mercoledì 28 agosto 2013
Durante durante l'omelia nella Messa riservata ai novanta Padri Capitolari dell'Ordine di Sant'Agostino, il Pontefice ha esortato i religiosi a essere «inquieti» come il santo di Ippona. «Con dolore penso ai consacrati che non sono fecondi, che sono “zitelloni”. Conservate l'inquietudine di cercare e annunciare il Signore e di andare verso l'altro»
IL TESTO DELL'OMELIA
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​«Andare incontro all'altro», «non essere chiusi in se stessi ma continuare a cercare Dio». Papa Francesco durante l'omelia nella messa riservata ai novanta Padri Capitolari dell'Ordine di Sant'Agostino, invita a essere «inquieto» come il Santo d'Ippona. Per il Pontefice «dall'inquietudine nasce la fecondità pastorale».«Con dolore - sottolinea il Papa - penso ai consacrati che non sono fecondi, che sono “zitelloni”. Conservate l'inquietudine spirituale, l'inquietudine di cercare e annunciare il Signore con coraggio e di andare verso l'altro. Inquietudine di cercare l'amore, amore verso ogni fratello e sorella»«Possiamo domandarci: sono inquieto per Dio, per annunciarlo, per farlo conoscere? O mi lascio affascinare da quella mondanità spirituale che spinge a fare tutto per amore di se stessi? Mi sono per così dire “accomodato” nella mia vita cristiana, nella mia vita sacerdotale, nella mia vita religiosa, anche nella mia vita di comunità - si domanda ancora il Pontetice - o conservo la forza dell'inquietudine per Dio, per la sua Parola, che mi porta ad “andare fuori”, verso gli altri?»Papa Francesco ha poi esortato i religiosi a «non lasciarsi affascinare dalla “mondanità spirituale”. Il tesoro di Agostino, ha aggiunto il Pontefice, è proprio l'atteggiamento di «privatizzare» l'amore ma essere «sempre in cammino, sempre inquieto».
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