giovedì 12 maggio 2011
L'Osservatore romano di oggi ricorda un episodio particolare avvenuto il 10 maggio del 1981. Quel giorno l'arcivescovo di Milano, il cardinale Giovanni Colombo, predisse un possibile attentato contro il Papa che si era recato in visita a Bergamo il 26 aprile e qui aveva pronunciato un severo discorso contro l'aborto.
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L'Osservatore romano di oggi ricorda un episodio particolare avvenuto il 10 maggio del 1981. Quel giorno l'arcivescovo di Milano, il cardinale Giovanni Colombo, predisse un possibile attentato contro il Papa che si era recato in visita a Bergamo il 26 aprile e qui aveva pronunciato un severo discorso contro l'aborto. In Italia il 17 maggio si sarebbe tenuto un referendum abrogativo della legge 194 che vedrà però prevalere nel voto i favorevoli alla legge."In quell'occasione - ricorda l'Osservatore romano - con il discorso pronunciato in terra bergamasca, Giovanni Paolo II aveva ripetutamente invocato 'il rispetto della vita sin dal momento del suo concepimento sotto il cuore della madre', perché 'se accettassimo il diritto di togliere il dono della vita all'uomo non ancora nato - affermava Wojtyla, a qualche settimana dalla consultazione referendaria - riusciremmo poi a difendere il diritto dell'uomo alla vita in ogni situazione? Riusciremmo a fermare il processo di distruzione delle coscienze umane?'". "Commentando queste parole ed elogiando il coraggio col quale il Papa polacco esprimeva la sua appassionata difesa della dignità e dell'integrità della persona umana - con voce netta e rigorosa, tanto da apparire quasi scomoda per le moderne società, sempre più secolarizzate - il cardinale Colombo, come ispirato da una 'profetica' premonizione, il 10 maggio 1981, disse agli autorevoli commensali riuniti a Pavia (presso l'Almo collegio borromeo dove si trovava per una conferenza, ndr): 'Questo Papa ha la vocazione al martirio; nessuno lo può fermare; non mi meraviglierei che qualcuno gli sparasse, come hanno fatto a san Carlo'. Alla presaga affermazione del cardinale - prosegue l'Osservatore romano - fece eco la preoccupata risposta di uno dei tutori dell'ordine pubblico, il quale riteneva impossibile dare al Pontefice 'una difesa adeguata e prevenire una tale eventualità'"."Nessuno di loro - si legge sull'Osservatore romano - poteva però immaginare che, solo tre giorni dopo, il 13 maggio, i colpi sparati da Alì Agca in piazza San Pietro avrebbero tanto brutalmente inverato i presentimenti del cardinale Colombo sull'incolumità fisica  di Giovanni Paolo II".
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