lunedì 5 maggio 2025
Tutti presenti i 133 che entreranno nella Sistina. Hanno giurato gli addetti. Sorteggiate anche le stanze degli elettori. Celebrata, domenica, l'ultima Messa dei Novendiali
Uno dei cardinali alla Messa dei Novendiali di domenica

Uno dei cardinali alla Messa dei Novendiali di domenica - Ansa

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Il nome, ovviamente, ancora manca. Ma l’identikit del nuovo Papa comincia a delinearsi. E non nelle previsioni dei mass media, quanto proprio nelle riunioni dei cardinali. Oggi la decima Congregazione generale, quella del mattino (ce n’è stata poi anche una pomeridiana), ne ha fornito una versione aggiornata e puntuale. «Una figura che deve essere presente, vicina, capace di fare da ponte e guida, di favorire l’accesso alla comunione a un’umanità disorientata e segnata dalla crisi dell’ordine mondiale. Un pastore vicino alla vita concreta delle persone».

Così si è espresso il direttore della Sala Stampa Matteo Bruni, facendo il report dei lavori. Allo stesso tempo, ha aggiunto, «si è sottolineata la natura missionaria della Chiesa: una Chiesa che non si deve ripiegare su sé stessa, ma accompagnare ogni uomo e ogni donna verso l’esperienza viva del mistero di Dio». E non è stata nascosta neanche una preoccupazione per le divisioni all’interno del corpo ecclesiale. Tutte notazioni che danno il senso di marcia prevalente del dibattito in corso tra i cardinali, elettori e non, dato che a queste riunioni pre-Conclave partecipano anche gli ultraottantenni.

Alla decima Congregazione generale erano presenti in 179, di cui 132 elettori. All’undicesima, invece, quella del pomeriggio, 170 presenti, di cui 132 elettori. Venti gli interventi. E ormai, ha confermato lo stesso Bruni, tutti i 133 porporati che entreranno nella Sistina mercoledì sono arrivati a Roma.

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I temi del dibattito

Si è riflettuto, ha riferito il portavoce vaticano, «sul diritto canonico e sul ruolo dello Stato della Città del Vaticano. È stato messo in evidenza anche il ruolo fondamentale della Caritas, chiamata non solo a soccorrere, ma a difendere i poveri, testimoniando la giustizia del Vangelo». Un intervento «ha sottolineato con forza la presenza di tanti giornalisti in questi giorni, come segno che il Vangelo conserva tutta la sua forza di senso anche nel mondo di oggi: una presenza che è anche una responsabilità». Inoltre «alcuni hanno rievocato la toccante preghiera di Papa Francesco durante i giorni del Covid, ricordandola come fosse una porta aperta di speranza nel tempo della paura».

Tra le sfide richiamate «la trasmissione della fede, la cura del creato, la guerra e la frammentazione del mondo. Non sono mancati riferimenti alle vocazioni, alla famiglia, e alla responsabilità educativa verso i figli. Tra i testi conciliari, è stata citata la Costituzione Dei Verbum, nutrimento per il Popolo di Dio. Infine, si è ricordato che nel celebrare Cristo presente nell’Eucaristia non si deve mai dimenticare il sacramento di Cristo presente nei poveri».

Nel pomeriggio altri temi sono emersi. Etnicismo in seno alla Chiesa. Migranti come dono ma da sostenere nella fede nel corso delle migrazioni. Situazioni di guerra. Sinodo ed ecclesiologia di comunione. Impegno di tutti a sostenere il prossimo Papa. Che dovrà essere un pastore, è stato ribadito, e con uno sguardo che vada oltre la Chiesa cattolica.

