martedì 6 agosto 2013
​Pubblicato il Messaggio di Papa Francesco per la Giornata missionaria mondiale che ricorre il prossimo 20 ottobre. «Evangelizzare non è mai un atto isolato, ma sempre ecclesiale», sottolinea il Pontefice e invita a «farsi portatori della buona notizia di Cristo».
Il testo integrale del messaggio
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​Tutti i battezzati sono chiamati ad annunciare il Vangelo con coraggio in ogni realtà. È quanto scrive Papa Francesco nel suo Messaggio per la Giornata missionaria mondiale, che ricorre il prossimo 20 ottobre. Nel documento pubblicato oggi e che porta la data del 19 maggio scorso, Solennità di Pentecoste, il Pontefice sottolinea che «evangelizzare non è mai un atto isolato» ma «sempre ecclesiale» e ribadisce che una comunità è davvero adulta se esce dal proprio recinto per portare la speranza di Gesù anche nelle periferie.«Lo slancio missionario è un segno chiaro della maturità di una comunità ecclesiale. Ogni comunità è “adulta” quando professa la fede, la celebra con gioia nella liturgia, vive la carità e annuncia senza sosta la Parola di Dio, uscendo dal proprio recinto per portarla anche nelle “periferie”, soprattutto a chi nion ha ancora avuto l'opportunità di conoscere Cristo». «A volte - lamenta il Pontefice - sono deboli il fervore, la gioia, il coraggio, la speranza nell'annunciare a tutti il Messaggio di Cristo e nell'aiutare gli uomini del nostro tempo ad incontrarlo». Secondo il Pontefice, «la gioia della salvezza è un dono che non si può tenere solo per se stessi, ma che va condiviso (...) Se noi vogliamo tenerlo soltanto per noi stessi, diventeremo - avverte - cristiani isolati, sterili e ammalati».L'annuncio del Vangelo è dunque elemento costitutivo «dell'essere discepoli di Cristo ed è un impegno costante che anima tutta la vita della Chiesa». Bergoglio ricorda in proposito un timore espresso da Paolo VI, del quale ricorre il 35esimo anniversario della morte: «A volte si pensa ancora che portare la verità del Vangelo sia fare violenza alla libertà. Paolo VI - scrive Francesco - ha parole illuminanti al riguardo: “Sarebbe un errore imporre qualcosa alla coscienza dei nostri fratelli. Ma proporre a questa coscienza la verità evangelica e la salvezza di Gesù Cristo con piena chiarezza e nel rispetto assoluto delle libere opzioni che essa farà è un omaggio a questa liberta”». Da qui l'invito di Papa Francesco a «farsi portatori della buona notizia di Cristo. E sono grato in modo particolare ai missionari e alle missionarie, ai presbiteri fidei donum, ai religiosi e alle religiose, ai fedeli laici che, accogliendo la chiamata del Signore, lasciano la propria patria per servire il Vangelo in terre e culture diverse». «Faccio appello a quanti avvertono tale chiamata a rispondere generosamente alla voce dello Spirito. Invito anche i Vescovi, le famiglie religiose, le comunitò e tutte le aggregazioni cristiane a sostenere la chiamata missionaria ad gentes e ad aiutare le Chiese che hanno necessità di sacerdoti, di religiosi e religiose, di laici per rafforzare la comunità cristiana».Ma la chiamata missionaria non si concretizza solo nei Paesi lontani nella nostra epoca, sottolinea il Pontefice, la mobilità diffusa, i viaggi, il turismo, la facilità di comunicazione attraverso i nuovi media hanno mescolato tra loro «i popoli, le conoscenze, le esperienze». Intere famiglie si spostano da un continente all'altro e a volte «risulta difficile persino per le comunità parrocchiali conoscere in modo sicuro e approfondito chi è di passaggio o chi vive stabilmente sul territorio».Ci sono poi i battezzati che «fanno scelte di vita che li conducono lontano dalla fede, rendendoli così bisognosi di una nuova evangelizzazione». Bergoglio rileva anche che «in aree sempre più ampie delle regioni tradizionalmente cristiane cresce il numero di coloro che sono estranei alla fede, indifferenti alla dimensione religiosa o animati da altre credenze».Nel testo del Messaggio, Papa Francesco dedica un capitolo anche «ai cristiani, che in varie parti del mondo si trovano in difficoltà nel professare apertamente la propria fede e nel vedere riconosciuto il diritto a viverla dignitosamente». Sono nostri fratelli e sorelle, testimoni coraggiosi, ancora più numerosi dei martiri nei primi secoli, che sopportano - rileva il Papa - con perseveranza apostolica le varie forme attuali di persecuzione. «Non pochi rischiano anche la vita per rimanere fedeli al Vangelo di Cristo. Desidero assicurare - aggiunge -che sono vicino con la preghiera alle persone, alle famiglie e alle comunità che soffrono violenza e intolleranza e ripeto loro le parole consolanti di Gesù: “Coraggio, io ho vinto il mondo”».
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