giovedì 7 marzo 2013
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I cardinali cominciano dalle 16,30 ad arrivare alla spicciolata, spesso in solitudine, senza ombrello, camminando a passo spedito sotto una pioggia leggera e fitta che inzuppa Roma da qualche ora. Le file ai varchi con i metal detector non superano i cinque minuti, c’è poca gente a quest’ora di un giorno lavorativo. I cardinali così attraversano piazza San Pietro, entrano nella Basilica, qualcuno li nota, qualcuno scatta loro fotografie. Non parlano ed è il cardinale canadese Thomas Cristopher Collins che spiega il motivo: «È il momento di pregare», dice solamente. Via via, tutti quanti raggiungono, superando le transenne e salutati dai gendarmi, l’Altare della Cattedra. Lì si salutano, si scambiano poche parole, poi si mettono seduti, riempiendo i banchi al centro della navata. Davanti i sei cardinali dell’ordine dei vescovi, il decano Angelo Sodano, Giovanni Battista Re, il camerlengo Tarcisio Bertone, Josè Saraiva Martins, Francis Arinze, Roger Etchegaray, quindi i patriarchi di rito orientale, i cardinali dell’ordine dei presbiteri, quelli dell’ordine dei diaconi.Appena passate le 17 comincia la «Preghiera per la Chiesa», in occasione delle Congregazioni generali del Collegio cardinalizio, aspettando che inizi il Conclave. Recitano il Rosario, guidati dal cerimoniere pontificio monsignor Guido Marini, i misteri gloriosi proclamati in latino e in italiano. Poi i frati della Sacrestia espongono il Santissimo per l’adorazione. E subito dopo recitano i Vespri in forma semplice, presieduti dal cardinale Angelo Comastri, arciprete della Basilica di San Pietro. Infine la Benedizione eucaristica, impartita sempre dal cardinal Comastri. Tanti visitatori della Basilica si fermano a pregare con i porporati, dietro le transenne, «per il successore al ministero petrino che aspettiamo tanto», spiegano tenendo bassa la voce.Molti sono stranieri, polacchi, tedeschi, alcuni giapponesi. C’è anche la Segreteria di Stato della Santa Sede unita in preghiera, come ha fatto sapere attraverso il suo primo "tweet" sul suo account Twitter @TerzaLoggia: «In questo momento di particolare importanza, la Segreteria di Stato si unisce a tutta la Chiesa in preghiera per il futuro Pontefice». E ci sono i malati: l’assistente ecclesiastico nazionale dell’Unitalsi, monsignor Luigi Marrucci e il presidente nazionale, Salvatore Pagliuca, avevano fatto sapere di unirsi al «momento di preghiera che, alla fine della terza giornata delle Congregazioni generali, i porporati vivranno guidati dal cardinale Comastri» e invitato «soci, volontari e ammalati a dedicare un momento di preghiera, in comunione con la presidenza nazionale, le sezioni, le sottosezioni, il Vaticano e i fedeli tutti». Una ragazza che poco prima era in coda da sola sotto la pioggia, lo dice col sorriso sulle labbra: «Sì, sono venuta a pregare la Chiesa con loro, per loro. Sono venuta a pregare anche per il Papa che ha lasciato e quello che verrà».Fuori continua a piovere ed è ormai scesa la sera. Alle 18,15 la «Preghiera per la Chiesa» è finita, i cardinali vanno via, dopo aver ancora parlato qualche minuto fra loro in due o tre, essersi scambiati strette di mano e sorrisi. Qualche fedele resta invece a pregare ancora un po’, altri ricominciano la visita della Basilica di San Pietro che avevano interrotto. E stamane le Congregazioni generali del Collegio cardinalizio riprenderanno. Con l’inizio del Conclave, adesso, un po’ più vicino.
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