lunedì 21 ottobre 2013
​Ieri mattina al Brancaccio si è svolta la cerimonia di deposizione della prima pietra, benedetta da Papa Francesco al termine dell'udienza dello scorso 16 ottobre, per la costruzione di un centro parrocchiale e di una chiesa dedicata al prete ucciso dalla mafia nel 1993 e beatificato il 25 maggio.
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Un cielo terso, illuminato da un sole quasi primaverile, sorride sulla folla commossa che invade il terreno su cui sorgerà la nuova chiesa di Brancaccio. Il sogno di don Pino Puglisi comincia a diventare realtà. Domenica mattina è stata una giornata storica a Palermo. Un terreno confiscato a quella mafia che aveva condannato a morte il sacerdote che predicava il Vangelo e il riscatto sociale, è stato invaso pacificamente dal popolo di quel quartiere che vuole rinascere.Il cardinale Paolo Romeo, arcivescovo di Palermo, affiancato dalle autorità civili e dall’arcivescovo emerito, cardinale Salvatore De Giorgi (che ieri ha festeggiato il 60° anniversario di ordinazione presbiterale e il 40° di episcopato), ha posto la prima pietra del nuovo complesso parrocchiale, già pensato e progettato dal sacerdote ucciso da Cosa nostra venti anni fa e proclamato beato il 25 maggio scorso. Proprio ieri la prima festa liturgica del nuovo martire, «una delle pietre su cui poggia la Chiesa», ha detto nei giorni scorsi Papa Francesco.Un momento emozionante. All’interno del blocco di marmo rosso, sigillato con una lastra benedetta pochi giorni fa dal Papa, è stata posta la pergamena che rappresenta l’atto formale dell’avvio del progetto e lo zucchetto rosso dell’arcivescovo. Poi il grande scrigno è stato riposto sotto il terreno su cui sorgerà la chiesa. Gesto simbolico di una costruzione non solo materiale ma che segna soprattutto la rinascita di un quartiere che si avvia a voltare pagina. Nell’area di circa 11 mila metri quadrati, la benedizione di Romeo, che ha sottolineato come Puglisi, non appena iniziò il suo ministero a Brancaccio, si rese subito conto della necessità di offrire al territorio un punto di riferimento ai cittadini «per costruire un cammino di sano avvenire. Se ognuno fa qualcosa allora si può fare molto – ha affermato il porporato, ripetendo una frase tanto cara a don Pino – per far sì che il sogno del martire diventi realtà e sia uno strumento a servizio della comunità per coltivare la dignità umana».Appartenuto al costruttore mafioso Giovanni Ienna, ritenuto vicino ai boss Graviano, il terreno è stato affidato al Comune che, a sua volta, lo ha ceduto in comodato d’uso per 99 anni alla curia arcivescovile. Non si conoscono ancora i tempi esatti di realizzazione, che dovrebbero concludersi entro la fine del 2015, ma a disposizione ci sono circa 4 milioni e mezzo di euro, per un’aula liturgica da 750 posti a sedere, ma anche un auditorium, impianti sportivi, locali per attività ricreative e per il catechismo. «La speranza – ha sottolineato il parroco di San Gaetano, don Maurizio Francoforte – è che arrivi presto anche l’ultima pietra per completare l’opera. Puntiamo molto sui giovani. Alle nuove generazioni va insegnato un modello di vita diverso, improntato su legalità, giustizia e verità».«Questo importante passo – ha dichiarato il sindaco Leoluca Orlando – è il segno che il messaggio di padre Puglisi continua, così come va avanti il riscatto non solo di un quartiere, ma dell’intera città».
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