martedì 13 gennaio 2015
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Non si può dire che sia la nuova arma del terrore, sia che si firmi col sangue versato da Boko Haram, in Nigeria, o che si tratti di Stato islamico, in Siria.  Perché anche in passato, basta ricordare  la guerra Iran-Iraq degli anni Ottanta,  è stata impiegata per annichilire il nemico, usando il veleno della perfidia  da nascondere in un'ombra d'innocenza:  il corpo dei bambini imbottito di esplosivo da condurre e gettare nella terrificante fornace della mistica del martirio per fare strage.Ma solo delle creature mostruose possono usare i bambini come testa di ponte del terrore, forse dopo averli indottrinati, i maschi, molto più probabilmente a loro insaputa, le femmine, mentre dietro a loro c’è un adulto che, ingannatore come un demonio, malvagio nel cuore, nascosto a debita distanza, preme il detonatore.  Si fa così per terrorizzare la popolazione. Una strategia che deve disorientare. Perché non si può pensare che quel bambino che ci viene incontro può essere il «veleno» che ci ucciderà.  Non c’è più giorno che ci venga risparmiato da nuove traumatizzanti immagini che emergono come magma dalla Rete, dai cosiddetti «socialmedia»: storie di bambini bruciati come kamikaze sul fronte della barbarie. Ieri è stato così.  Si chiamava Abu al-Hassan al-Shami, siriano. Dalle immagini diffuse mentre viene preparato per il suo ultimo cammino da kamikaze, dimostra 14 anni d’età. È seduto al posto di guida di un camion corazzato, imbottito di barili pieni di esplosivo, in divisa da combattente, con una bomba a mano appesa alla giberna, e l’altra in mano. Accanto c’è anche il suo fucile mitragliatore Ak-47. Il sorriso appena accennato nel suo giovane volto sporcato da una leggera peluria, ricorda già quello del futuro martire da celebrare nei riti degli eroi. Poi l’immagine che segue è quella di una grande, devastante esplosione, che sarebbe avvenuta nella città irachena di Samarra. Un commento accompagnava la storia di quello che sembra essere stato il più giovane kamikaze morto al servizio dello sceicco al-Baghdadi: «La sua giovane età non gli ha impedito di sostenere la sua fede».
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