sabato 25 giugno 2011
La Chiesa patriottica cinese, controllata dal Partito comunista, pronta "a decine di nomine". La protesta dei fedeli. Un portavoce dell’Associazione avverte: "Più di 40 diocesi sono attualmente vacanti".
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La Chiesa «patriottica» cinese – controllata dal Partito Comunista al potere – vuole nominare «senza ulteriori ritardi» alcune decine di ve­scovi, in una mossa destinata a peggiorare i già dif­ficili rapporti col Vaticano. Un portavoce dell’Asso­ciazione Patriottica dei Cattolici Cinesi, Yang Yu, ha dichiarato all’agenzia Nuova Cina che «più di qua­ranta diocesi sono attualmente senza vescovo» e che questa situazione deve essere risolta «al più presto». Ma alla nomina di vescovi decisi dal partito si ac­compagna un altro, più strisciante, attacco ai catto­lici: la repressione ai danni di sacerdoti e fedeli con­tro la quale si è alzerà mercoledì prossimo la voce del cardinale Joseph Zen Ze-kiun, vescovo emerito di Hong Kong. Il cardinale Zen presiederà una mes­sa a Hong Kong e guiderà una protesta all’“Ufficio cinese per i rapporti con Hong Kong”. L’obiettivo è chiedere il rilascio di padre Joseph Chen Hailong, arrestato – come informa AsiaNews – oltre due me­si fa, e di tutti i sacerdoti e vescovi cattolici attual­mente detenuti in Cina. La lista, come avverte Asia-News , è dolorosamente lunga. Sono detenuti, o co­munque “scomparsi”, tra gli altri, monsignor Su Zhi­min vescovo di Baoding, monsignor Cosmas Shi Enxiang vescovo di Yixian, padre Lu Genjun vicario generale di Baoding, padre Wang Lifang di Zheng­ding.Lina Chan, segretario esecutivo della Commissio­ne, così spiega la scelta del data del 29 giungo per chiamare alla pre­ghiera i fedeli: «La scelta è per ri­cordare che, come i santi Pietro e Paolo sono stati perseguitati e in­carcerati per la loro fede, così la po­polazione della Cina sta soffrendo per la sua fede. Per seguire la fede, subisce carcere, torture e maltratta­menti inumani». Secondo Lina Chan, le ordinazioni dei vescovi avvenute senza il gradimento della Santa Sede «sono atti contrari al ri­spetto della fede cattolica e della coscienza e libertà personale». «Con la protesta dopo la messa, daremo voce alla richiesta per la libertà religiosa in Cina e per il diritto dei credenti di praticare la fede in modo normale».Quello della nomina dei vescovi è il principale osta­colo sulla via delle normalizzazione dei rapporti tra Pechino e la Santa Sede, che non hanno relazioni diplomatiche. Lo scorso novembre, Pechino ha no­minato il vescovo della diocesi di Chengde, nel nord della Cina, senza l’approvazione del Vaticano. In maggio, Benedetto XVI ha invitato i cattolici di tut­to il mondo a pregare per i vescovi cinesi che rifiu­tano di piegarsi alle «pressioni» del governo di Pe­chino. I cattolici iscritti all’associazione patriottica cattolica sono circa cinque milioni. Si ritiene che gli aderenti alla Chiesa «clandestina» fedele al Papa sia­no almeno il doppio.
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