sabato 26 ottobre 2013

Musica, testimonianze, preghiere: così Piazza San Pietro, gremita di famiglie provenienti da 75 Paesi di tutto il mondo, ha accolto papa Francesco. Il pellegrinaggio delle famiglie si conclude domenica con la Messa. Il Papa: il viaggio degli sposi dura tutta la vita, ecco perché c'è bisogno di Gesù per accogliersi e perdonarsi ogni giorno. (Antonella Mariani)
I DISCORSI Al Pontificio Consiglio per la Famiglia | In Piazza San Pietro
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Perdonarsi tutti i giorni, chiedersi scusa, dirsi grazie: in un sabato pomeriggio romano, tiepido e limpido, in una atmosfera intensa ed entusiasmante, Piazza San Pietro ha accolto migliaia e migliaia di bambini, nonni, famiglie, giovani sposi, e il Papa ha salutato le centomila persone arrivate da 70 Paesi dei cinque continenti con parole di incoraggiamento e di gioia. A partire da quella raccomandazione: sposi, ha chiesto il Papa, quanto spesso usate le tre "parole magiche" per far funzionare la famiglia? Sono le stesse che aveva già pronunciato nei giorni scorsi sempre in Piazza San Pietro: grazie, permesso, scusa, come un mantra di felicità eterna.

Il Papa ha ringraziato i fedeli che hanno partecipato al Pellegrinaggio delle famiglie alla tomba di San Pietro, uno degli eventi clou dell'Anno della fede, che avrà il suo coronamento domenica mattina con il Rosario, la Messa e l'Angelus in Piazza San Pietro. Poi ha parlato della bellezza di stare "mano nella mano per tutta la vita, senza fare caso a questa cultura del provvisorio che ci taglia la vita a pezzi". Con fiducia nella fedeltà di Dio "si affronta tutto". Gli sposi cristiani non sono ingenui, conoscono i pericoli della vita, ma non hanno paura di assumersi responsabilità". E' difficile, certo, ha precisato il Papa: "Ecco perché ci vuole la Grazia, i sacramenti". E poi occorre non isolarsi: "Nel matrimonio gli sposi pregano insieme con la comunità. Non per abitudine, ma perché ne hanno bisogno per il lungo viaggio che devono fare insieme". Viaggio che dura tutta la vita, ed è per questo che "hanno bisogno di Gesù per accogliersi e perdonarsi tutti i giorni". Poi ha sottolineato che "è l'amore che tiene in piedi la famiglia", ha avuto parole di grande affetto per i nonni: ("Un popolo che non ascolta i nonni è un popolo che muore") e infine ha rieccheggiato il titolo della giornata: "Famiglia, vivi la gioia della fede". (IL TESTO INTEGRALE)

In silenzio, le famiglie che affollavano Piazza San Pietro e via della Conciliazione hanno ascoltato il discorso del Papa, mentre in aria volteggiavano migliaia di palloncini colorati. Papa Francesco era arrivato in piazza intorno alle 16.30, a bordo della jeep scoperta e si era sottoposto al solito, enorme, abbraccio corale; è arrivato poi sul sagrato mano nella mano con i piccoli, "armati" di palloncini. "E lei non ha portato nessun palloncino?", ha chiesto scherzoso il Papa al reggente della Casa Pontificia, padre Leonardo Sapienza. Ad attenderlo c'era anche il presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia, monsignor Vincenzo Paglia, e una decina di bambini ognuno con un palloncino su cui era scritto "Ti vogliamo bene". Una di queste - la piccola Federica - ha rivolto un breve saluto al Papa raccontando di sua nonna Angela e delle cotolette che sa cucinare, ma anche delle preghiere che le insegna. E il Papa ha colto l'occasione per chiedere ai piccoli se sanno farsi il segno della Croce. L'arcivescovo Paglia ha poi presentato a Francesco "la piazza gremita di bambini, genitori e nonni, ma non mancano nemmeno i bisnonni", ha aggiunto evocando "l'odore degli anziani e dei bambini" e le "tante famiglie anche qui presenti che conoscono i dolori della vita". È importante la presenza di ciascuno, ha spiegato il presule sottolineando: "Non è bene che le famiglie siano sole". "Sentiamo vicino a noi - ha poi assicurato - le famiglie siriane colpite dalla guerra, vi siamo vicine, vi abbracciamo forte: da questa piazza e giunga fino a voi il nostro grande applauso".Nell'appuntamento di oggi diverse testimonianze hanno raccontato le gioie e le difficoltà della vita familiare. Si è parlato di crisi matrimoniali superate grazie alla fede e poi ci sono stati dialoghi tra nonni, genitori e figli, e momenti musicali, secondo la scaletta preparata da Rai Uno (in collaborazione con la Cei e il Centro Televisivo Vaticano) che ha trasmesso l'evento come speciale della trasmissione "A Sua Immagine". Sono intervenuti il musicista Giovanni Allevi, il gruppo Gospel degli Hope Singer, il Piccolo Coro Antoniano e il Coro Hope fondato su iniziativa della Pastorale giovanile della Chiesa italiana, e ancora il cantante Gospel Junior Robinson, il cantautore italiano Luca Barbarossa e l'americana Sarah Hart, cantante simbolo della musica cristiana degli Stati Uniti.

Anche il cinema italiano era simbolicamente in piazza con i fratelli Taviani, i registi che hanno fatto conoscere la Sicilia al Papa con 'Kaos'. Durante l'evento è stato chiesto alle famiglie di tutto il mondo di aiutare con un sms solidale, al numero 45594, le famiglie siriane in difficoltà, grazie a un progetto promosso dalla Caritas italiana e dal Pontificio Consiglio per la Famiglia. Tra le testimonianza, anche quelle di una famiglia fuggita dalla Siria, che ha raccontato lo strazio di aver lasciato la propria terra e i propri cari a causa della guerra, una di Lampedusa che ha accolto gli immigrati sbarcati e un profugo della Nigeria.Alle ore 9.30 di domani, domenica, la recita del Santo Rosario e alle 10.30 la celebrazione eucaristica con il Santo Padre e la benedizione a tutte le famiglie del mondo. A seguire l'Angelus delle 12.

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