venerdì 30 dicembre 2022
Nel Vicentino giunge alla nona edizione l’evento che si svolge ai piedi dei Colli Berici. Coinvolti 250 figuranti in costume che daranno vita a nove quadri scenici che raccontano la nascita di Gesù
Il presepe nelle grotte di Villaga in una delle edizioni precedenti allo stop dovuto alla pandemia

Il presepe nelle grotte di Villaga in una delle edizioni precedenti allo stop dovuto alla pandemia - Collaboratori

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Tre tappe storiche con molte analogie: la grotta di Betlemme, anno 6 avanti Cristo, dove nacque il Bambino Gesù; la grotta di Greccio, dove nel 1223 Francesco di Assisi diede vita al primo presepio vivente; e le grotte di San Donato di Villaga nel vicentino, dove i prossimi 6 e 7 gennaio, tornerà il più grande presepio vivente del Veneto.

Nel piccolo paese-presepio di Villaga ai piedi dei Colli Berici, da mesi si sta preparando la nona edizione del presepio, dopo tre anni di fermo a causa della pandemia. Un evento che richiamerà alle grotte migliaia di visitatori per ammirare nove quadri scenici con 250 figuranti in costume. Quest’anno però il presepio si svolgerà a chiusura delle feste natalizie, nel giorno dell’Epifania e quello successivo.

«Si tratta di una questione tecnica – spiega il coordinatore generale Antonio Gotter -, visto che tradizionalmente scegliamo per agevolare gli oltre 300 volontari che vi lavorano un fine settimana a scavalco tra Natale e Capodanno. Cosa che quest’anno non è potuta accadere se non all’Epifania».

Di “laboratorio-sociale” parla invece il regista Antonio Gregolin che ha scritto e diretto il presepio: «Parlano i numeri: qualche centinaio di figuranti, oltre 70 volontari dietro le quinte, elettricisti, tecnici, truccatori, sarte, come in un film ma in diretta. Sono i numeri di quello che mi piace definire un grande laboratorio sociale che parte da una piccola comunità come Villaga, ma ha la forza di essere un evento, divenuto sempre più grande nel tempo, il cui valore però va ben è oltre il suo valore artistico, lambendo il sociale che visti in tempi come questi è un valore non trascurabile».

«Il presepio è anche uno strumento di valorizzazione del territorio – aggiunge Gregolin -, con il ripristino dei sentieri, la messa in sicurezza delle grotte, restituisce dignità al luogo, il tutto grazie all’abnegazione del volontariato». A sottolineare quanto ciò sia un bene comune, anche il primo cittadino di Villaga, Eugenio Gonzato che parla di “miracolo presepio”: «Lo è in ogni sua edizione e forma – aggiunge il sindaco -, tanto che il paese vive di luce riflessa per i mesi avvenire, grazie alla promozione territoriale che la manifestazione svolge verso le bellezze naturalistiche dei colli e grotte, della gastronomiche e il nostro patrimonio culturale. Tanto che ne beneficia l’intero circondario. E il merito è tutto dei tanti volontari che vi operano».

Impegno riconosciuto dalla stessa Regione Veneto che il 22 dicembre scorso ha ospitato una delegazione di Villaga a Palazzo Ferro Fini per la presentazione stampa della nuova edizione del Presepio vivente. Emblematico il tema di questa edizione: «Dalla pietra alla carne», con nove quadri viventi che spazieranno dal significato delle statue a quello delle figure in carne e ossa. «Con un riferimento alla guerra di oggi – conclude il coordinatore Gotter - rappresentato dalla rievocazione di un segmento di storia della Prima guerra mondiale, del Natale in trincea del 1917 e poi di quello del Dopoguerra del 1941. Il nostro non deve essere solo un presepio di bellezza, ma soprattutto una riflessione aperta a credenti e non, che sono i motivi su cui lavoriamo da anni.




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