giovedì 14 marzo 2013
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​Un silenzio tumultuoso. Incredibile, splendente. Salito fino in Cielo. Alla gente in piazza San Pietro e via della Conciliazione – stracolme, illuminate di fede, cariche di felicità – Papa Francesco l’aveva appena domandato con semplice umiltà: «Prima della mia benedizione a voi, vi chiedo un favore: pregate voi per me. Facciamo questa preghiera in silenzio». E davvero è tanto assoluto quanto tumultuoso. Davvero incredibile. Come i boati prima e dopo: quello alla fumata bianca, all’«Habemus Papam, all’affacciarsi di Papa Jorge Mario Bergoglio, al suo saluto.Era bastato un istante, forse due: fin dalle sue prime volute, sei minuti dopo le sette della sera, la fumata era apparsa inequivocabilmente bianca. «Sì, è bianca! È bianca!» era stato l’urlo. Niente dubbi, il Papa c’è, è stato eletto. Quasi la piazza non ci credeva, perché tutti se lo auguravano, ma in fondo pochi se l’aspettavano già stasera. Ed era boato. Esplosivo, istintivo, forte. Thomas, seminarista indiano che studia all’Università salesiana di Roma, in mattinata l’aveva... "annunciato": «Sono sicuro, stasera avremo il Papa».Chi era sotto il colonnato si precipitava in piazza e poco male se così bisognerà prendersi la pioggia. C’era chi si abbracciava, chi esultava, chi si metteva in ginocchio e pregava e ringraziava Dio. Non importava adesso il nome, solamente ci fosse il pastore della Chiesa. Volava qualche ombrello, tanti altri si chiudevano, era una festa di gioia, l’acqua sembrava trasformarsi in una specie di benedizione che arrivava direttamente dal cielo.Si accendeva allora un’altra attesa. Ma questa fremente, impaziente. Si sapeva che sarebbe durata quaranta, cinquanta minuti e sembravano non trascorrere. Intanto entravano in piazza le bande dei Carabinieri e della Gendarmeria vaticana, entrava un drappello delle Guardie svizzere con le alabarde e la bandiera vaticana, tutto sfilava sui maxischermi ed erano applausi uno dietro l’altro.La gente aveva voglia di applaudire, desiderio di gioire, non riusciva a trattenere l’emozione e neanche voleva farlo. La piazza intanto veniva presa d’assalto da fedeli che arrivano in fretta e furia, si riempiva in dieci minuti e allora toccava a via della Conciliazione gonfiarsi di fede allegra ed eccitata. Ci siamo, si accendono le luci dietro la finestra della loggia principale della Basilica: esce il cardinale protodiacono, Jean-Louis Tauran, volto tirato dall’emozione, per annunciare il 265esimo successore di Pietro. L’argentino Jorge Mario Bergoglio, che ha scelto il nome «<+Di_cors_TesGB>Franciscum<+Di_TesGB>». Ancora un boato, forte. Questo nome commuove tante persone. Subito dopo un coro: «Fran-ce-sco-Fran-ce-sco-Fran-ce-sco!».Piove, piove da stamattina, non ha mai smesso e fa freddo e non è mai importato tanto poco come stavolta qui. Il protodiacono si ritira, viene steso il drappo pontificio e sono ancora applausi. L’attesa cominciata un mese fa e poi ancora l’altro ieri, sta per concludersi, la gente fra qualche momento conoscerà e incontrerà il nuovo Pontefice.Quando si aprono le pesanti tende rosse ed esce Papa Francesco la piazza diventa un’onda di emozione in piena, che comincia fin dal suo cuore e finisce chissà dove. Adesso non è più una piazza, è Roma, è il mondo e la fede sui volti dai mille colori di donne, bambini, anziani, famiglie, ragazzi, disabili, religiosi e religiose lo sta illuminando più di quanto potrebbe qualsiasi altra luce. Che splende, in questa serata, come tra poco quel silenzio.Eccolo, Papa Francesco. Sul balcone della loggia principale di San Pietro. L’applauso lo abbraccia, quasi letteralmente e lui lo capisce, la gente lo capisce. È immobile, l’emozione negli occhi e senza che parli l’applauso si fa reciproco. Gli avvicinano il microfono: «Fratelli e sorelle buonasera. Voi sapete che il dovere del conclave è dare un vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli cardinali siano andati a prenderlo quasi... alla fine del mondo». Che non avrebbe potuto cominciare meglio di così lo racconta l’applauso che esplode e che adesso è un sorriso.Il suo saluto, le sue parole. Infine quell’umile richiesta: «Prima della benedizione vi chiedo un favore: pregate voi per me. Facciamo questa preghiera in silenzio». Che dura alcuni secondi: il tempo necessario perché arrivi fin su al Cielo.
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