Le procedure

Il cardinale decano del Collegio cardinalizio, Giovanni Battista Re ha informato che sono state sorteggiate le stanze per i porporati che parteciperanno al Conclave. E da domani mattina potranno prenderne possesso. Bruni ha poi spiegato ai giornalisti che le camere saranno suddivise tra Santa Marta Vecchia e Santa Marta nuova (quella per intenderci dove risiedeva papa Francesco). I due edifici (nei quali alloggerà anche personale che aiuterà nei giorni del Conclave), sono separati soltanto da un cortile e collegati da un passaggio interno. I cardinali elettori, invece, percorreranno in pulmino circa un chilometro per andare da Santa Marta alla Cappella Sistina e viceversa. E dovranno consegnare i loro cellulari per tutta la durata del Conclave. Il Governatorato ha annunciato che saranno spenti gli impianti di trasmissione del segnale per i cellulari nello Stato della Città del Vaticano.

Mercoledì si aprirà il Conclave. Alle 10 nella Basilica di San Pietro, verrà celebrata la Messa pro eligendo Pontifice presieduta dal cardinale decano Giovanni Battista Re, mentre alle 16.30 ci sarà l’ingresso degli elettori nella Cappella Sistina e il giuramento per l’elezione del Papa. Quindi verrà proclamato l’extra omnes e i cardinali potranno decidere se procedere con la prima votazione già allora o rimandare alla mattina successiva il primo scrutinio.

Il giuramento degli addetti al Conclave

Nel pomeriggio di oggi, intanto hanno prestato giuramento gli officiali e gli addetti al Conclave. Un centinaio di persone in tutto. «Giuro di osservare il segreto assoluto con chiunque non faccia parte del collegio dei cardinali elettori», «a meno che non ne riceva speciale facoltà», ha detto ognuno di loro. Sono medici, infermieri, addetti agli ascensori, ai servizi mensa, alle pulizie, ai trasporti. E ancora: c’è il maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie; i cerimonieri pontifici; l’ecclesiastico scelto dal cardinale che presiede il conclave (cioè il cardinale Pietro Parolin) perché lo assista nel proprio ufficio; i religiosi addetti alla Sagrestia pontificia; i religiosi di varie lingue per le confessioni; il colonnello e un maggiore del corpo della Guardia Svizzera Pontificia, addetti alla sorveglianza vicino alla Cappella Sistina; il direttore dei servizi di sicurezza e della protezione civile dello Stato della Città del Vaticano e alcuni suoi collaboratori.

Tutti costoro, nei giorni del Conclave, non potranno avere alcun contatto, neanche con i propri familiari. Nel caso non mantengano in tutto o in parte il segreto, incorrerebbero nella scomunica latae sententiae, cioè automatica, senza bisogno che venga pronunciata da un giudice ecclesiastico. E nella formula del giuramento questa condizione è pienamente esplicitata.
Tutti, inoltre, promettono anche di astenersi «dal fare uso di qualsiasi strumento di registrazione» audio o video di quanto accade nella Città del Vaticano ed in particolare di quanto ha «attinenza con le operazioni connesse con l’elezione» del Papa. Dopo essere stati istruiti sul significato dell’atto da sottoscrivere, gli addetti ai lavori hanno pronunciato e sottoscritto personalmente la formula, davanti al cardinale Kevin Joseph Farrell, camerlengo di Santa Romana Chiesa, e a due testimoni, protonotari apostolici.

I lavori in vista dell'affaccio del nuovo Papa

I lavori in vista dell'affaccio del nuovo Papa - ANSA

La domenica dei cardinali

Domenica 4 maggio è stata celebrata nella basilica di San Pietro l'ultima Messa dei Novendiali in suffragio di papa Francesco. A presiedere l'Eucarestia è stato il cardinale Dominque Mamberti, protodiacono del collegio cardinalizio, lo stesso che annuncerà l'habemus Papam e il nome del nuovo Pontefice. Nell'omelia, Mamberti ha ricordato come Bergoglio «sia stato fedele alla sua missione fino all'estremo consumo delle sue forze».

Sempre nella giornata di domenica, la maggior parte dei cardinali ha scelto di celebrare la Messa nelle diverse parrocchie romane di riferimento. Matteo Zuppi è tornato per un giorno nella sua diocesi, Bologna; ha celebrato poi la messa a Bortolani, sull'Appennino bolognese, a un'ora di macchina dalla città, al Villaggio senza Barriere Pastor Angelicus.

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