giovedì 14 marzo 2013
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​«Suo papà e il mio erano compagni di leva, nati lo stesso anno». A parlare è Armando Bergoglio, contadino in pensione, che porta lo stesso cognome di Papa Francesco, anche se non lo ha mai incontrato di persona. È tanta l’emozione tra i parenti astigiani del nuovo Papa: «Siamo felici e increduli», racconta, mentre ricorda che il nonno del suo cugino più illustre aveva un negozio di alimentari ad Asti. Portacomaro Stazione è un piccolissimo comune di 800 abitanti nato – come dice il nome – intorno alla ferrovia e divenuto «da borgo contadino a estensione della città», spiega monsignor Vittorio Croce, vicario generale della diocesi di Asti. Il parroco di questa frazione è un giovane prete indiano. Il papà è nato a Torino ed è emigrato, come moltissimi suoi conterranei, in Argentina. «Il Papa è un emigrato di prima generazione – aggiunge Croce – ma il viaggio di suo padre appartiene probabilmente a un flusso meno legato alla povertà estrema di quanto lo fossero gli emigranti di fine ’800». Per monsignor Croce «le radici del Papa sono legate al cattolicesimo popolare di queste zone: per noi sarebbe una grande gioia se venisse a visitarci». Il cardinale Bergoglio aveva mantenuto i contatti con il Piemonte, e aveva visitato la sua terra natia incontrando alcuni cugini. Il contatto era avvenuto anche per altra via. «Gli portai una bottiglia di Grignolino dai vigneti della sua famiglia, e lui mi salutò in piemontese...». Sono i ricordi di Mariangela Cotto, consigliera comunale ed ex assessore regionale del Piemonte, che ha visitato più volte l’Argentina per incontrare la numerosissima comunità piemontese locale, che conta ben 76 associazioni di "Piemontesi nel mondo". La visita era avvenuta intorno al 2003 in uno dei tanti momenti storici difficili per il Paese Sudamericano e l’incontro con il futuro Papa ebbe come temi le preoccupazioni politiche e sociali. Ci fu anche una Messa concelebrata tra il cardinale Bergoglio e l’ex arcivescovo di Torino, il cardinale Severino Poletto. Proprio nei giorni scorsi il sindaco di Asti Fabrizio Brignolo aveva chiesto a Bergoglio, attraverso il suo entourage, di visitare la cittadina, cogliendo l’occasione della sua presenza in Italia per il Conclave. «Ora siamo noi che andiamo da lui», spiega il sindaco, che progetta un viaggio a Roma per rendere omaggio al suo quasi concittadino. Grande emozione e soddisfazione è stata espressa dal mondo politico ed ecclesiale. Monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino, non nasconde «l’orgoglio come piemontesi che la famiglia di Papa Francesco abbia origini nelle nostre terre». Anche il sindaco di Torino Piero Fassino ha detto: «Siamo orgogliosi che sia stato eletto Papa un uomo di origini piemontesi. Siamo felici che abbia scelto il nome di una delle figure più straordinarie della cristianità e della storia del mondo». Messaggi di soddisfazione anche dal governatore Roberto Cota e dal presidente della provincia Saitta: «Un’emozione fortissima, che ho potuto vivere a Roma» dice Antonio Saitta, presidente della Provincia di Torino.
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