di persone chiamate a crescere insieme. La sua leadership si distinse per la trasparenza, per la capacità di ascolto e per l’impegno affinché ogni lavoratore potesse sentirsi parte di un progetto condiviso. In lui, la fede e la gestione imprenditoriale si unirono in modo armonioso, dimostrando che la Dottrina Sociale non è una teoria astratta, né un’utopia irrealizzabile, bensì un cammino possibile che trasforma la vita delle persone e delle istituzioni ponendo Cristo al centro di ogni attività umana».
Futuri beati sono anche i martiri Ignacio Aláez Vaquero e 10 compagni, ovvero nove seminaristi del Seminario di Madrid e due parenti di altrettanti di loro, precisamente uno zio sacerdote assassinato col nipote e un padre arrestato e ucciso col figlio. A partire dal 2009 il Seminario di Madrid ha sostenuto la faticosa ricerca di documentazione sulle loro vite e sulle circostanze delle rispettive morti martiriali, avvenute nel contesto della persecuzione collegata alla guerra civile spagnola.
I venerabili di questo mese iniziano invece con monsignor Joseph Panjikaran, fondatore delle Suore Medico Missionarie di San Giuseppe (Medical Sisters of St. Joseph, in inglese): promosse l’inaugurazione del primo ospedale cattolico del Kerala, avvenuta il 6 dicembre 1934, dopo che si era reso conto di persona della carenza del sistema sanitario. Padre Berardo del Cuore di Gesù, ovvero Giuseppe Atonna, dell’Ordine dei Frati Minori (più precisamente del ramo degli Alcantarini), si distinse invece da giovane per l’obbedienza pronta ai superiori e per la carità pastorale. Visse in prima persona le difficoltà dovute alle leggi eversive italiane e prese decisioni a volte drastiche per il bene dei confratelli. Fu tra gli amici di san Bartolo Longo, col quale condivise la capacità di mettere ogni azione sotto lo sguardo della Vergine Maria, che, sulla scorta di san Leonardo da Porto Maurizio, venerava col titolo di Madre del Bell'Amore. Fece lo stesso anche quando Antonietta Fiorillo l’invitò a tenere delle conferenze alle giovani che assistevano le anziane ricoverate nella struttura caritativa da lei fondata a Napoli. Lui stesso andò a vivere lì grazie al permesso dei superiori, attirandosi accuse poi rivelatesi calunniose, che sopportò pazientemente; morì il 4 marzo 1917. Invece madre Domenica Caterina dello Spirito Santo, al secolo Teresa Solari, nata a Ne presso Chiavari e morta a Genova il 7 maggio 1908, affrontò difficoltà familiari e di salute. Fu proprio durante un ricovero all'ospedale Pammatone di Genova che capì la sua vocazione: servire le ragazze che, come lei, avevano vissuto l’esperienza dell'abbandono. Insieme ad Antonietta Cervetto avviò quindi la Piccola Casa della Divina Provvidenza e la relativa congregazione di suore, dal 1990 unita alle Domenicane di Santa Caterina da Siena. Per il bene che aveva compiuto a favore della città di Genova, le fu assegnata una tomba gratuita in perpetuo nel cimitero di Staglieno.
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