sabato 24 agosto 2013
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Cuneese, a due passi dal confine francese. Alpi Marittime. Situato tra le valli Stura, Gesso e Tinèe - in un ambiente naturale mozzafiato caratterizzato da una grande corona di vette grigiaste e franose, con sottostanti laghetti pittoreschi, circondato dalle cime imponenti della Maladecia a Sud e della Bravaria a Nord - si staglia il complesso del Santuario di Sant’Anna, che con i suoi 2.035 metri di altezza ha il primato di essere il più alto d’Europa. Per piemontesi e liguri un posto molto amato, non semplice da raggiungere, anche se l’auto porta sino in cima dopo un costante salire lungo un nastro d’asfalto che accarezza precipizi da brivido.Il primo documento che indica la presenza di una chiesetta nel vallone dell’Orgials, è un atto d’intesa sui confini di Vinadio e Isola del 23 settembre 1307, che parla dell’ospizio di Santa Maria di Brasca. Era una piccola cappella affiancata da semplici locali per l’ospitalità dei viandanti e pellegrini. In un atto del 1447 risulta che l’ospizio era amministrato dal parroco di Vinadio. Le testimonianze più antiche sulla vita dell’ospizio di Santa Maria attestavano la presenza di eremiti che si dedicavano al servizio ai viandanti. Il documento più importante è datato 4 anni prima e, per la prima volta, viene attestato il nuovo titolo della chiesa detta ora Sant’Anna. L’ospizio alpino stava cambiando fisionomia divenendo un caratteristico Santuario. Il culto di sant’Anna e di san Gioacchino si era diffuso in occidente dopo le crociate e per dare forza alla nuova devozione anche tra quei monti la tradizione ricorse all’apparizione di sant’Anna ad una pastorella, Anna Bagnis, avvenuta su una roccia tra i pascoli più a monte della chiesetta.Attorno al ‘500 la chiesa cominciò a diventare vero luogo di preghiera e meta di pellegrinaggi. Risale al periodo il rifacimento dell’altare e l’acquisto di un dipinto che raffigurava la santa, andato perduto durante la Rivoluzione francese. Nel 1619 giunse una reliquia di sant’Anna, che è tuttora conservata nel braccio d’argento esposto in chiesa. La tappa più significativa dello sviluppo del Santuario fu la costruzione della nuova chiesa, quella attuale, tra il 1680-81, che venne edificata leggermente più a valle dell’antica cappella. Allora, dicono le cronache, erano già migliaia i pellegrini. Nei secoli a seguire la struttura andò sempre più ampliandosi e, nel 1881, l’edificio assunse l’impostazione attuale con il rifacimento della facciata e del campanile.Trattandosi di un luogo di confine, il posto venne utilizzato spesso dai soldati per costruire trincee e fortini. Persino la strada carrozzabile venne costruita nel 1924 a scopi militari per raggiungere il Colle della Lombarda che è nelle vicinanze. Finite le guerre, gli edifici militari furono riconvertiti a scopi civili e, per ospitare i tanti fedeli, nel 1971 fu risistemato il chiostro tra la chiesa ed il vecchio ospizio rendendolo adatto alle celebrazioni. L’attuale edificio, quello costruito nel 1680, è a tre navate ed è particolarmente curioso dal momento che il pavimento ligneo è in salita sul pendio della roccia.Sempre nel Cuneese non va dimenticato un altro Santuario che "sfiora" il cielo: quello di San Magno. Siamo in Val Grana e l’edificio, meta di molti pellegrinaggi, sorge su un cucuzzolo a 1.760 metri. Le cronache individuano nel 1400 la presenza di una cappella che sarà ampliata nel 1514 e arricchita da un ciclo pittorico sulla vita di Gesù. Le carestie e le epidemie del 1600 fanno di questa chiesa un luogo di speranza a tal punto che si rende necessario erigere il vero e proprio Santuario che sarà terminato nel 1716.
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